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5:09 pm, 19 Maggio 22 calendario

Draghi in Parlamento: «Sull’Ucraina nessun cambio di rotta»

Di: Redazione Metronews
Draghi sull'Ucraina
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Per Draghi sull’Ucraina nessun cambio di rotta. Anche perchè il governo intende «continuare a muoversi nel solco della risoluzione approvata dal Parlamento». Un voto delle Camere lo scorso 1 marzo che ha dato pieno mandato all’esecutivo. Mario Draghi parla in Aula e ribadisce la rotta del governo sul conflitto in Ucraina. Il premier, durante l’informativa urgente, ringrazia Parlamento, maggioranza e la principale forza di opposizione «per il sostegno al governo per affrontare la crisi. La risoluzione ha impegnato il governo a sostenere dal punto di vista militare» e anche «umanitario» Kiev e «tenere alta la pressione sulla Russia anche attraverso sanzioni e ha guidato in modo chiaro l’azione di governo e rafforzato la nostra posizione a livello internazionale», ha ricordato il presidente del Consiglio, sottolineando che: «Se oggi possiamo parlare di tentativo di dialogo è perchè l’Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra. L’Italia continuerà a sostenere il governo ucraino negli sforzi per respingere l’invasione russa, in stretto coordinamento con i partner europei. Ne va della solidità del legame transatlantico, ma anche della lealtà all’Ue».

Draghi in Aula sull’Ucraina

Parole, pronunciate davanti al Parlamento, che sono una risposta alle fibrillazioni che da settimane scuotono la maggioranza, con il pressing di M5S affinchè Camera e Senato siano chiamate nuovamente a votare, soprattutto su un nuovo invio di armi. E, seppur con toni diversi e senza una richiesta esplicita di un voto in Aula, anche Matteo Salvini ribadisce il no della Lega a un nuovo round di aiuti militari. Ma M5S a parte – e fatta eccezione per la Lega sul capitolo armi – tutte le altre forze politiche, compreso Fratelli d’Italia, si schierano al fianco del governo e apprezzano le parole di Draghi, sostenendo l’esecutivo nell’azione di lavorare alla ripresa del dialogo e dei negoziati. «Le parole del presidente Draghi sono le parole giuste, sosteniamo quello che ha detto in Parlamento, credo abbia dato la giusta direzione di marcia: quella di un’Italia impegnata per la leadership dell’Europa per trovare la pace», commenta il segretario del Pd Enrico Letta. Che alla pressante richiesta di Giuseppe Conte di un voto in Parlamento, replica: «Se ci sarà bisogno di ridiscutere e di votare noi non ci sottraiamo, non abbiamo paura. Per adesso ci sembra che il dibattito di oggi sia completo, che dia la giusta direzione e dia un forte segnale di unità del Paese». Infine il leader dem avverte: «Ciascun partito deve sapere che ogni divisione, ogni discussione, ogni distinguo ci rende più deboli».

Apprezzamento unanime

Pieno sostegno a Draghi viene ribadito da Italia viva: «Condividiamo totalmente l’intervento del presidente del Consiglio e siamo orgogliosi ci sia un premier che difende certi valori» a dispetto di «qualche prezzemolino prezzolato che ogni sera in tv ci spiega come deve andare il mondo», scandisce in Aula Matteo Renzi, convinto della necessità di «superare l’atteggiamento di questi giorni in cui sembra che la politica estera sia continuo oggetto di rissa interna. Abbiamo una grande responsabilità, non possiamo limitarci a mettere insieme una serie di slogan senza senso». Salvini ringrazia Draghi per «le sue parole di pace». Ma, intervenendo in Aula, rimarca che «chi continua a parlare solo di armi non fa il bene dell’Ucraina e dell’Italia» perchè «far cessare la guerra il prima possibile significa anche salvare posti di lavoro in Italia». Dunque, «a chi rinnova l’invito a inviare altre armi e dice che al massimo gli operai italiani tireranno la cinghia», parole pronunciate dal senatore FdI Ignazio La Russa, «rispondo che io non ci sto», ha aggiunto.

M5S: «Serve un nuovo mandato»

Plaude all’intervento di Draghi anche Giorgia Meloni, che giudica «sensata» la linea del governo sull’Ucraina, nonostante una «maggioranza arlecchina zeppa di contraddizioni e ambiguità». Infine Forza Italia che con Licia Ronzulli valuta positivamente le parole di Draghi sull’impegno dell’Italia per la pace e una difesa comune dell’Ue. Si distingue dal resto delle forze politiche il Movimento 5 Stelle. I due capigruppo, prima al Senato e poi alla Camera, insistono sulla richiesta di un nuovo voto del Parlamento. Mariolina Castellone punta il dito contro una «maggioranza trasversale che non sempre si dimostra corretta», dice in Aula ricordando la sconfitta subita ieri dai 5 Stelle sulla presidenza della commissione Esteri. Quindi, la capogruppo M5S rivendica il sì del Movimento alla risoluzione votata lo scorso 1 marzo, relativa anche all’invio di armi, «adesso però dobbiamo insieme costruire la fase due», sottolinea, e per questo «riteniamo importante che lei presidente torni in Aula per costruire insieme questo nuovo passaggio e per avere un mandato forte e trasversale da parte di tutte le forze politiche». Concetto ribadito poi alla Camera dal capogruppo Davide Crippa, che sprona Draghi ad «avere coraggio». Il passaggio parlamentare «non mira a indebolire il governo», assicura, «ma ne vuole rafforzare e consolidare la linea politica e di indirizzo».

19 Maggio 2022
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