Follia Ronaldo, distrugge il telefonino di un ragazzo autistico

Follia Ronaldo, distrugge il telefonino di un ragazzo autistico. Dopo il gesto poco nobile CR7  si è scusato (sui social non di persona) per aver strappato dalle mani di un giovane supporter dell’Everton il telefonino mentre questi scattava una foto dopo la sconfitta del Manchester United con l’Everton. Un gesto di stizza, un gesto senza scuse per Ronaldo, che ha distrutto il telefonino all’incredulo ragazzo.

Follia Ronaldo, distrugge il telefonino di un ragazzo autistico

Il filmato postato nei social vede la star del pallone portoghese distruggere il cellulare del tifoso avversario. L’episodio è accaduto dopo la sfida persa al Goodison Park. «Non è mai facile affrontare le emozioni in un momento difficile come quello che stiamo affrontando», ha scritto il campione 37enne sul proprio profilo Instagram. «In ogni caso, però, dobbiamo avere rispetto reciproco, pazienza ed essere di esempio ai più giovani che amano questo bellissimo gioco» ha aggiungo Ronaldo. «Voglio chiedere scusa per lo sfogo, e, se possibile, voglio invitare il tifoso a vedere il match all’Old Trafford nel segno del fair-play e della sportività». Un pentimento tardivo che però non basta a smacchiare la brutta figura.

La mamma di Jake (questo il nome del piccolo tifoso di 14 anni) si chiama Sarah e, ai microfoni del giornale Liverpool Echo, non ha fatto sconti a CR7.  La donna ha raccontato come ha vissuto quei momenti:  «Stavo piangendo, ero sconvolta. Jake è scioccato: è autistico e ha anche la disprassia, quindi nnon ha digerito quello che è successo». Poi, la sua versione dei fatti: «Eravamo nel Park End, vicino al tunnel per gli spogliatoi, Jake stava filmando tutti i giocatori dello United. Quando è arrivato Ronaldo, ha abbassato il telefono, perchè aveva una ferita nella gamba, lui lo ha aggredito, colpendogli la mano e rompendo il telefono. Un giocatore di calcio h aggredito un figlio autistico, ecco come la vedo da madre». La donna ha anche detto che non porterà ancora il figlio allo stadio.