Teatro Milano
11:02 am, 16 Marzo 22 calendario

Menotti, “Feste” dei Familie Flöz in prima milanese

Di: Patrizia Pertuso
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TEATRO Un graditissimo ritorno e una prima milanese per Familie Flöz al Teatro Menotti dal 22 marzo al 3 aprile. Per chi se lo fosse perso Teatro Delusio sarà in scena dal 22 al 24 marzo, mentre per gli appassionati di questa compagnia che fa della maschera il suo tratto distintivo e del corpo il fulcro della messinscena arriva, dal 25 marzo al 3 aprile, il nuovissimo Feste.

Il ritorno di Teatro Delusio

Lo spettacolo di Paco González, Björn Leese, Hajo Schüler (sue le maschere) e Michael Vogel anche regista e scenografo, vedrà in scena Andrès Angulo, Johannes Stubenvoll e Thomas van Ouwerkerk che sulle musiche di Dirk Schröder e con i costumi di Eliseu R. Weide, prenderanno per mano lo spettatore facendogli vivere una deliziosa esperienza di teatro nel teatro.

Tre tecnici di scena instancabili, divisi dal luccicante mondo del palcoscenico solo da  un misero sipario eppur lontani da esso anni luce, lottano per realizzare i propri sogni: Bernd, sensibile e cagionevole, cerca la felicità nella letteratura, ma la trova improvvisamente personificata nella ballerina tardiva; il desiderio di riconoscimento di Bob lo porterà al trionfo e alla distruzione, mentre Ivan, il capo del backstage che non vuole perdere il controllo sul teatro, finirà per perdere tutto  il resto. Le loro vite all’ombra della ribalta si intrecciano nei modi più strani al mondo scintillante dell’apparenza. E all’improvviso i tre personaggi si ritroveranno ad essere i protagonisti di quel palcoscenico che in fondo equivale al loro mondo.

In una continua alternanza tra backstage e scena si susseguono diversi generi teatrali: dal mondo opulento dell’opera a selvaggi duelli di spada passando per intrighi lucidamente freddi a scene d’amore passionali. In questo “gioco” prendono corpo ben 29 personaggi che, contraddistinti dalla maschera che indossano e che rappresenta il modo di essere di ciascuno di loro, daranno vita a quel particolare modo di far teatro che tanto si avvicina ad una poesia venata da misteriosa comicità.

Feste, la prima milanese di Familie Flöz

Familie Flöz presenta al Menotti (www.teatromenotti.org) in prima milanese il nuovo Feste, un’opera di Andres Angulo, Björn Leese, Hajo Schüler, Johannes Stubenvoll, Thomas van Ouwerkerk, Michael Vogel, interpretata da Andres Angulo, Johannes Stubenvoll e Thomas van Ouwerkerk.

In una maestosa villa sul mare tutto è pronto per festeggiare un matrimonio. Dietro la villa si nasconde un cortile sporco e caotico, dove il personale lavora senza sosta per cucinare, preparare, sorvegliare, pulire e riordinare. In un poetico equilibrio fra tragedia e comicità, gli adorabili personaggi di Feste fanno del loro meglio perché tutto funzioni a meraviglia, lottano per la loro dignità e per avere il rispetto da parte dei ricchi padroni. Improvvisamente il mare scompare, lasciando solo un deserto di sabbia e pietra. Per un momento tutto si ferma, anche se la musica continua a suonare sempre più forte. La celebrazione dell’amore deve continuare, nonostante tutto.

Feste è una favola per adulti, senza parole, come sempre nella tradizione della compagnia. Una storia tragicomica sul perseguimento della felicità individuale, dietro la quale c’è di più: come gli angeli di Paul Klee, le maschere testimoniano con la loro silenziosa immobilità, l’impetuosa follia del progresso.

Il teatro dei Familie Flöz

La compagnia residente a Berlino si rivolge al teatro con mezzi anti-linguistici, tutto ciò che viene prima del parlato. Tolta la voce e nascosto il volto dietro splendide maschere, quel che resta è il corpo. Ed è proprio da qui che si ritrova l’origine di ogni situazione drammatica.

«Tutte le pièce teatrali hanno origine da un   processo creativo-collettivo – racconta la compagnia -, nel quale tutti gli interpreti fungono anche da autori di figure e di situazioni. Nel corso di svariate improvvisazioni, il gruppo individua un tema, raccoglie materiale drammatico e ne discute ancora molto a lungo, prima di mettere in gioco le maschere».

«Similmente a un testo – prosegue Familie Flöz – una maschera porta con sé non solo una forma, ma anche un contenuto. Il   processo di sviluppo di una maschera, che va dalla sperimentazione sul palco, fino alla simbiosi attore/maschera è determinante per il risultato. Il paradosso fondamentale della maschera, cioè il fatto di celare un viso animato dietro una forma statica e con essa di creare figure viventi, costituisce per l’attore una vera e propria sfida da raccogliere. E non solo per lui. La maschera prende vita innanzitutto nell’immaginazione dello spettatore, il quale in questo modo ne diventa, in una certa misura, anche il creatore».

La staticità, paradossalmente, non appartiene a queste maschere anche se queste non subiscono alcuna variazione: ciò che cambia è la fruizione che ciascuno spettatore vive emotivamente di quello che vede in scena: un corpo che rallenta, accelera, comprime o espande i movimenti per illustrare azioni ed emozioni senza la necessità di re-citarle.

Non c’è alcuna re-citazione né citazione in questi spettacoli. C’è solo la poesia di “prima” che non viene ingabbiato nel lessico ma liberato nel corpo dei performer, lasciato fluire dalla scena alla platea e viceversa. Un work in progress che prosegue anche una volta terminato lo spettacolo, quando solitamente Familie Flöz si tolgono le maschere e restano in scena seduti ad osservare il pubblico. E spesso, se questo non se ne va, lo incoraggiano a lasciare la sala tra gesti e ammiccamenti di una elegante comicità.

biglietteria@teatromenotti.org – tel. 0282873611

PATRIZIA PERTUSO

 

 

 

 

 

16 Marzo 2022
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