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5:17 pm, 19 Aprile 22 calendario

Fmi taglia di 1,5 punti la stima del Pil italiano nel 2022

Di: Redazione Metronews
Fmi taglia
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Fmi taglia di 1,5 punti la stima del Pil italiano nel 2022. La guerra rallenta la crescita economica e aumenta l’inflazione, con i rischi sull’economia cresciuti in modo brusco. È l’allarme lanciato dal Fondo monetario internazionale nel World economic outlook, in cui si sottolinea che «gli effetti del conflitto si propagheranno come onde sismiche in lungo e in largo, aggiungendo pressioni sui prezzi ed esacerbando le significative sfide politiche». La priorità «più immediata è porre fine» al conflitto. Così Fmi taglia la stima del Pil italiano e la rivede, al ribasso, al +2,3% per il 2022 e +1,7% per il 2023, dopo la crescita al 6,6% nel 2021. Lo si legge nel World economic outlook del Fmi. Per l’anno in corso si tratta di una secca sforbiciata: -1,5 punti percentuali rispetto alle previsioni del Weo di gennaio 2022 quando si stimava un +3,8%. Per il 2023 si tratta dello 0,5% in meno (la previsione era a +2,2%). Rispetto al rapporto pubblicato a ottobre 2021, l’istituto di Washington taglia dell’1,9% la previsione per quest’anno e rialza dello 0,1% quella per il prossimo. Fmi prevede invece che l’inflazione salirà nel 2022 al 5,3% in Italia, contro il +1,9% del 2021. Quanto al debito pubblico italiano, secondo il Fondo monetario internazionale si attesterà al 150,6% del Pil nel 2022 (in lieve calo dal 150,9% del 2021) e al 148,7% nel 2023 dopo il picco al 155,3% del Pil toccato nel 2020.

Fmi taglia tutte le stime

Più in generale il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime del Pil mondiale al +3,6% per il 2022 e per il 2023, dopo la crescita al 6,1% nel 2021. Un taglio delle previsioni di crescita che «riflette l’impatto diretto della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia, con entrambi i Paesi che dovrebbero subire una forte contrazione». Inoltre si evidenzia che «l’incertezza intorno a queste proiezioni è considerevole, ben oltre la gamma abituale». Per l’anno in corso si tratta di una revisione in calo dello 0,8% rispetto alle previsioni del Weo di gennaio 2022 (+4,4%) e dell’1,3% rispetto alle stime di ottobre 2021 (+4,9%). Per il 2023 si tratta invece di un taglio più contenuto dello 0,2% rispetto a gennaio (+3,8%) e invariato sulle previsioni di ottobre. Tagliate le stime di crescita anche negli Usa dove il Pil passa al +3,7% nel 2022 al +2,3% nel 2023: lo 0,3% in meno rispetto alle stime di inizio anno. Ancora più contenuta la ripresa nell’area euro «a causa degli effetti indiretti della guerra» che rendono l’Unione europea «il secondo maggior contributore alla revisione al ribasso complessiva» del Pil. Si stima che il Pil segnerà +2,8% per quest’anno e +2,3% per il prossimo, rispettivamente l’1,1% e lo 0,2% in meno rispetto a gennaio.

Inflazione in forte crescita

Secondo Fmi l’inflazione salirà del 5,3% in Italia (contro il +1,9% del 2021) e in egual misura per l’Eurozona, che si confronta con il +2,6% del 2021. Tra i principali paesi dell’area dell’euro l’Fmi stima un’inflazione al 5,5% in Germania, al 5,3% in Spagna, 5,2% in Olanda e 4,1% in Francia. Nel 2023 la situazione dovrebbe normalizzarsi, con previsioni del 2,3% per l’Eurozona, 2,9% per la Germania, 2,5% per l’Italia. La crescita dell’inflazione, secondo le tabelle del World Economic Outlook del Fmi, sarà più pronunciata negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Per gli Usa si prevede un +7,7% nel 2022 e +2,9% nel 2023; per il Regno Unito siamo al +7,4% nel 2022 e +5,3% nel 2026. In Russia l’inflazione è stimata al 21,3% nel 2022 (era il 6,7% nel 2021), e al 14,3% nel 2023. Vi sono poi alcune economie mondiali in cui l’inflazione è fuori controllo: la Turchia è vista chiudere il 2022 con un +60,5% (e +37,2% nel 2023), l’Argentina dovrebbe registrare +51,7% nel 2023 (era già al 48,4% nel 2021, scenderà di poco al 43,5% nel 2023).

19 Aprile 2022
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