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4:05 pm, 3 Febbraio 22 calendario

In Lombardia inquinamento da allarme rosso per i nostri polmoni

Di: Redazione Metronews
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Un mese da allarme rosso per quanto riguarda l’inquinamento, quello appena trascorso. I dati relativi alle polveri sottili misurati nei capoluoghi lombardi sono in decisa controtendenza rispetto al 2021: il mese di gennaio 2022 ha presentato, complessivamente, un conto dell’inquinamento che fa segnare rispetto all’anno precedente, un peggioramento severo, di oltre il 35 per cento come media riferita alle concentrazioni misurate nei capoluoghi di provincia, nel loro complesso, con dati particolarmente negativi nelle città di Monza e Milano, seguite dalle città della bassa pianura.

Gennaio 2022 il 35% più inquinato

Solo Sondrio, Varese e Lecco sono riuscite a mantenere un dato medio di qualità dell’aria all’interno dei valori richiesti dalle norme europee (40 microgrammi/mc), ma comunque molto superiore alla raccomandazione Oms (15 microgrammi/mc). «Se è vero che, guardando ai trend di lungo periodo, nei decenni abbiamo assistito ad un indiscutibile miglioramento della qualità dell’aria respirata dai cittadini lombardi, – afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – è anche vero che il miglioramento non scalza il primato negativo che la Lombardia, e in generale, la pianura padana, detengono rispetto al resto d’Europa. Basta un’annata con condizioni atmosferiche come quelle vissute a gennaio e a vanificare ogni passo in avanti. Forse di passi, ne servono molti e molti di più». Il fenomeno di accumulo delle polveri sottili è stato preoccupante anche come durata, soprattutto a Monza e Milano, dove nell’arco di un solo mese sono stati ‘consumati’, rispettivamente, ben 23 e 25 dei 35 giorni annui in cui le norme europee consentono di eccedere la soglia limite per la salute, costituita dalla concentrazione di 50 microgrammi di PM10 per metro cubo di aria.

L’inquinamento si somma all’epidemia

«I polmoni dei lombardi, proprio durante il picco dei contagi Covid, sono stati messi a dura prova dallo smog – spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – con una Regione che ha assistito impotente alla crescita degli inquinanti, attivando misure di contenimento inefficaci presenti nel Protocollo firmato dalle Regioni del Nord, che però si sono rivelate tardive e a macchia di leopardo. Le limitazioni a traffico e sistemi di riscaldamento sono necessarie per cercare di limitare i danni dello smog alla salute, ma devono essere attivate in modo tempestivo, con una comunicazione istituzionale adeguata e mobilitando le polizie locali per prevenzione e controlli».

L’Oms ci chiede di abbattere i valori del 50%

Per raggiungere gli obiettivi raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, Milano dovrebbe ridurre le concentrazioni annuali di PM10 del 50 per cento, così come Brescia, Lodi, Mantova e Cremona. Per il PM2,5, particolato più fine che maggiormente desta preoccupazione per la salute, l’obiettivo di riduzione per città come Milano e Cremona dovrebbe essere addirittura tra il 75 e 80 per cento su base annua. Stessa sorte per il biossido di azoto, NO2, con una riduzione ipotizzata al 74 per cento per Milano, seguite da Como, Bergamo, Pavia e Monza che dovranno ridurre le concentrazioni annuali del 68 per cento. La strada da fare per mettere fuori legge i veicoli inquinanti, riqualificare il patrimonio edilizio e renderlo meno inquinante, vietare lo spandimento invernale di liquami sui campi, ridurre il numero di capi allevati e ridurre il traffico automobilistico e congestione stradale nelle città è ancora lunga, sottolinea Legambiente.

I dati sull’inquinamento di Arpa

Del resto proprio pochi giorni fa, l’assessore all’Ambiente della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, aveva già specificato che gli obiettivi dell’Oms erano irraggiungibili, anche se per la Regione Lombardia e l’Arpa lombarda nei parametri e nei dati si possono leggere segnali di miglioramento. Per Cattaneo «più che le letture strumentali, contano i fatti». «La qualità dell’aria in Lombardia – rimarca Cattaneo – è in miglioramento. Legambiente fa finta di ignorare che Regione Lombardia è rispettosa da anni dei valori limite imposti dell’Unione Europea per le medie, indicando i valori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che non hanno valore normativo, e che tecnicamente hanno valori non raggiungibili a meno che non si chiuda l’intera regione Lombardia e si spostino tutta la popolazione e le attività altrove». «Ricordiamo – spiega l’assessore Cattaneo – che le politiche regionali agiscono sulle emissioni e non sul meteo. E le emissioni sono in continua diminuzione da anni».

3 Febbraio 2022
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