Milano
2:31 pm, 8 Marzo 22 calendario

In Lombardia 2114 donne maltrattate in famiglia in dieci mesi

Di: Redazione Metronews
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«In occasione della ricorrenza dell’8 marzo, oltre a ricordare le battaglie vinte dalle donne e per le donne nel corso degli anni e che portano a ben sperare sul raggiungimento di un’uguaglianza concreta e reale, è necessario ricordare che vi sono determinati reati che vedono come principali vittime le donne». Numeri sconfortanti quelli che rende noti Elisabetta Aldrovandi, Garante per la tutela delle vittime di reato di Regione Lombardia.  In Lombardia, secondo i dati forniti dal Ministro dell’interno, per il periodo gennaio/ottobre 2021 le donne che hanno denunciato atti persecutori sono state 1.168 a fronte di 412 uomini. Le donne che hanno segnalato maltrattamenti in famiglia sono state 2.114 a fronte di 462 uomini, mentre le donne che hanno denunciato violenza sessuale sono state 619 a fronte di 72 uomini.

Su 100 persone pericolose, 16 per reati di genere

A Milano su cento persone ritenute socialmente pericolose, più di sedici lo sono per avere commesso reati orientati dal genere. E’ quanto emerge da un’analisi sui 213 decreti emessi dal primo gennaio 2021 al 8 marzo dalla sezione autonoma misure di prevenzione del tribunale di Milano, presieduto da Fabio Roia. Di questi, 35 riguardano la tutela di donne violenze per una percentuale pari al 16,4 per cento. «L’utilizzazione dello strumento della misura di prevenzione, tradizionalmente usato per i mafiosi, che prevede una valutazione di pericolosità sociale attuale dell’uomo che agisce violenza in situazioni di stalking o maltrattamenti con un monitoraggio costante sulla sua libertà di circolazione, consente di applicare un ulteriore strumento di tutela alle donne che subiscono violenza e che devono essere certamente ricordate nella giornata internazionale dei diritti della donna», ha osservato Roia. «Si tratta infatti di tutelare diritti – ha aggiunto il magistrato – che diventano fragili e che soccombono di fronte alla sofferenza provocata da una continua aggressione determinata dal potere di genere. Un potere strutturale e una violenza che richiama la sofferenza delle donne ucraine alle quali non può non andare il nostro pensiero in questo momento tragico».

Studenti in piazza per l’8 marzo

E proprio per denunciare il permanere di una cultura patriarcale sono scesi in piazza gli studenti milanesi, anche per protestare contro le guerre e le violenze di genere. Poco dopo le 9.30 da largo Cairoli è partito il corteo transfemminista (come lo hanno definito gli stessi organizzatori) che sfilerà per le vie del centro città. «La formazione e l’istruzione sono la migliore arma per combattere e opporsi a quel sistema patriarcale che promuove la cultura della guerra e della violenza su cui si basa il modello di scuola che ci troviamo davanti. Vogliamo una scuola e una società libera da ogni forma di oppressione», sostengono le ragazze i ragazzi del coordinamento dei collettivi studenteschi. «Feminist antiwar resistance», è la scritta che campeggia sullo striscione dietro cui ha sfilato il corteo. Durante il tragitto, alcuni ragazzi hanno imbrattato la vetrina della filiale UniCredit accusando l’istituto di credito di «finanziare la guerra in Ucraina».  Alle 18 è prevista un’altra manifestazione promossa dal collettivo «Non una di meno» con la partenza del corteo in piazza Duca d’Aosta e l’arrivo in piazza Duomo.

8 Marzo 2022
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