Sanremo 2022
10:58 am, 3 Febbraio 22 calendario
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Amadeus share da record e con Zalone piovono polemiche

Di: Redazione Metronews
Amadeus share
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L’Amadeus Ter entra nella storia della tv. La performance Auditel della serata di ieri è negli annali della tv generalista: lo share vola! E sono targati Checco Zalone i picchi d’ascolto della seconda serata del Festival di Sanremo. In termini di spettatori il picco è stato raggiunto alle 21.45, con 16.214.000 spettatori, al momento dell’ingresso in scena del comico pugliese dalla galleria del Teatro Ariston.
Il picco in share, del 60.9%, è stato invece toccato alle 23.29 durante l’esibizione di Zalone nei panni del virologo Oronzo Carrisi, cugino di Al Bano.

Meglio di Amadeus share (55,3%) Pippo Baudo nel 1995 (57,4%)

Per trovare una media d’ascolto migliore della seconda serata di Sanremo (complice anche il clima di pandemia che ancora attanaglia il Paese?) occorre risalire agli Anni ’90.
Ieri la prima parte, dalle 21.29 alle 23.33, è stata seguita da 13.572.000 spettatori (55,3% di share). La seconda, dalle 23.38 alle 24.50, è stata seguita da 7.307.000 spettatori con il 57,4% di share.

In pratica lo share medio di ieri per Amadeus e il suo Festival è stato del 55.8%, per trovarne più alto bisogna tornare all’edizione del 1995 condotta da Pippo Baudo con Anna Falchi e Claudia Koll che ebbe uno share medio del 65,42% di share. Mentre per l’ascolto (ma non di tutte le edizioni è disponibile la media in valori assoluti) bisogna tornare all’edizone del 1998 condotta da Raimondo Vianello con Eva Herzigova e Veronica Pivetti, quando la media di spettatori che seguirono la seconda serata fu di 13.755.000.

Zalone al centro e via!

A conquistare il pubblico (che premia, dunque, Amadeus con uno share che batte se stesso) l’atteso comico Checco Zalone alla sua prima volta a Sanremo. La sua ironia non ha risparmiato nulla e nessuno: d’altronde per un comico non c’è niente di sacro! Così mentre Al Bano Carrisi, bersagliato da Checco pure lui, se la ride. Qualcun altro, più sensibile, se la prende. E male…

«Checco Zalone mi ha scritto, anticipandomi che mi avrebbe fatto un omaggio durante il Festival. Grazie a lui, anche io sono stato in qualche modo presente in questa edizione con Morandi e Ranieri…». Così Al Bano, da Budapest dove si trova perché chiamato a esibirsi in una festa privata, soddisfatto e incuriosito, dal momento che ancora non ha potuto vedere l’intervento di Zalone che ha parodiato il personaggio di un suo presunto cugino virologo a Cellino San Marco, stessa voce e stesso cappello in testa.

«Zalone – racconta Al Bano – mi aveva scritto qualche giorno prima, annunciandomela e dicendo che mi avrebbe fatto un omaggio». Il cantante di Nostalgia canaglia aveva dichiarato in precedenza che se avesse saputo della contemporanea presenza sul palco dell’Ariston di Gianni Morandi e Massimo Ranieri  (ai quali da tempo propone un tour a tre) avrebbe chiesto anche lui di partecipare.
«Ma ora, grazie a Checco Zalone, in qualche modo è come se ci fossi stato anche io lì a Sanremo e sono lo stesso contento».

Al Bano felice Luxuria tuona

«Mi è sembrata intanto una performance un po’ scarsa, da Zalone ci saremmo aspettati di più. È anche un po’ una ripetizione, questa volta più fallita, rispetto alla canzone sugli uomini sessuali che invece aveva fatto tanto ridere». Vladimir Luxuria commenta così la “favola” sui trans brasiliani recitata ieri sul palco dell’Ariston.

«Apprezzo la finalità di condanna all’ipocrisia dei falsi moralisti, di quelli che ci cercano e poi fanno finta che non sono mai stati con noi. Però – continua Lux – una trans si può cercare anche in un locale, in un luogo di lavoro, su un autobus non è che per avere un contatto con una trans si debba per forza andare nel vicoletto buio. Poi una trans brasiliana che si chiama Oreste. Lo sketch era tutto improntato sulla impossibilità e sulla ridicolizzazione del tentativo di essere femminile da parte di una trans. Tutto un mix di pomo d’Adamo, numero di scarpe 48, la rima con “azzo”, il fatto che un uomo che va con una trans si piega e vuole la banana: tutta una ossessione sul ridicolizzare la femminilità di una trans. Una persona in quanto trans è una potenziale prostituta o una dalla femminilità impossibile!».

L’ipocrisia di Zalone

E va giù dura: «Sarebbe un po’ come se, poiché esistono delle donne che si prostituiscono, tutte le volte che si parla di donne si deve parlare di prostitute. La prostituzione non è un reato, ovviamente, e non c’è alcun moralismo sulla prostituzione ma è un corto circuito che viene fatto troppo spesso. E come se Zalone avesse voluto fare lui, stavolta, l’ipocrita. Da una parte, infatti, condannare il falso perbenismo di quelli che ci condannano, dall’altro però far ridere il popolino su tutti quegli stereotipi che ci vogliono ad esempio col 48 di piedi. Vorrei dire a Checco che sono alta 1.78 e porto il 41 di piedi. Non ho neanche il pomo d’Adamo. Non sono per la censura ma rivendico il diritto alla critica di sketch che più che far ridere deridono».

3 Febbraio 2022
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