Mino Raiola, cosa succede adesso al suo impero

La scomparsa di Mino Raiola pone un interrogativo: cosa succede adesso al suo impero? Almeno ufficialmente adesso la palla passa – è il caso di dire – al cugino Vincenzo Raiola, che dovrebbe dare continuità al flusso di affari che ruota intorno ad un parco assistiti da 700 milioni. Enzo – così tutti chiamano il cugino di quello che è stato uno dei più potenti agenti del calcio contemporaneo – è cresciuto all’ombra di Mino: saprà esserne all’altezza?
L’impero di Mino Raiola: a adesso?
Qualunque sia la risposta, una cosa è certa: gli affari sono affari e per la concorrenza adesso sarà più semplice “fare la guerra” ad una delle scuderie più temute. Almeno fino a ieri. Del resto gli affari sono affari: il rispetto per Mino resta. Ma la batteria di nomi che vanno da Haaland a de Ligt, da Verratti a Haaland, passando per Donnarumma, Pogba, Ibrahimovic, fa gola a tutti. Gli squali in agguato sono molti.

L’impero di Mino, che ha sede a Montecarlo, andrà avanti. Perchè il procuratore classe 1967 di Nocera Inferiore aveva seminato bene, costruendo una squadra affidabile. Il cugino Vincenzo in primis, molto forte soprattutto sul fronte italiano del mercato, dove si è mosso molto durante le ultime fasi della malattia di Mino. Ma anche altre tre, quattro figure specializzate in ambiti particolari (tipo i contratti, il diritto dello sport) ed in grado di muoversi autonomamente.

La scuderia di talenti da difendere dagli attacchi famelici dei concorrenti è enorme. Per fare qualche nome, ci sono De Ligt, Haaland
Donnarumma, Verratti, Pogba, De Vrij, Dumfries, Romagnoli, Mkhitaryan, Areola, Pellegrini, Ibrahimovic e Calafiori.
Mancherà certo l’empatia del superprocuratore, quello che lo portava ad essere “il miglior amico” dei suoi assistiti. Quella, forse, non si può imparare.
Mino Raiola, che si è spento lo scorso 30 aprile, è stato il più potente, il più bravo, il più discusso, il più temuto dai club e il più amato dai suoi assistiti, tra i procuratori di calcio. La sua famiglia è emigrata ad Haarlem, nei Paesi Bassi, quando lui aveva un anno. Il padre, allora meccanico, ha aperto con successo un’attività di ristorazione, in cui il giovane Mino è stato impiegato come cameriere. La sua carriera è iniziata lì: e lo ha portato ai vertici del calcio mondiale.
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