agricoltura
1:53 pm, 27 Marzo 22 calendario

Al via le semine, ma l’incognita è la siccità

Di: Redazione Metronews
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Sulle prime semine primaverili di mais, soia e girasole in Italia pesa l’incognita della siccità. Soprattutto al nord dopo un inverno che ha lasciato l’Italia con 1/3 di pioggia in meno ma con precipitazioni praticamente dimezzate al Nord dove è allarme siccità.

La siccità e le coltivazioni aggiuntive

A dirlo è Coldiretti nell’annunciare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea della decisione di esecuzione UE 2022/484 dell’Unione Europea che libera per la coltivazione 4 milioni di ettari aggiuntivi in Europa dei quali 200mila in Italia. Una decisione che – sottolinea la Coldiretti – dovrebbe consentire all’Italia di aumentare di 15 milioni di quintali la produzione di cereali necessari per ridurre la dipendenza dall’estero. Una partenza rallentata ed in ritardo per la mancanza di precipitazioni necessarie alla lavorazione dei terreni e alla germinazione delle coltivazioni nelle aree più vocate ma anche per i forti aumenti di costi con più di 1 azienda agricola su 10 (11%) in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo.

I maggiori incrementi percentuali di costi correnti (dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi fino al +129% per il gasolio) sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato.

La situazione climatica  rischia di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche di mais e soia, fondamentali per l’alimentazione degli animali, con i raccolti nazionali che coprono rispettivamente appena il 53% e il 27% del fabbisogno italiano secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

Va tuttavia segnalato – precisa la Coldiretti – che tra pochi mesi inizierà la raccolta del grano seminato in autunno in Italia dove secondo l’Istat si stimano 500.596 ettari a grano tenero per il pane, con un incremento dello 0,5% mentre la superfice del grano duro risulta in leggera flessione dell’1,4% per un totale di 1.211.304 ettari anche se su questa prima analisi pesano i ritardi delle semine per le avverse condizioni climatiche che potrebbero portare a rivedere il dato al rialzo.

Positiva, secondo la Coldiretti, è anche la notizia della prima spedizione di migliaia di tonnellate di mais dall’Ucraina attraverso il treno diretto ai confini ovest con i porti del Paese che rimangono bloccati a causa dell’invasione russa. Una notizia importante per l’Italia che acquista mais sui mercati esteri per oltre 6 milioni di tonnellate provenienti prevalentemente da Ungheria 30% (1,85 milioni di tonnellate), Slovenia 13% (780 mila tonnellate) e appunto Ucraina 13% (770 mila tonnellate), secondo lo studio Divulga. “Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”.

27 Marzo 2022
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