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3:15 pm, 4 Aprile 22 calendario
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Bucha, massacro e camera della tortura: Occidente sotto choc

Di: Redazione Metronews
Fosse comuni a Bucha
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Occidente sotto choc dopo la diffusione delle  immagini di decine di cadaveri nelle fosse comuni o sparpagliati per le strade intorno alla capitale ucraina nel villaggio di Bucha  dopo il ritiro russo.  Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato la città di Bucha, dove si è recato all’ospedale cittadino. “Questo è l’Olocausto del nuovo millennio, è una tragedia per l’ucraina, ma anche per l’Europa e il mondo”, ha detto il presidente del parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk a Bucha, in Ucraina, dopo essersi recato alle fosse comuni dove ci sono decine di corpi di cittadini del villaggio uccisi.

Zelensky ha accusato i soldati russi di essere dei “macellai”, la stessa parola usata nei giorni scorsi dal presidente americano Joe Biden per il presidente russo Vladimir Putin. In un videomessaggio Zelensky ha definito le forze armate russe “assassini, torturatori, stupratori, saccheggiatori” e poi, rivolgendosi alle madri dei soldati russi e facendo riferimento a quanto avvenuto a Bucha, ha aggiunto: “Anche se avete cresciuto dei saccheggiatori, come possono essere diventati anche dei macellai?… Hanno ucciso deliberatamente e con soddisfazione”.

Bucha, la camera della tortura

L’esercito ucraino ha trovato una camera di tortura allestita dai russi a Bucha, la cittadina alle porte di Kiev teatro – secondo Kiev – del «peggior massacro in Europa dalla seconda guerra mondiale». La camera della tortura, secondo l’agenzia ucraina Unian, era stata allestita in una struttura originariamente utilizzata come sanatorio per bambini: nel seminterrato sono stati trovati i cadaveri di un gruppo di uomini, rannicchiati, in posizione piegata e con le mani legate dietro la schiena.

Bucha: scoperto nome del comandante delle forze russe

Fonti dei media ucraini hanno diffuso questa mattina alcune informazioni sul presunto comandante delle truppe russe a Bucha. Fonti dei media ucraini hanno diffuso stamattina informazioni circa l’identità del presunto comandante delle truppe russe a Bucha, responsabili del massacro nella città appena liberata. Secondo gli attivisti di InformNapalm l’unità militare 51460, 64a brigata di artiglieria motorizzata coinvolta in crimini di guerra a Bucha, sarebbe stata comandata dal Tenente Colonnello Omurbekov Asanbekovich, del quale si riportano anche i recapiti privati. A breve saranno diffusi i dettagli che hanno portato a questa indicazione. A Bucha sono ormai centinaia le vittime – per lo più civili, uccisi a sangue freddo – scoperte in quello che è al momento il massacro più grave dall’invasione russa del 24 febbraio scorso.

Le testimonianza

Le ”persone morte per la strada”, le ”macchine che saltavano in aria” e ”la paura dei cecchini nascosti dappertutto’‘ in quella che era diventata ”una città fantasma”. Questo il massacro di Bucha, ”una catastrofe indescrivibile”, vista dall’imprenditore torinese Gianluca Miglietta quando, dopo sei giorni e sei notti nello scantinato del condominio dove viveva alle porte di Kiev, ha deciso di uscire per mettersi in salvo. ”Una decisione difficile, poteva essere il mio momento e invece grazie a Dio ce l’abbiamo fatta, ma per altri non è stato così”, dice ad Adnkronos dalla provincia di Torino dove ora si trova insieme alla moglie Iryna e ai loro due cani. ”Il mio cervello è ancora sotto shock” e ”per me è impossibile dimenticare quello che ho visto”, anche se le immagini di Bucha circolate in questi giorni rappresentano ”l’un per cento della realtà orribile che sta vivendo l’Ucraina”. Cita, a proposito, ”il massacro delle donne, stuprate e uccise. Poi gli passano sopra con il carro armato, come si può definire tutto questo?”. Per Miglietta, che in Ucraina aveva fondato l’azienda di cosmesi ‘Naturelle Haute Cosmetique’, quello in atto è ”un genocidio, vogliono sterminare un intero popolo, quello ucraino”.

Dalle immagini viste dall’Italia, Miglietta ha riconosciuto ”la mia chiesa, quella di fronte a casa mia a Bucha, dove andavo il sabato o la domenica. C’era un prato, lo stavano sistemando prima della guerra, e ora c’è una fossa comune, sacchi neri con dentro corpi”. E poi ci sono ”le madri e i figli che vengono seppelliti nei terreni di fronte ai condomini. Non sono più persone, non ci sono più i visi, non hanno più le identità, non sono più riconoscibili. E’ atroce”. Il suo pensiero va a quel 2 marzo in cui è riuscito a uscire dallo scantinato.

4 Aprile 2022
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