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12:16 pm, 10 Maggio 22 calendario

 La denuncia: «Cinghiali nell’area giochi di Piazza Igea tra rifiuti»

Di: Redazione Metronews
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La denuncia: «Cinghiali nell’area giochi di Piazza Igea tra rifiuti». Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, che pubblica un video con i cinghiali. «Piazza Igea, ore 22.30, di fronte alla principale farmacia di Roma Nord: l’area giochi per bambini invasa dai cinghiali, rifiuti sparsi ovunque. Questa è la realtà mentre sui giornali si parla di presunte recinzioni intorno ai cassonetti. Le istituzioni che aspettano ancora?». 

Oggi il punto del campidoglio con i Municipi

Nel Lazio ieri sono stati scoperti altri due probabili casi di peste suina africana. “Dai primi riscontri delle analisi dei prelievi effettuati sui cinghiali – ha spiegato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato – emergono con alta probabilità altri due casi di positività su 16 campioni prelevati”. Entrambi i ritrovamenti fanno riferimento all’area del caso zero, il parco dell’Insugherata di Roma, decretata zona rossa già da sabato scorso da un’ordinanza della Regione Lazio. Oggi, invece, si terrà un punto in Campidoglio con i Municipi su ulteriori azioni da mettere in campo, per evitare la diffusione del virus.

L’allarme della Cia per gli allevamenti a rischio

La Regione Lazio “si è attivata con tempestività sull’emergenza peste suina, ma ora serve subito che l’assessora Onorati convochi l’unità di crisi che includa anche l’Istituto zooprofilattico e le organizzazioni di categoria”. Lo sostiene in una nota Argeo Perfili, presidente della Cia del Lazio, “Infatti – dice anche Perfili– non solo gli allevamenti sono a rischio, ma a causa dei cordoni sanitari e delle misure di contenimento dell’infezione rischia il default l’intero comparto agricolo nella regione”. Nel Lazio sono 12mila gli allevamenti registrati con 43 capi allevati.

“Questi allevamenti – aggiunge Italo Pulcini, vice presidente della Cia- sono già monitorati dai servizi veterinari. Siamo invece preoccupati per tutti quegli allevamenti che contano meno di 4 capi dato che, non essendo registrati, potrebbero non rientrare nei campionamenti. Il problema è rappresentato principalmente dai cinghiali, le cui incursioni nelle aree coltivate sono sempre più numerose e massicce. Bisogna inoltre pensare velocemente ai ristori per le aziende che, in caso di contaminazione, dovranno abbattere tutto il patrimonio animale. Molte aziende, infatti, sono già in crisi profonda per l’aumento incontrollato del costo delle materie prime, dell’energia e di tutto ciò che è necessario alla produzione primaria dai fertilizzanti e mangimi, ai prodotti fitosanitari”

10 Maggio 2022
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