Classica Roma
10:47 am, 22 Febbraio 22 calendario

Raffaele Pe sul palco per Claudio Monteverdi

Di: Redazione Metronews
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CLASSICA Per la Stagione da Camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, domani alle 20.30 nella Sala Sinopoli dell’Auditorium parco della Musica debutta Raffaele Pe, uno tra i contro tenori più richiesti dai direttori e dalle orchestre di tutto il mondo con l’ensemble da lui fondato nel 2015 La Lira di Orfeo che raccoglie alcuni dei migliori interpreti su strumenti antichi della nuova generazione Il programma è dedicato al compositore Claudio Monteverdi  e si articola un viaggio musicale intorno alle sue composizioni più intime, con una raccolta di canzoni e mottetti che intendono esplorare la magia e la solitudine che caratterizzano queste miniature. Il concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Radio3.

Il contro tenore Raffaele Pe racconta Monteverdi

Descritto come “a baroque star” dal Times, artista di riferimento e infaticabile promotore della cultura barocca, Raffaele Pe abbraccia un repertorio che spazia dal Recitar cantando a opere contemporanee create su misura per la sua voce.

«Spesso afferma l’artista lodigiano – non ci accorgiamo di quanto una melodia possa entrare a far parte delle nostre vite, possa influenzare il nostro percorso. Quando penso a Claudio Monteverdi vado sempre all’origine del mio. La sua vicinanza è per me non solo musicale ma anche in parte biografica. Cremonese di nascita, profondamente lombardo nel vissuto, da Mantova a Milano, per i diversi tentativi – tutti falliti – di diventare Maestro di Cappella del Duomo di quella città, poi Venezia, la vera capitale, ma solo in età matura, dopo infiniti soprusi dai suoi nobili “protettori”, sventure e lutti famigliari. Era da tutti considerato il Divin Claudio, sebbene rifuggisse questa esposizione vanitosa».

«Nella sua musica entusiasmo e malinconia»

«Entusiasmo e malinconia si fondono nella sua musica – prosegue Pe -, altissima e semplice, fatta di amore e morte, come la sua vita che sopravvisse alla perdita dell’adorata figlioccia Caterina – per lei scrisse la sua immortale Arianna – e alla moglie Claudia. Le pochissime pubblicazioni ci parlano di una attenzione quasi maniacale alla composizione cui dedicava con zelo le ore pomeridiane, e da cui non riusciva a esimersi, come fosse l’unico modo per rimettere insieme i pezzi della propria vita e ricominciare giorno per giorno. Molti sono i documenti rimasti che ci parlano di lui, ma da quali di questi possiamo comprenderlo? Come possedere il suo stile, la sua anima?».

«Voglio estrarre la linea del canto per rileggerla»

«Vivono in noi interpreti attuali le sue opere musicali – conclude Pe -, ma sento che ciò che veramente resta di lui – o che veramente rinasca ogni volta in chi ascolta – siano le sue melodie. Quella sensazione di riconoscerle pur senza averle mai ascoltate, un potere straordinario e misterioso, che può esistere solo in una musica che nei secoli si è assorbita in una cultura, una musica che forse ne ha costruito la vera essenza. Ecco dunque come nasce questo programma: estrarre la linea del canto dai lavori più affascinanti del padre dell’opera moderna – sacri e profani – e presentarle al pubblico di oggi nella loro ieratica soavità, rileggendole alla maniera antica insieme a un gruppo di accompagnatori pronti a farle rivivere con l’improvvisazione e la “sprezzatura”, come si conveniva a questo repertorio. Tra gli strumenti di continuo una attenzione particolare alle viole e ai liuti (che Monteverdi stesso suonava), ma anche a strumenti acuti per l’accompagnamento come il violino tenore o il cornetto, con cui gli interpreti del tempo sapevano imbastire controcanti e bassetti per sostenere il cantante».

22 Febbraio 2022
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