Lucio Dalla
3:26 pm, 16 Febbraio 22 calendario
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Lucio Dalla finisce sul New York Times

Di: Redazione Metronews
Lucio Dalla
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A un paio di settimane dal 10° anniversario della morte, Lucio Dalla finisce sul New York Times. Il quotidiano Usa dedica un’ampia recensione a “Per Lucio”di Pietro Marcello, presentato lo scorso anno a Berlino ma ora disponibile alla visione anche in America sulla piattaforma Mubi. Ma la recensione diventa l’occasione per un ritratto di Dalla, scomparso il primo marzo del 2012 a 68 anni. «Grassoccio e irsuto, con una predilezione per i cappelli morbidi e gli occhiali rotondi, Lucio Dalla non somigliava molto a una pop star. Clarinettista jazz che si è reinventato come cantautore, Dalla è diventato comunque uno dei trovatori più amati d’Italia negli ultimi decenni del XX secolo. Le sue canzoni erano rapsodiche e discorsive, polemiche e osservanti – spesso nell’arco di un singolo verso – e la sua voce poteva passare rapidamente dall’intimità colloquiale alla passione a gola piena», scrive il quotidiano newyorkese.

For Lucio di Pietro Marcello

«For Lucio, il nuovo documentario di Pietro Marcello, offre un ritratto di Dalla che è insieme informativo ed enigmatico. Più un film di saggistica che una biografia musicale standard, enfatizza la personalità rispetto alla cronologia e si sofferma più sull’opera che sulla vita. Invece di radunare il solito squadrone di teste parlanti, Marcello si concentra solo su due soggetti dell’intervista, che conoscevano entrambi bene Dalla», prosegue l’articolo parlando del manager di Dalla, Umberto Righi, che tutti chiamano Tobia, e di Stefano Bonaga, che aveva conosciuto Dalla fin da bambino a Bologna.

Per il New York Times, più delle interviste è “soddisfacente” il materiale d’archivio assemblato da Marcello. «Possiamo vedere Dalla in concerto, in programmi di varietà televisivi, in proto-video-musicali e in conversazione con i giornalisti. Questi momenti aiutano molto a spiegare la sua personalità. Mostrano un intellettuale schietto che potrebbe essere malizioso, ardente o gnomo, e le cui canzoni hanno catturato sia lo spirito esuberante della cultura popolare italiana che l’agonia politica e le turbolenze sociali del paese negli anni ’60 e ’70».

Il successo di Lucio Dalla nell’analisi del New York Time

«Sebbene Dalla abbia pubblicato dischi di successo negli Anni ’80 e ’90, è il primo periodo che più interessa a Marcello. In particolare nei primi Anni ’70 quando Dalla collaborò con il poeta e scrittore bolognese di sinistra Roberto Roversi. Il regista, che ha realizzato sia docu che film (di recente Martin Eden), è affascinato dalle storie di lotte di classe. Conflitti ideologici e agitazioni intellettuali. Contrappone immagini di guerra, povertà e disordini sindacali alle canzoni di Dalla per sottolineare i loro messaggi e spiegarne il contesto. Un cupo climax è fornito dall’attentato alla stazione ferroviaria centrale di Bologna nel 1980. Un atto di terrorismo di destra. Un atto che è stato il più letale episodio di violenza politica in un’era conosciuta in Italia come gli anni di piombo».

I testi di lotta firmati da Lucio Dalla

«Anche quando l’argomento di una canzone non è esplicitamente politico – come in “Nuvolari”, una ballata sconclusionata su un celebre pilota di auto da corsa – c’è una sensazione di urgenza e lotta nei testi di Dalla e Roversi e nella voce che li esprime. Uno dei passaggi più suggestivi di “For Lucio” è l’esecuzione, davanti a un pubblico di operai, di “Itaca”, una canzone che rievoca l’”Odissea” di Omero dal punto di vista dei normali marinai”. Per il New York Times, “questo tipo di populismo romantico collega Dalla al movimento latinoamericano Nueva Canción. Mentre la sua musica incorpora influenze dalla bossa nova e tropicália brasiliane, nonché stili popolari europei e nordamericani».

Nonostante tutto il suo cosmopolitismo, «Dalla rimane – si legge ancora nell’articolo – una figura tipicamente italiana e “For Lucio” è un film preoccupato soprattutto della memoria e dell’identità culturale dell’Italia. Questo può renderlo un po’ una sfida anche per gli italofili o gli studenti di storia, musicale e non. Questo non è affatto “Lucio per principianti”. Né è un’antologia di grandi successi o un racconto del “dietro la musica”. È un omaggio e un invito a ulteriori ricerche», conclude l’articolo.

16 Febbraio 2022
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