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4:27 pm, 5 Maggio 22 calendario
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Cinghiale positivo alla peste suina, primo caso a Roma

Di: Redazione Metronews
Roma peste suina
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Primo caso di peste suina africana in un cinghiale a Roma. Lo conferma Angelo Ferrari, commissario straordinario per l’emergenza. Il direttore dell’istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta ha spiegato che l’esemplare infetto vive nel parco dell’Insugherata.

Cinghiale positivo alla peste suina, primo caso a Roma

Anche l’istituto zooprofilattico del Lazio e quello di Umbria e Marche hanno confermato il caso. Già oggi si riuniranno gli esperti che da settimane lavorano ai casi di peste suina nel nord ovest dell’Italia, tra Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta. Nell’area dell’Insugherata sono già scattati i controlli per isolare l’area e individuare altri esmplari eventualmente infetti.

I rischi per gli allevamenti

La peste suina africana non è contagiosa per gli esseri umani, ma comporta gravi rischi per gli allevamenti di suini. La malattia infatti ha finora colpito solo i cinghiali ma è facilmente trasmissibile anche ai suini che vivono all’aperto e quindi comporta un grave rischio per gli allevamenti.

La malattia è endemica nell’Africa subsahariana, e lo è stata per anni in Sardegna. Nel 2007 ha fatto la sua comparsa in Georgia. Anni dopo, nel 2014 ha registrato una notevole diffusione nei Paesei dell’Est Europa.

La peste suina africana comporta quasi sempre la morte degli esemplari infetti. Il contagio avviene attraverso l’ingestione di scarti alimentari, il contatto tra animali infetti, compresi i suini, il contatto con qualsiasi oggetto contaminato dal virus, come abbigliamento, veicoli e altre attrezzature, e i morsi di zecche infette.

La denuncia di Coldiretti

«Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato al contenimento della popolazione dei cinghiali che hanno invaso campagne e città fino alla Capitale con danni economici per gli allevatori e rischi per la sicurezza dei cittadini». Lo afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

«Abbiamo più volte evidenziato il rischio della diffusione della peste suina attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla presenza in Italia di più di 2,3 milioni di esemplari, arrivati numerosi anche nella Capitale».

Nella provincia di Roma secondo Coldiretti, vivono oltre 20 mila cinghiali. «Oltre a distruggere i raccolti e spaventare i cittadini, rappresentano anche un danno economico concreto per le misure di contenimento della commercializzazione che scattano dopo l’accertamento del contagio», aggiunge Prandini.

«Preoccupa l’immobilismo delle Istituzioni dopo i casi individuati in Piemonte ed in Liguria con il rischio concreto che l’emergenza si allarghi ad altre regioni limitrofe dove si concentra la norcineria nazionale che è un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi».

5 Maggio 2022
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