Taiwan, incursione di 13 caccia cinesi. Taipei spiega i missili

Ancora una incursione dei caccia della Cina nei cieli di Taiwan. Ben 13 aerei militari cinesi hanno violato lo spazio aereo di difesa dell’isola, proprio mentre a Roma erano in corso i colloqui tra il direttore della Commissione Affari Esteri del Partito Comunista Cinese, Yang Jiechi, il diplomatico di più alto livello di Pechino, e il consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan.
Caccia J-16 e J-10 su Taiwan
Secondo i dati del ministero della Difesa di Taipei, a violare lo spazio aereo di Difesa di Taiwan sono stati cinque caccia J-16 e sette caccia J-10, oltre a un Y-8, impiegato per il trasporto tattico. In risposta all’incursione – una delle più alte per numero di velivoli coinvolti dal 23 gennaio scorso, quando furono 39 gli aerei militari cinesi a violare lo spazio aereo di Difesa dell’isola – Taiwan ha lanciato l’avvertimento e spiegato i propri missili per «monitorare le attività» di Pechino.
La Cina rivendica la sovranità su Taiwan e non intende rinunciare alla «riunificazione» dell’isola con la Repubblica Popolare Cinese: la questione di Taiwan rimane il nodo più difficile da sciogliere nei rapporti con gli Stati Uniti, e Pechino si oppone a ogni forma di contatto ufficiale tra funzionari di Washington e le autorità di Taipei.
Cina e Usa
La Cina ha espresso «profonda preoccupazione» e «ferma opposizione» alle «parole e azioni sbagliate» degli Stati Uniti sulle questioni relative a Taiwan e avverte gli Usa che «qualsiasi tentativo di condonare e sostenere le forze separatiste» dell’isola, come Pechino considera l’amministrazione guidata da Tsai Ing-wen, «non avrà mai successo», ha detto il direttore della Commissione Affari Esteri del Partito Comunista Cinese, Yang Jiechi, durante l’incontro con il consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, svoltosi a Roma, nel quale i due alti funzionari di Pechino e Washington hanno discusso anche della guerra in Ucraina.
La Cina, ha aggiunto Yang, citato in una nota emessa dalla Cctv, «chiede agli Stati Uniti di riconoscere l’elevata sensibilità della questione di Taiwan, rispettare il principio dell’unica Cina», che per Pechino prevede la «riunificazione dell’isola alla Cina, «le disposizioni dei tre comunicati congiunti e gli impegni presi dagli Stati Uniti, e di non scendere sempre più in basso lungo una strada molto pericolosa».
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