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4:18 pm, 12 Marzo 22 calendario

Accise e Iva pesano per la metà sul prezzo di benzina e diesel

Di: Redazione Metronews
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Il fisco, tra accise e Iva, pesa per la metà sul prezzo di benzina e diesel. Le tasse sui carburanti sono state negli anni lo strumento più ricorrente per far fronte alle situazioni di emergenza: dalla guerra in Abissinia del 1935 al terremoto del 2012 in Emilia, passando per la tragedia del Vajont del 1963 e l’alluvione di Firenze del 1966. Gli aumenti di tassazione da una tantum sono diventati poi organici, senza quindi mai sparire davvero.

Accise e Iva, tributo indiretto

Le accise infatti sono un tributo indiretto, ovvero una tassa che lo Stato pone sulla fabbricazione o sulla vendita di prodotti di consumo e viene incluso nel prezzo di vendita. Come nel caso della benzina. Solitamente le accise sono applicate dallo Stato per far fronte a situazioni di emergenza perché rappresentano un gettito sicuro, costante e immediato. Ma una volta conclusa la situazione di urgenza, non vengono mai tolte e quindi si accumulano. Si tratta di un costo fisso che, secondo quanto rilevato dalla Unem, Unione Energie per la Mobilità, sulla base della rilevazione settimanale ministeriale, al marzo 2022 pesa per 0,728 euro sul prezzo della benzina e 0,617 per il gasolio auto. Ma sul prezzo agiscono anche altri costi fissi e variabili, come ad esempio l’Iva al 22% e il prezzo del petrolio. Sempre secondo quanto riportato da Unem, al 7 marzo 2022 l’Iva pesa per 0,352 centesimi ogni litro di benzina e 0,330 per il diesel.

Benzina: su 1,95 euro/litro di costo, 1,081 euro sono di imposte e 87 centesimi di costo industriale

In base alla stessa rilevazione al 7 marzo il prezzo al consumo della benzina era di 1,95 euro al litro di cui 1,081 euro di imposte e 87 centesimi di costo industriale. Il diesel invece costava 1,82 euro al litro di cui 94 centesimi di penalizzazione fiscale e 88 centesimi di prezzo industriale.

Il fisco pesa così per il 55% del costo finale per la benzina e per il 51% di quello del gasolio.

Tolte le imposte, il prezzo medio dei carburanti risulta, quindi, inferiore alla media europea. L’Italia infatti è prima per quanto riguarda il peso percentuale sui costi dei carburanti. Nel caso della benzina il primato è condiviso con Olanda e Grecia, mentre per il diesel è al top, con la Francia seconda col una penalizzazione fiscale del 53,1% e il Belgio con peso fiscale al 52,2%. In fondo alla classifica ci sono invece la Romania per la fiscalità sulla “verde” e l’Estonia per il gasolio.      Tra i costi variabili che incidono sul prezzo finale dei carburanti c’è anche quello del petrolio (calcolato al barile), e quello della raffinazione. Ultima voce della composizione riguarda il margine lordo, ovvero ciò che è destinato alla distribuzione (movimentazione, distributori, etc) e si tratta del costo minore. Secondo quanto riportato dall’Unem al 7 marzo 2022 il prezzo industriale pesa per 0,87 euro per la benzina e 0,88 per il diesel.

12 Marzo 2022
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