Ucraina
12:38 pm, 16 Aprile 22 calendario

Ucraina, il no della Russia all’ingresso di Johnson

Di: Redazione Metronews
condividi

UCRAINA Nel 52esimo giorno dall’inizio della guerra in Ucraina arriva, dopo il bombardamento russo nella notte sull’aeroporto di Oleksandrìa, nella regione centrale ucraina di Kirovohrad che ha causato, secondo fonti locali, morti e feriti, arriva il “no” di Mosca all’ingresso del primo ministro britannico Boris Johnson. Divieto scattato anche  per altri esponenti del suo governo, tra cui il vice primo Ministro e ministro della Giustizia, Dominic Raab, i ministri degli Esteri e della Difesa, Elizabeth Truss e Ben Wallace. Divieto di ingresso in Russia anche per l’ex premier, Theresa May.

«Questo passo – si legge in una nota del ministero degli Esteri russo – è stato compiuto in risposta alla sfrenata campagna informativa e politica di Londra volta a isolare la Russia a livello internazionale e a creare condizioni per strangolare la nostra economia».

Intanto, la vice premier Iryna Vereshchuk afferma che sono 700 i militari ucraini prigionieri di guerra e oltre mille e i civili tenuti in stato di reclusione dai russi, mentre le chiese chiedono una tregua almeno per le feste religiose.

I ministri britannici banditi dalla Russia

Di seguito gli altri ministri banditi dalla Russia «in considerazione delle azioni ostili senza precedenti del governo britannico, in particolare l’imposizione di sanzioni contro funzionari russi», si legge in una nota del ministero degli Esteri di Mosca, nella quale si anticipa che la lista sarà ampliata. Per il momento il divieto è scattato per Dominic Raab, vice premier, Grant Shapps, ministro dei Trasporti, Priti Patel, ministro dell’Interno, Rishi Sunak cancelliere dello Scacchiere
Kwasi Kwarteng, ministro dell’Energia, Nadine Dorries, ministro della Cultura e del digitale
James Heappey, sottosegretario per le Forze armate, Nicola Sturgeon, premier scozzese
Suella Braverman, procuratore generale e per Theresa May, ex premier.

NYT, elicotteri russi al confine orientale della Ucraina

Intanto, secondo quanto scrive il New York Time citando fonti americane e ucraine, la Russia starebbe schierando elicotteri d’attacco al confine orientale dell’Ucraina. Mosca, si legge, sta cercando di consolidare le forze necessarie per la battaglia nell’est dell’Ucraina con l’obiettivo di raggiungere un risultato da presentare come una vittoria. Questo consolidamento potrebbe durare settimane e comprende anche l’invio di soldati e mezzi d’artiglieria. E quando scatterà l’offensiva, le fonti ritengono che sarà molto lunga e molto sanguinosa.

Cnn, attacchi e bombardamenti nell’est Ucraina

Le forze russe hanno intensificato attacchi e bombardamenti nell’est dell’Ucraina, in un’area fra Kharkiv, Donetsk e Luhansk, in vista di un’offensiva di terra. Lo riferisce la Cnn, citando fonti militari e delle amministrazioni regionali ucraine.
I russi stanno raggruppando e rafforzando le truppe attorno a Slobozhansky, a sud di Kharkiv. Uno degli obiettivi è bloccare Kharkiv, ancora sottoposta a persistenti bombardamenti. Per questo 22 battaglioni tattici russi sono stati concentrati vicino Izyum, spiega lo Stato maggiore ucraino. Di norma, ognuno di questi battaglioni comprende mille uomini. Nella regione di Donetsk, gli sforzi russi sono concentrati nella conquista delle città di Popasna e Rubizhne, oltre che nel prendere il pieno controllo del porto strategico di Mariupol. Il capo della regione di Luhansk, Serhii Haidai, riferisce di bombardamenti intensificati a Severodonetsk.

La situazione della città di Kiev

In questo clima l’amministrazione militare ucraina ha esortato su Telegram i residenti di Kiev a non tornare a casa perché, secondo quanto riporta Ukrinform, le truppe russe hanno ripreso a bombardare la capitale e l’intera regione anche perché “gli aiuti umanitari, i servizi di emergenza, i medici, i servizi pubblici e i militari non riescono a superare gli ingorghi”. «Non ignorate gli allarmi per i raid aerei – esortano ancora i funzionari ucraini -, rimanete al sicuro».

Il nuovo appello di Zelenski

Dal canto suo, il presidente ucraino, Zelenski ribadisce il suo appello rivolto all’Unione europea: «Dateci più armi per combattere, solo così prima avremo la pace. Sono già morti tra i 2500 e i 3mila nostri soldati e 10mila sono rimasti feriti».

 

16 Aprile 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo