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4:52 pm, 12 Maggio 22 calendario
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Omicidio Willy: chiesto l’ergastolo per i fratelli Bianchi

Di: Redazione Metronews
Omicidio Willy
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La procura di Velletri ha chiesto l’ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Nei confronti di Mario Pincarelli e Franco Belleggia ha invece chiesto 24 anni di reclusione. I quattro imputati sono alla sbarra per l’omicidio aggravato e in concorso di Willy Monteiro Duarte, massacrato di botte il 6 settembre 2020 a Colleferro.

Omicidio Willy: chiesto l’ergastolo per i fratelli Bianchi

I pm hanno riconosciuto le attenuanti generiche per Belleggia e Pincarelli, mentre hanno ritenuto insussistente l’aggravante dei motivi abietti per tutti e quattro gli imputati. Sono le richieste che il pm Giovanni Taglialatela ha avanzato oggi al presidente della Corte di Assise se Tribunale di Frosinone al termine della sua requisitoria per l’omicidio di Willy.

«Willy ucciso senza un motivo»

“Perché è stato ucciso Willy? Cosa diciamo alla madre? Non aveva alcuno strumento di difesa, mentre uno gli schiacciava il diaframma, due lo pestavano. E stato ucciso senza motivo, perché si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato”. Lo ha detto il pubblico ministero Giovanni Taglialatela nella sua requisitoria.

«Willy è stato accerchiato, uno di fronte e due ai lati, è stato preso a calci, schiacciato. Quante gambe devono avere i fratelli Bianchi se sono stati solo loro? Portatemi le prove che abbiano 4 gambe e 8 braccia, ma non è così», ha dichiarato il pm in aula.

«Non ci sono elementi che possano dire che Willy si sia difeso. Il suo corpo, che presenta lacerazioni ovunque, è stato usato come fosse un sacco da pugilato».

Secondo il pubblico ministero «Willy è morto per la follia lucida degli imputati. Per la follia del branco. Marco Bianchi mente sapendo di mentire, così come Mario Pincarelli, l’unico che si è sottratto all’esame» ha spiegato il pm.

Le dichiarazioni discordanti

Il pubblico ministero Taglialatela ha ripercorso le testimonianze di Marco Bianchi: «Fa tre dichiarazioni: quando viene arrestato, quando l’accusa diventa omicidio colposo e quando è venuto qui in aula a fare dichiarazioni in dibattimento. Ci dice che tutto è partito da uno schiaffo dato da Belleggia a un ragazzino, che i Bianchi arrivano, mettono pace e lo riportano a casa. Dice di essere inciampato su Willy. Ma un filmato di una telecamera di video sorveglianza smentisce la sua ricostruzione. Willy è morto per l’azione sinergica di più soggetti, sopraffatto dai quattro imputati che lo hanno picchiato selvaggiamente con colpi micidiali, lui con le braccia scese, dicono i testimoni, non tentava nemmeno di reagire, preso a calci e pugni mentre boccheggiava e annaspava a terra, da solo per 50 eterni secondi prima di morire».

Il testimone chiave

L’accusa ha citato Vittorio Tondinelli, testimone chiave nel processo contro i quattro imputati in quanto loro amico. Il sostituto procuratore di Velletri Francesco Brando, nella sua requisitoria, ha commentato: «Con il teste Tondinelli abbiamo fatto tombola». Il ragazzo «racconta che i Bianchi scendono dall’auto e picchiano. Racconta come in due colpiscono insieme Willy, il quale, una volta a terra, viene colpito alla testa con un calcio da Belleggia come se questi stesse tirando un calcio di rigore. E Belleggia è calciatore. Una aggressione talmente brutale che gli stessi soggetti che l’hanno compiuta, dopo essere andati via si preoccupano dell’eccessiva violenza utilizzata».

Il magistrato ha spiegato: «Tondinelli è un teste perfetto. Le sue dichiarazioni vanno contro i suoi amici e, non a caso nel corso del intercettazioni viene considerato dagli imputati un infame».

 

12 Maggio 2022
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