superbonus 110%
4:56 pm, 18 Febbraio 22 calendario

SuperBonus 110%, carcere per il tecnico che attesta falso

Di: Redazione Metronews
condividi

Stretta sul SuperBonus 110%. Il tecnico abilitato che “espone informazioni false o omette di riferire informazioni rilevanti sui requisiti tecnici del progetto di intervento o sulla effettiva realizzazione dello stesso o attesta falsamente la congruità delle spese, è punito con la reclusione da 2 a 5 anni e con la multa da 50.000 a 100.000 euro. Se il fatto è commesso al fine di conseguire un ingiusto profitto per sé o per altri la pena è aumentata”.

SuperBonus, la stretta sul tecnico e le cessioni

La stretta sul SuperBonus 110% e sul tecnico è prevista nella bozza del decreto “recante misure urgenti per il contrasto alle frodi in materia edilizia e sull’elettricità prodotta da impianti da fonti rinnovabili”.

Prevista la “possibilità di due ulteriori cessioni” per i crediti dei bonus edilizi “solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo”. Lo prevede la bozza del decreto “recante misure urgenti per il contrasto alle frodi in materia edilizia e sull’elettricità prodotta da impianti da fonti rinnovabili”. Inoltre viene stabilito che “al credito è attribuito un codice identificativo univoco, da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni”. Le disposizioni si applicano alle cessioni inviate all’Agenzia delle entrate a partire dal primo maggio 2022.

Gli architetti e gli ingegneri

Massima collaborazione con il governo e le forze politiche nella lotta al sistema fraudolento di cessione del credito del Superbonus, attivando azioni che siano “condivise e comuni al fine di raggiungere obiettivi concreti e certezze professionali”. E’ la posizione del Tavolo delle libere professioni, dove siedono i rappresentanti di Inarcassa, insieme alla sua Fondazione, del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, dell’Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti, delle associazioni di categoria ALA Assoarchitetti, Federarchitettil Federazione Nazionale Asso ingegneri architetti e Inarsind.

I professionisti puntano a dar corso, quanto prima, ad un gruppo di lavoro con il governo, che possa trovare le soluzioni migliori a favore della collettività, applicando i correttivi necessari in modo organico e strutturale. “Solo attraverso un percorso sinergico, di reciproco sostegno, si potranno declinare – sostengono – interessi comuni e dare al tempo stesso, impulso alla semplificazione delle normative ed alla promozione delle due categorie, per segnare una ripresa economica concreta e duratura”.

I commercialisti

“Lo scenario che va delineandosi in tema di cessione dei crediti relativi al Superbonus e ai bonus edilizi minori permetterà soltanto alle grandi società di revisione di operare in questo ambito, escludendo i professionisti coinvolti nella filiera, in particolare i dottori commercialisti. Le grandi società, già predominanti sul mercato, saranno infatti le uniche titolate a svolgere le pratiche relative alle cessioni dei crediti: il mercato subirà uno sconvolgimento che da un lato danneggerà i singoli professionisti, e dall’altro costringerà il contribuente ad accettare le condizioni imposte da chi potrà fare il bello e il cattivo tempo”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili. “Le prospettive – rimarca De Lise – non sono rassicuranti se gli unici attori che potranno fornire servizi saranno unicamente le grandi società di revisione, che senza concorrenza né controlli terzi si ergeranno a garanti di un meccanismo nato invece come misura di sostegno alle imprese, ai singoli e alla società all’interno di un piano più ampio di ripresa e resilienza. Auspichiamo una riflessione e un intervento del legislatore”.
Eleonora Bodecchi, consigliere Ungdcec, sottolinea come in prospettiva “si rischia di ledere il principio della libera concorrenza di mercato sancita dall’art 41 della Costituzione, ai sensi del quale «l’iniziativa economica privata è libera». Si tratta di un principio estremamente importante perché da un lato allarga lo spettro dei diritti delle libertà individuali, dall’altro contribuisce a tutelare gli interessi dei consumatori. Cosa accadrebbe se tutto questo venisse meno? Chi garantirà sull’operato delle società di revisione e che il servizio dato alle imprese e ai cittadini sia migliore ed economicamente equo rispetto a quello che i singoli professionisti hanno sempre fornito?”.

 

18 Febbraio 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo