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10:27 pm, 3 Aprile 22 calendario

La Ue pensa a tagliare il gas russo. Ecco le difficoltà

Di: Redazione Metronews
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Dopo il massacro di Bucha, l’Unione Europea deve valutare il divieto di importare il gas russo. Lo ha sottolineato la ministra della Difesa tedesca, Christine Lambrecht, nel corso di un’intervista all’emittente Ard. “Deve esserci una risposta. Tali crimini non devono rimanere senza risposta”, ha affermato.

Il gas russo e l’Europa

Ora dunque accelera per tutta Europa la misura già adottata dagli Usa. Ma l’Europa è fortemente dipendente dalla Russia per il suo gas, e questo è il problema.
Nel 2021 l’Ue ha importato il 45% del gas dalla Russia. Ovvero oltre 380 milioni di metri cubi  al giorno tramite gasdotto, per un totale di circa 140 miliardi di metri cubi all’anno, secondo l’Iea. Altri 15 miliardi di metri cubi sono stati consegnati sotto forma di gas naturale liquefatto (gnl).

Una volta bloccato l’import da Mosca, la difficoltà principale per l’Europa sarà quella di armonizzare le politiche (e le dipendenze) energetiche europee che sono allo stato differenti e scollegate le une dalle altre. La Commissione europea si appresta a presentare una proposta di regolamento affinchè entro il 1 novembre 2022 gli Stati Ue assicurino il riempimento degli stoccaggi almeno al 90% della loro capacità. A febbraio, maggio, luglio e settembre sono previsti obiettivi intermedi per garantire che il target finale sia rispettato e ci sia tempo per correggere la rotta. Il periodo di riempimento degli stoccaggi è fissato dal 1 aprile al 30 settembre. L’impegno si affianca all’acquisto volontario comune di gas per avere prezzi migliori nelle trattative con i venditori oltre al price cap il cui limite potrebbe essere intorno agli 80 euro/Mwh.

Germania e Italia

La situazione più critica in Europa, oltre ad alcuni paesi dell’Est, è proprio quella della Germania che nel 2020 importava dalla Russia circa il 65% del gas (dati Iea) pari a 42,6 miliardi di metri cubi, seguita dall’Italia con 29,2 miliardi di mc. La dipendenza energetica tedesca nei confronti della Russia è peggiorata dall’11 marzo 2011, data dell’incidente nella centrale nucleare giapponese di Fukushima. A seguito dell’evento, Berlino ha deciso di uscire dal nucleare, incrementare l’import di gas dalla Russia con il Nord Stream 2 e puntare forte sull’eolico offshore. A fine anno il paese avrebbe dovuto spegnere le ultime tre centrali nucleari in funzione (erano 8 nel 2011) ma il governo sta seriamente valutando di lasciarle accese.

Il secondo paese europeo maggiormente dipendente dal gas di Mosca è l’Italia. Importa il 38% del gas che consuma pari a circa 29 miliardi di mc. La dipendenza è aumentata negli anni se si pensa che nel 2012 la percentuale era intorno al 30%. La produzione nazionale è scesa ai minimi, circa 3 miliardi di mc ma il governo ha intenzione di aumentarla dai giacimenti in funzione (senza nuove trivellazioni). L’Italia importa il 95% del gas che consuma (circa 72 mld di mc).

Austria, Ungheria, Slovenia e Slovacchia ottengono circa il 60% del loro gas naturale dalla Russia, mentre la Polonia ne fornisce l’80%.

3 Aprile 2022
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