Fifa, Infantino insiste: «Intitolare l’Olimpico a Paolo Rossi»

CALCIO – Intitolare lo stadio Olimpico di Roma a Paolo Rossi, il grande Pablito. L’idea è stata nuovamente proposta da Gianni Infantino, presidente della Fifa. Infantino, presente a Firenze, a Palazzo Vecchio, per la commemorazione per i 100 anni dalla nascita di Artemio Franchi, cui è intitolato lo stadio fiorentino, ha detto: «A proposito di Paolo Rossi, cosa aspettiamo a dare il nome dello stadio olimpico a lui? Non c’è calciatore italiano che ha fatto di più per lo sport e per l’Italia in un momento veramente difficile. Sono mesi – sottolinea Infantino – che cerco di capire chi decide, visto che qui ci sono tutti i dirigenti lancio un appello: dateci una mano a intitolare lo stadio olimpico a Paolo Rossi, credo che se lo meriti».

L’Olimpico per Paolo Rossi: una questione molto dibattuta

Paolo Rossi, per tutti gli italiani “Pablito”, eroe del Mundial 1982 ed ex stella del Lanerossi Vicenza e della Juventus, prima di approdare anche al Milan a fine carriera, è morto nel 2020 per malattia. L’idea di intitolargli l’Olimpico di Roma, come supremo omaggio, fu inizialmente proposta da Gravina, n°1 della Figc. Una mozione in tal senso fu perfino approvata dalla Camera dei deputati, mentre il presidente del Coni, Giovanni Malagò, aveva espresso un parere parzialmente scettico o dubbioso, preferendo sottolineare che, secondo lui, l’intitolazione a Rossi sarebbe stata perfetta solo per un eventuale nuovo stadio romano, non per il “vecchio” Olimpico.

La vedova di Pablito sarebbe stata felice

Ad ogni modo, la proposta di Gravina ha sempre raccolto pochi entusiasmi a Roma. Specie a livello di amministrazione capitolina: in sostanza, molti dei dubbi dipendono dal fatto che non esisterebbero legami specifici fra la storia gloriosa di questo calciatore e la Capitale.  Eppure, la vedova del giocatore, Federica Cappelletti, si era detta entusiasta: «La volontà c’è, per noi famiglia è un grande desiderio. Sarebbe bello intitolare a Paolo qualcosa che lo rappresenti davvero. Speriamo che ci si possa riuscire».