Qatar 2022
6:17 pm, 3 Aprile 22 calendario
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No del Qatar alle bandiere Lgbt+, insorge l’Arcigay

Di: Redazione Metronews
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CALCIO – Ai mondiali di calcio in Qatar non sarà consentito di sventolare o esporre le bandiere arcobaleno simbolo del movimento Lgbt+. Insorgono i rappresentanti del mondo “arcobaleno”, Arcigay in testa. L’avvertimento era stato lanciato dal responsabile per la sicurezza della manifestazione, il generale Abdulaziz Abdullah al-Ansari, in alcune interviste ai media internazionali. «Se un tifoso alzerà la bandiera arcobaleno e io gliela porterò via, non è perchè voglio davvero farlo», ha spiegato il presidente del Comitato nazionale antiterrorismo del ministero dell’Interno, «non è un insulto ma un gesto per proteggerlo, perchè se non lo farò io, qualcun altro intorno potrebbe attaccarlo. Non posso garantire per il comportamento delle altre persone. Gli dirò: per favore, non c’è bisogno di alzare davvero quella bandiera, qui allo stadio. Vuoi dimostrare la tua opinione sulla situazione, fallo in una società in cui sarà accettata». E aveva aggiunto: «Prenotare la stanza insieme, dormire insieme, questo è qualcosa che non ci riguarda, siamo qui per gestire il torneo. Non andiamo oltre. Qui non possiamo cambiare le leggi. Non puoi cambiare religione per 28 giorni di Coppa del Mondo. I tifosi hanno comprato il biglietto per vedere la partita, non per venire allo stadio e fare un gesto politico o difendere un ideale».

Uno scatto del 1° aprile del sorteggio per i Mondiali in Qatar a Doha (Lapresse)

Arcigay e Lgbt+: Arlati e Piazzoni protestano

«Le recenti dichiarazioni del generale Abdulaziz Abdullah al-Ansari, capo della sicurezza del mondiale di calcio in Qatar, in merito al divieto per i tifosi Lgbti+ di poter sventolare negli stadi le bandiere arcobaleno e più in generale di poter liberamente essere se stessi, pone ancora una volta la questione della necessità di garantire la sicurezza e la libertà per i tifosi provenienti da tutto il mondo in occasione degli eventi sportivi internazionali, soprattutto nei paesi in cui l’omosessualità è perseguita per legge», ha dichiarato Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Gli fa eco Marco Arlati, responsabile sport della segreteria nazionale di Arcigay: «In occasione di questi grandi eventi sportivi la questione dei diritti civili è sempre di più posta al centro dell’attenzione, ed è necessario che le istituzioni sportive internazionali facciano capire ai paesi ospitanti che candidarsi per ospitare giochi internazionali vuol dire candidarsi anche ad ospitare tutte le diversità e differenze presenti nel mondo e non si può avere una cosa senza l’altra. Questi eventi sportivi possono costituire un volano per la diffusione dei diritti in quei paesi che non li riconoscono, a patto che le istituzioni sportive internazionali tengano la schiena dritta esigendo dai paesi ospitanti la piena sicurezza e libertà per giocatori e tifosi», conclude Arlati.

3 Aprile 2022
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