alimentazione
3:18 pm, 19 Aprile 22 calendario

Meno export e prezzi alti, milioni a rischio fame

Di: Redazione Metronews
Grano alle stelle
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Meno export, prezzi alti, più fame. Il forte aumento dei prezzi delle materie prime agricole e la carenza di forniture (dovute anche alla guerra in Ucraina) stanno infatti spingendo milioni di persone verso la povertà e la denutrizione. “E’ indispensabile fornire un sostegno urgente e coordinato ai Paesi in situazione di insicurezza alimentare”, è la richiesta congiunta indirizzata alla comunità internazionale, fa sapere Confagricoltura, dai leader della Banca mondiale, del Programma alimentare della Fao, del Fondo monetario internazionale (Fmi) e dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

Export e prezzi

I futures sui cereali statunitensi sono in netto rialzo, con i prezzi del mais che hanno toccato nuovamente i massimi da un decennio, mentre le condizioni climatiche sfavorevoli degli Stati Uniti e le esportazioni del Mar Nero bloccate a causa della crisi ucraina hanno intensificato le preoccupazioni per l’irrigidimento delle forniture globali. Il contratto di mais più attivo sul Chicago Board of Trade (Cbot) è salito fino a 8,13 dollari a bushel, al top da settembre 2012, dalla chiusura di lunedì di 8,07 dollari a bushel. Il grano Cbot è in rialzo dello 0,8% a 11,37 dollari per bushel, estendendo i guadagni da ieri, mentre i semi di soia Cbot sono saliti per la quinta sessione di seguito, a +0,6% a 17,24 dollari per bushel.

“Quest’anno l’Ucraina avrebbe dovuto esportare 20 milioni di tonnellate di grano della raccolta dell’anno scorso sui mercati mondiali ma è impossibile farlo in quanto i porti marini sono bloccati. Ad oggi siamo riusciti ad esportare soltanto 5 milioni di tonnellate, nel mese di marzo 200 mila”. Così il ministro dell’Agricoltura ucraino, Solskyy Mykola che aggiunge: “Nel prossimo futuro la difficoltà sulle esportazioni rimarrà, il che, evidentemente, segnerà anche i paesi verso i quali era diretto il grano”.

La crisi alimentare mondiale

La crisi alimentare mondiale, innescata dall’aumento dei prezzi delle materie prime, esacerbata dall’invasione russa dell’Ucraina, potrebbe spingere almeno 10 milioni di persone in più in povertà, ha sottolineato il segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, parlando a un evento organizzato a margine degli Spring Meetings di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. Yellen ha quindi esortato a «evitare le restrizioni alle esportazioni, che potrebbero far aumentare ancora i prezzi» e a «sostenere le popolazioni più vulnerabili e i piccoli agricoltori».

Grano, orzo, mais

Le vendite all’estero di grano e orzo dei due Paesi incidono per il 30% sul totale delle esportazioni mondiali – evidenzia Confagricoltura – E l’Ucraina è il quarto esportatore mondiale di mais, i cui futures alla borsa di Chicago hanno raggiunto il livello più alto dal 2012. “Alla luce di questi scenari, c’è da chiedersi se il nuovo corso della Pac sia adeguato alle sfide alle quali l’Unione europea è chiamata a rispondere – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Il potenziale produttivo dell’agricoltura europea, che è tra i più avanzati al mondo, e la competitività delle imprese che producono per il mercato vanno salvaguardati”. “Va anche ricordato – prosegue Giansanti – che i capi di Stato e di governo della Ue hanno preso posizione a favore della riduzione della dipendenza dalle importazioni di prodotti agricoli chiave e hanno chiesto alla Commissione di affrontare la questione della sicurezza alimentare globale”. “Non si tratta di rimettere in discussione gli obiettivi della transizione ambientale, ma di assicurare, come è possibile grazie alle innovazioni tecnologiche, la sostenibilità ambientale dell’agricoltura europea con quella sociale ed economica”.

Rischio povertà estrema

Sono ben 263 i milioni di persone che potrebbero ritrovarsi in condizione di povertà estrema quest’anno, per l’effetto combinato della crisi Covid, di una ripresa non inclusiva e dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari, causato dal conflitto in Ucraina. Dunque 263 milioni di persone in più, rispetto al calcolo precedente all’invasione russa dell’Ucraina. Calcolo effettuato dalla ong Oxfam, con il rapporto «Dalla crisi alla catastrofe», pubblicato alla vigilia degli Spring Meetings della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, a Washington fino al 24 aprile.

Complessivamente, perciò, ben 860 milioni di persone si ritroverebbero costrette a sopravvivere con meno di 1,90 dollari al giorno e 827 milioni soffrirebbero la fame.

Sempre più persone si troveranno nei prossimi mesi a dover scegliere tra mangiare, riscaldarsi o far fronte alle spese mediche, la prima emergenza resta l’aumento della fame globale, con milioni di persone che si troveranno colpiti da malnutrizione acuta. In questo momento ampie fasce della popolazione in Africa orientale, nel Sahel, in Yemen e Siria si trovano già sull’orlo della carestia, spiegano gli analisti di Oxfam.
«A questo si aggiunge l’insostenibilità del livello di indebitamento in molti Paesi vulnerabili che si vedranno costretti a tagliare la spesa pubblica per ripagare i creditori e per le importazioni di cibo ed energia», segnala Oxfam. «Basti pensare che i paesi più poveri del mondo saranno chiamati a ripagare 43 miliardi di dollari in oneri per il servizio del debito nel 2022. Una cifra che da sola coprirebbe i costi delle loro importazioni alimentari. I prezzi dei beni alimentari a livello mondiale hanno infatti raggiunto a marzo, secondo la FAO, il massimo storico da quando l’indice è stato istituito nel 1990. Nel frattempo i grandi produttori di petrolio e gas stanno registrando profitti record, con tendenze simili previste anche per il settore alimentare e delle bevande.

«La Banca Mondiale ha stimato che 198 milioni di persone potrebbero scivolare sotto la soglia di povertà estrema nel 2022, per l’impatto della pandemia e di una crescita non inclusiva caratterizzata dall’aumento delle disuguaglianze di reddito all’interno dei Paesi. Le prospettive potrebbero però essere più cupe – spiega Francesco Petrelli, policy advisor di Oxfam Italia sulla sicurezza alimentare – Stimiamo che l’aumento globale dei prezzi dei generi alimentari da solo spingerà altri 65 milioni di persone verso la povertà estrema entro l’anno. Il totale dei nuovi poveri, 263 milioni di individui, è superiore alla popolazione di Regno Unito, Italia, Germania e Spagna messi insieme e il balzo rappresenta un’inversione di tendenza nelle statistiche sulla povertà globale senza precedenti storici».

A pagare il prezzo di questa drammatica situazione è la parte più povera della popolazione mondiale. I riflessi dell’aumento dell’inflazione sono trasversali e incidono sulla capacità di spesa ovunque ma in proporzioni diverse. Basti considerare che l’aumento dei prezzi dei generi alimentari incide per il 17% sulla spesa delle famiglie nelle economie avanzate, ma arriva al 40% nei paesi dell’Africa sub-sahariana.

 

19 Aprile 2022
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