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11:50 am, 10 Marzo 22 calendario

Grano e mais, “grandi problemi”. Tagliate razioni agli animali

Di: Redazione Metronews
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Grano e mais? «Ci troviamo in una situazione di crisi. Oggi ho convocato tutte le associazioni di categoria della filiera dei cereali, dai produttori di semi fino alla grande distribuzione, in modo da trovare tutti insieme una soluzione». Lo ha detto Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, a Radio anch’io.

Grano e mais, situazione grave

«Oltre al grano, ho convocato il tavolo del resto dei cereali: penso soprattutto al mais, che è quello che la sta pagando più di tutti. Abbiamo grandi problemi sul mais e sul girasole. L’olio di semi di girasole – ha aggiunto – sta per diventare introvabile, mentre con il mais si dà da mangiare agli animali quindi ci sarà un problema con la zootecnia. Chiederemo all’Europa di sbloccare un milione di ettari, quelli bloccati dai fondi di rotazione e soprattutto ci sono dei terreni inutilizzati, per salvare il salvabile. Fino a fine marzo il mais lo si può ancora piantare».

«Tra i nostri fornitori, l’Ucraina, nel 2021, ha fornito il 3% delle importazioni di frumento tenero e il 13% di mais mentre la quota dell’Ungheria è, rispettivamente, del 23% e del 32%. La diversificazione dei mercati di approvvigionamento è in gran parte possibile e implica il dover ricorrere, in primo luogo, ad altri Paesi europei, come ad esempio Francia e Germania per quanto riguarda il frumento tenero. Altre diversificazioni su mais, olio di girasole, fertilizzanti, panelli di estrazione di olio di girasole». Lo ha affermato in Consiglio dei ministri il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, nella sua relazione sull’agroalimentare e la crisi in Ucraina.

Tagliate razioni agli animali

La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani che si trovano a fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale a causa dell’esplosione dei costi dei mangimi e del blocco alle esportazioni di mais dall’Ucraina ed anche dall’Ungheria, con una decisione unilaterale di Budapest che compromette il mercato unico europeo e mina le fondamenta stesse dell’Unione Europea. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento alla drammatica situazione nelle fattorie italiane che sono costrette a lavorare in perdita per riuscire a nutrire i propri animali per effetto della carenza di materie prime che ha costretto ai primi razionamenti anche i supermercati con Unicoop Firenze dove si è deciso di mettere un tetto per chi compra olio di semi di girasole, farina e zucchero.

La decisione degli allevamenti sta – sottolinea la Coldiretti – provocando effetti sulle forniture alimentari con riduzioni della produzione di latte, carne e uova in un’Italia che è già pesantemente deficitaria in tutti i settori dell’allevamento e produce appena il 51% della carne bovina, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento.
Con la decisione dell’Ungheria di ostacolare le esportazioni nazionali di cereali, soia e girasole, è a rischio un allevamento tricolore su quattro che dipende per l’alimentazione degli animali dal mais importato dal Paese di Orban e dall’Ucraina che hanno di fatto bloccato le spedizioni e rappresentano i primi due fornitori dell’Italia del prezioso e indispensabile cereale. Dall’Ungheria sono arrivati in Italia ben 1,6 miliardi di chili di mais nel 2021 mentre altri 0,65 miliardi di chili dall’Ucraina per un totale di 2,25 miliardi di chili che rappresentano circa la metà delle importazioni totali dell’Italia che dipende dall’estero per oltre la metà (53%) del proprio fabbisogno, secondo le analisi della Coldiretti.

“E’ a rischio il futuro della fattoria italiana se non vengono riconosciuti i giusto compensi che tengano conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi” afferma Prandini nel sottolineare che è “una crisi che colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire un settore che complessivamente tra latte, carne e uova genera un giro d’affari di circa 40 miliardi di euro ed è ai primi posti nel mondo per qualità e sostenibilità. “La stabilità della rete zootecnica italiana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia nazionale ma ha una rilevanza sociale e ambientale” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare che “quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate, dall’interno alla montagna”.

10 Marzo 2022
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