David di Donatello
12:10 am, 4 Maggio 22 calendario
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La mano di Dio sui David di Donatello

Di: Redazione Metronews
Paolo Sorrentino
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Il trionfo di Paolo Sorrentino con È stata la mano di Dio. Miglior film e miglior regia per la produzione autobiografica del regista partenopeo. Ampiamente prevista la vittoria arrivata al termine della sessantasettesima edizione dei David di Donatello.

La serata

È probabile (anzi, sicuro) che l’Italia sia tanto eccellente nel fare i film quanto poco brava nell’autocelebrarsi. Ma è certo che tornare alla normalità, o a una parvenza di essa, con il pubblico in sala è una grande vittoria. Tanta, tantissima emozione sciolta in lacrime da quasi tutti i premiati. Dopo il red carpet con Sabrina Ferilli protagonista, il via alla serata condotta da Carlo Conti e da Drusilla Foer, chiamata a calcare il palcoscenico dopo il boom sanremese.

Franceschini e le mascherine

Dario Franceschini, ministro della Cultura è il primo a salire sul palco: «Il cinema italiano ha resistito a due anni di deserto. Non si è fermato, anzi ha aumentato le produzioni», dichiara. Il ministro risponde a una domanda di Conti sul perché non si possa anticipare l’abolizione delle mascherine in sala: «Le toglieremo il 15 giugno. Resistiamo ancora un mese». Leggendo i report giornalieri si pensa a una dichiarazione audace e coraggiosa.

I premi

Teresa Saponangelo che vince come migliore attrice non protagonista per È stata la mano di Dio è la prima a essere premiata. Nel ringraziamento l’attrice, che interpreta la mamma del regista Sorrentino nel suo film autobiografico, ringrazia tutti: «Siamo riusciti a emozionare tante persone, voglio dedicare questo premio alla mia famiglia che mi ha sostenuto», dichiara l’attrice e racconta che suo figlio, sul set, le ha detto «Servillo è più bravo di te». Nella sala stampa scatta il boato.

Subito dopo emozione e lacrime per Eduardo Scarpetta, 29 anni, erede del grande Eduardo Scarpetta, premiato ai David di Donatello come migliore attore non protagonista per la sua interpretazione in Qui rido io di Mario Martone, che racconta la storia del celebre attore e commediografo Eduardo Scarpetta.

Swamy Rotolo, la più giovane

Ma l’emozione più grande arriva con Swamy Rotolo, miglior attrice protagonista per A Chiara: prima candidatura, primo David per la 17enne. In sala è il tripudio. Ma il cinema italiano non dimentica chi ha contribuito a renderlo grande. Viene ricordata Monica Vitti scomparsa quest’anno a 90 anni. E finalmente arriva la prima standing ovation. L’omaggio si chiude con Drusilla che canta «Senza Fine» di Gino Paoli mentre sullo sfondo appaiono le immagini dei personaggi dello spettacolo che ci hanno lasciato quest’anno, fino a Catherine Spaak. Sulle ali della commozione arriva anche il David alla carriera per Giovanna Ralli. 70 anni di carriera, iniziata proprio a Cinecittà: «Quando a 13 anni facevo la comparsa e mangiavo il panino seduta sugli scalini» ricorda l’attrice. Nel suo discorso anche una dichiarazione d’amore a Roma.

La commozione di Silvio Orlando

Silvio Orlando miglior attore per Aria ferma neanche crede di aver vinto: «Lo dedico a mia moglie…» e siccome è commosso, subito precisa: «Sta bene eh… non è alla memoria… lei è la persona migliore che ho conosciuto». E poi: «Io non lo volevo fare questo film. Non mi sentivo all’altezza. Per questo ringrazio chi mi ha spinto a farlo. Alla prima candidatura nel 1991 non conoscevo nessuno, ora conosco metà sala».

Appare superflua, invece, l’esibizione di Umberto Tozzi chiamato a cantare un medley dei suoi più grandi successi (tre…) in quanto protagonisti di numerose colonne sonore. In verità si fa fatica a ricordarne anche uno soltanto, E appare imbarazzato anche lui, prima di lanciarsi in Gloria masticata tra l’italiano e l’inglese. Il vero premio per la miglior canzone originale va «La profondità degli abissi», per il film Diabolik. Manuel Agnelli ritira il suo primo David. La serata va avanti con i premi minori fino alla proclamazione finale che vede Sorrentino trionfatore dieci anni dopo l’Oscar per La grande bellezza.

Tutti i premi

Miglior film: Paolo Sorrentino («È stata la mano di Dio»)

Miglior regia: Paolo Sorrentino («È stata la mano di Dio»)

Miglior documentario: «Ennio», di Giuseppe Tornatore

Miglior montaggio: «Ennio», di Giuseppe Tornatore

Miglior compositore: Nicola Piovani («I fratelli De Filippo»)

Miglior acconciatura: «Freaks Out»

Miglior canzone originale: Manuel Agnelli («La profondità degli abissi» per il film «Diabolik»)

Miglior attore protagonista: Silvio Orlando («Ariaferma»)

Miglior attrice non protagonista: Teresa Saponangelo («È stata la mano di Dio»)

Miglior scenografia: Massimiliano Sturiale e Ilaria Fallacara («Freaks Out»)

Miglior attore non protagonista: Eduardo Scarpetta («Qui rido io»)

David dello spettatore: Me contro te

David speciale: Sabrina Ferilli

Miglior esordio alla regia: Laura Samani («Piccolo corpo»)

Migliori costumi: Ursula Patzak («Qui rido io»)

Miglior sceneggiatura originale: Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella («Aria Ferma»)

Miglior attrice protagonista: Swamy Rotolo («A Chiara»)

Miglior autore della fotografia: Daria D’Antonio («È stata la mano di Dio») e Michele D’Attanasio («Freaks Out»)

Miglior trucco: Diego Prestopino («Freaks Out»)

Miglior produttore: Andrea Occhipinti, Stefano Massenzi, Gabriele Mainetti, Mattia Guerra, Rai Cinema

Miglior Cortometraggio: «Maestrale» di Nico Bonomolo

Migliori effetti visivi: Stefano Leoni («Freaks Out»)

4 Maggio 2022
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