Il rapper Baby Gang torna libero. Vittime suggestionate
Il rapper Baby Gang torna in libertà. Oggi il 20enne Zaccaria Mouhib, arrestato il 20 gennaio perché accusato di una serie di rapine – per le quali erano finiti ai domiciliari anche altri due suoi colleghi, tra cui Neima Ezza –, dopo una ventina di giorni a San Vittore, è stato scarcerato per decisione del Tribunale del Riesame. I giudici hanno infatti accolto la tesi della difesa che aveva contestato l’intero provvedimento basato su una «analisi probatoria lacunosa». In particolare, gli avvocati sottolineavano grossolani «errori» nel riconoscimento fotografico da parte delle presunte vittime.
La «notevole esposizione mediatica» di Baby Gang, la cui pagina Instagram «è seguita da oltre 600mila follower», aveva sostenuto la difesa, «può aver inficiato l’attendibilità dei riconoscimenti fotografici effettuati» dalle due presunte vittime della rapina contestata al cantante.
La difesa ha puntato così sul tema «dell’errore nel riconoscimento»: Baby Gang era stato arrestato per aver commesso una rapina a Vignate, nel Milanese, il 12 luglio scorso nei confronti di due ragazzi, assieme a una persona non identificata che aveva una pistola (un’altra imputazione a suo carico non era stata riconosciuta dal gip). Dai tabulati telefonici, però, osserva il difensore, risulta che Mouhib era a Vignate «alle ore 13.38», ossia «sette ore prima della consumazione del reato». Tra l’altro, le due vittime hanno indicato come altro partecipante al colpo una persona poi risultata «estranea alle indagini».
Il rapper, ha spiegato ancora il difensore, è molto noto e tra i suoi follower vi sono «anche le due persone offese» dato che «dagli atti risulta che le stesse hanno esaminato» il suo profilo. La sua immagine in quel periodo campeggiava sui cartelloni pubblicitari a Milano e in sostanza potrebbero essersi lasciati suggestionare. Quella sera, poi, Baby Gang non era a Vignate ma in viaggio «verso Riccione». Infine, il rapper «da pochi mesi grazie alla musica» ha visto «concretizzarsi l’opportunità di risolvere le difficoltà economiche che lo hanno accompagnato per tutta la vita» e non ha bisogno di vivere di rapine. E la difesa ha prodotto i suoi «contratti discografici» con «lauti proventi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA