Inquinamento
12:30 pm, 3 Febbraio 22 calendario

Il 2021 anno nero per qualità dell’aria nelle città italiane

Di: Redazione Metronews
condividi

Il 2021 anno nero per qualità dell’aria nelle città italiane. In Italia l’emergenza smog resta un problema cronico. Il 2021 è stato un anno nero per la qualità d’aria. Su 102 capoluoghi di provincia analizzati, nessuno è riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ossia una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo per il PM10, una media di 5 g/mc per il PM2.5 e 10 g/mc per l’N02.

Il 2021 anno nero per qualità dell’aria nelle città italiane

A scattare la fotografia è il nuovo report di Legambiente «Mal’aria di città. Quanto manca alle città italiane per diventare clean cities», realizzato nell’ambito della campagna Clean Cities, in cui si fa il bilancio sulla qualità dell’aria in città confrontando il valore medio annuale di PM10, PM2.5 e NO2 con i parametri suggeriti dall’OMS.  Il quadro che emerge è nel complesso preoccupante: pochissime le città che rispettano i valori suggeriti dall’Oms per il PM10 (Caltanissetta, La Spezia, L’Aquila, Nuoro e Verbania) e il biossido di azoto (Agrigento, Enna, Grosseto, Ragusa e Trapani), nessuna per il PM2.5.

Roma e Milano male nonostante il lockdown

Legambiente indica quali sono le distanze da colmare per avere città meno inquinate. Per il PM10 le città dovranno ridurre le concentrazioni mediamente del 33% per poter rientrare nei prossimi anni nei limiti più stringenti dell’OMS. Le città più distanti dall’obiettivo sono Alessandria, Milano, Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino, che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 50%. Situazioni difficili e obiettivo lontano anche per Asti, Avellino, Cremona, Padova, Piacenza, Reggio Emilia, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. Per il PM2.5, la parte più fina delle polveri sottili e quella che desta maggiori preoccupazioni dal punto di vista della salute, l’obiettivo di riduzione delle concentrazioni a livello nazionale è del 61%. Le criticità maggiori si presentano a Cremona e Venezia, che dovranno ridurre le concentrazioni del 79%, seguite da Vicenza, Piacenza, Padova, Milano, Asti, Alessandria, Verona, Torino e Treviso. Per l’NO2 la riduzione dovrà essere mediamente del 52%, con le criticità maggiori registrate a Milano e Torino, seguite da Palermo e Como, Bergamo, Trento e Teramo, Monza e Roma, Napoli e Bolzano.

Che fare?

«L’Italia deve uscire al più presto dalla logica dell’emergenza e delle scuse che ha caratterizzato gli ultimi decenni fatti di piani, parole, promesse, spesso disattese, e scuse per non prendere decisioni, anche impopolari, per cambiare faccia alle nostre città e abitudini alle persone. L’inquinamento atmosferico deve essere affrontato in maniera trasversale e integrata con azioni efficaci, incisive e durature con misure integrate messe in campo dal governo nazionale, da quelli regionali e comunali». Così Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, commenta i dati del nuovo report di Legambiente ‘Mal’aria di città. Quanto manca alle città italiane per diventare clean cities’, realizzato nell’ambito della campagna Clean Cities.

«Nell’ambiente urbano i due settori che incidono maggiormente sono la mobilità e il riscaldamento domestico – continua – Un cambio di paradigma è quanto mai necessario a partire proprio da questi due settori. Per questi motivi, da qui ai prossimi anni, per accelerare la transizione ecologica sarà centrale adottare misure che puntino davvero sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione ripensando anche gli spazi urbani e da questo punto di vista saranno importantissime le risorse del Pnrr. Sarà inoltre rilevante puntare anche sull’efficientamento energetico e bloccare la commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030″.

3 Febbraio 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo