No Tav: 13 arresti per gli attacchi ai cantieri

Resistenza aggravata a pubblico ufficiale e violenza privata aggravata, nell’ambito della mobilitazione contro la Tav in Val di Susa. Sono le accuse che oggi hanno portato all’esecuzione di 13 misure cautelari (di cui due in carcere, due arresti domiciliari, e nove tra obblighi di firma e divieti di dimora a Chiomonte e Giaglione), nei confronti di leader e militanti del centro sociale torinese Askatasuna. All’alba la Digos ha effettuato anche due perquisizioni nei centri sociali Askatasuna e Neruda. Sono una quindicina gli episodi, dal 2020 a oggi, contestati ai tredici indagati. Tra loro Giorgio Rossetto, storico leader di Askatasuna, finito in carcere con Umberto Raviola, 32 anni, anche lui volto noto del centro sociale. Ai domiciliari sono finiti Donato Laviola, 33 anni, e Alice Scavone, 30 anni. La Digos ha depositato in Procura circa diecimila pagine sulle lotte No Tav in Val Susa e a Torino.
Gli inquirenti hanno riferito che durante gli attacchi ai cantieri Tav di Chiomonte e San Didero, il materiale video-fotografico ed i sequestri effettuati sui luoghi «hanno consentito di raccogliere elementi per dimostrare l’utilizzo di artifici pirotecnici, materiale infiammabile, pietre e bulloni, fionde, frombole, tubi da lancio per razzi e altri strumenti da lancio artigianali.

Accuse pesanti, ma che avrebbero potuto esserlo di più, visto che la procura torinese aveva ipotizzato anche l’associazione eversiva nei confronti dei 13 fermati. Il gip, Stefano Vitelli, ha però ritenuto di procedere soltanto per i reati di resistenza aggravata e pubblico ufficiale e violenza privata aggravata. A quanto si apprende da fonti vicine agli inquirenti, la procura starebbe però valutando di presentare ricorso.
Immediata la reazione del fronte No Tav: «L’operazione condotta questa mattina tenta nuovamente di indebolire il movimento riproponendo la solita retorica a cui ci hanno abituato questura e procura nella nostra lotta ultratrentennale: si tenta di praticare una distinzione tra buoni e cattivi all’interno del movimento, si cerca di ricostruire fantasiose regie oscure e si ripropone nuovamente un’inversione tra aggressori e aggrediti», si legge in una nota. «L’obbiettivo è ben chiaro – prosegue il movimento – costruire il clima per tentare di silenziare le resistenze dei Mulini e di San Didero che in questi anni hanno rappresentato, nonostante le difficoltà della pandemia, due esperienze importanti di lotta popolare e opposizione al business della grande opera inutile». «Il nostro è un movimento con decenni di storia alle spalle, abbiamo sempre deciso collettivamente come portare avanti la nostra resistenza, non ci faremo certo intimorire da questa operazione, consapevoli che in questi tempi di guerra, crisi climatica e sociale la nostra lotta, nel nostro piccolo, è uno spiraglio per costruire una speranza per il futuro», conclude la nota.
Altri 14 milioni per la Tav
E proprio nel giorno degli arresti, Regione Piemonte ha annunciato lo stanziamento di ulteriori 14 milioni di euro per la realizzazione di 11 opere di accompagnamento della Torino-Lione. Somme che saranno trasferite al Comune di Chiomonte, che andranno a finanziare gli interventi approvati relativi a: potenziamento degli itinerari sentieristici e turistici; riqualificazione agricola e recupero della viticoltura Chiomontina; manutenzione straordinaria dell’impianto idroelettrico Touron; realizzazione dell’impianto a biomasse al Frais; realizzazione di impianti fotovoltaici e solari termici su edifici pubblici; manutenzione straordinaria delle reti di illuminazione pubblica e videosorveglianza; completamento della rete metano nel territorio comunale; allacciamenti alla rete gas; nuovo impianto idroelettrico di Combascura; riqualificazione di aree destinate a parcheggio; interventi per garantire l’accessibilità veicolare alla frazione Frais.
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