Lahav Shani debutta con la Filarmonica della Scala

CLASSICA Lahav Shani debutta lunedì al Piermarini con la Filarmonica della Scala. Nella doppia veste di direttore e solista al pianoforte, Shani interpreta il Concerto n. 23 in la maggiore K 488 di Wolfgang Amadeus Mozart, incorniciato da The Unanswered Question di Charles Ives e dalla Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 di Johannes Brahms..
A Shani l’orchestra riserva lo spazio dedicato in ogni stagione alle promesse della nuova generazione.
La vita in musica di Shani
A soli 33 anni Lahav Shani ha stretto un legame molto forte con le due orchestre che lo hanno voluto come guida. Tra i pupilli di Daniel Barenboim all’Accademia di Musica Hanns Eisler di Berlino, è il più giovane Direttore Principale nella storia della Rotterdam Philharmonic Orchestra, nominato nel 2016 a soli due mesi dal debutto; e nel 2020 è diventato Direttore Musicale della Israel Philharmonic Orchestra, primo a ricoprire questo ruolo dopo cinquant’anni con Zubin Mehta.
Proprio sotto la direzione di Mehta, Shani aveva eseguito come solista al pianoforte il concerto di Čajkovskij, continuando a collaborare con l’orchestra anche come direttore ospite e contrabbassista.
Tra le orchestre che dirige regolarmente ci sono Wiener Symphoniker, di cui è stato Direttore Ospite Principale dal 2017 al 2020, Wiener Philharmoniker, Berliner Philharmoniker, Gewandhaus Orchester di Lipsia, London Symphony Orchestra, Boston Symphony Orchestra e Budapest Festival Orchestra.
Shani e The Unanswered Question di Ives
Al Concerto in la maggiore, nell’appuntamento di lunedì alla Scala (https://www.teatroallascala.org/it/index.html), dalle 20, Shani accosta una delle pagine più iconiche dell’opera di Charles Ives, The Unanswered Question, metafisico dialogo tra archi, tromba solista e quartetto di fiati, e la Seconda Sinfonia di Johannes Brahms: «al di là dell’indubbia propensione all’affettuosa effusione cantabile – scrive Cesare Fertonani nelle note di sala-, a una trasparenza e leggerezza a tratti quasi danzante e a una certa luminosità idillica o pastorale, la composizione possiede un lato ombroso, melanconico ed elegiaco complementare all’intonazione di fondo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA