8 marzo
3:09 pm, 8 Marzo 22 calendario

Asili: pochi quelli pubblici e carissimi quelli privati

Di: Redazione Metronews
condividi

Nel nostro Paese molte donne si vedono spesso costrette a rinunciare al proprio lavoro dopo una maternità. Una delle principali cause è rappresentata dal fatto che ogni anno troppe famiglie rischiano di restare escluse dalle graduatorie degli asili nido comunali, mentre le strutture private hanno rette difficili da sostenere. Ma quanto pesa effettivamente questa voce sul portafoglio di una famiglia che vuole mandare il figlio in una struttura privata? Secondo l’inchiesta di Altroconsumo che ha coinvolto 350 nidi privati di 8 città italiane (Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino), per mandare un bambino in un nido privato oggi, si arriva fino a 620 euro al mese, ovvero oltre un quinto del reddito medio di una famiglia. Un prezzo salato, per un servizio così essenziale. Inoltre, l’Istat ha fotografato le carenze dei servizi per la prima infanzia: i posti disponibili nei nidi sono ancora al di sotto dell’obiettivo fissato dal Consiglio europeo di Barcellona nel 2002, ovvero un posto per almeno il 33% dei bambini entro il 2010. È necessario quindi un cambio di rotta con un ampliamento dei nidi e costi delle rette maggiormente sostenibili.

Importo medio 620 euro mensili

Per questa inchiesta Altroconsumo si è calata nei panni di una famiglia che, per motivi lavorativi, ha necessità di lasciare un bambino di 18 mesi al nido per il numero massimo di ore,analizzando quali possibilità offrono i nidi privati in queste città, in termini di ore (massime e minime) di frequenza giornaliera, mettendole a confronto con le tariffe praticate. Il dato che emerge complessivamente denota un elevato costo medio delle rette; l’importo, infatti, si aggira intorno ai 620 euro mensili (inclusi pasti, pannolini e spese di iscrizione) per il numero massimo di ore frequentabili in media, cioè 10. Nel caso in cui il bambino frequentasse il nido “part-time”, cioè in media 5 ore, la retta mensile è in media di 480 euro che, rapportati al numero inferiore di ore, corrispondono a 4,84 euro l’ora contro i meno cari 3,13 di chi resta al nido per il tempo massimo.

Gli asili più cari a Milano

Dall’analisi territoriale emerge che Milano è la città più cara: una famiglia del posto, infatti per la fascia di frequenza più ampia sprende 3,84 euro all’ora, ovvero il 22% in più rispetto alla media delle altre città incluse nell’inchiesta. Bologna segue a ruota (21% in più). Nel Sud del Paese troviamo nidi meno cari: a Palermo si spendono 2,09 euro all’ora per una frequenza di 10 ore e 2,75 euro all’ora per 5 ore; a Napoli rispettivamente 2,28 e 3,20 euro all’ora. La retta del nido, nel caso di una struttura privata, pesa sul bilancio per oltre 1/5 del reddito medio annuo di un nucleo familiare (quasi il 22%), considerando il reddito netto medio annuo di una famiglia (Istat) pari a 31.641 euro e 11 mesi di frequenza.

Solo 3 asili su 7 aperti ad agosto

Altroconsumo ha, inoltre, indagato sulle aperture e chiusure durante i mesi estivi, tema di particolare interesse per i genitori che lavorano anche in quest periodo. È stato, quindi, verificato quanto esteso sia il periodo di chiusura dei vari nidi e se siano previste attività alternative o centri estivi. Dall’inchiesta emerge che luglio è coperto dalla quasi totalità delle strutture (94%). Ad agosto invece sono ben 7 nidi su 10 quelli che chiudono. Tra le città esaminate risulta che Firenze ha il maggior numero di nidi chiusi sia in luglio (20%), sia in agosto (95%). Bologna invece è la città con più strutture aperte sempre o per qualche settimana durante il mese di agosto (50% dei nidi per tutto il mese o in parte), seguita da Milano e Napoli (45% delle strutture aperte).

 

8 Marzo 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo