Sanremo
1:12 am, 2 Febbraio 22 calendario
8 minuti di lettura lettura

Lauro benedice Sanremo. E il Festival di Ama va

Di: Orietta Cicchinelli
condividi

SANREMO – La prima serata del 72° Festival della Canzone Italiana durata ben oltre le quattro ore previste viene aperta da Achille Lauro e ha come protagonisti principali i Måneskin. La primissima classifica (stilata dalla Sala Stampa) vede al primo posto Mahmood & Blanco e all’ultimo Ana Mena.

Lauro benedice Sanremo. E il Festival di Ama va

Buona la prima! È uno scintillante Amadeus a inaugurare, in solitaria, la scalinata dell’Ariston. Ringrazia la Rai e l’orchestra, emozionato per il ritorno del pubblico in presenza alle 5 giornate di Sanremo. E, pronti, via! A rompere il ghiaccio ci pensa un giovane-navigato Achille Lauro («È la festa della grande musica. Io mi comporto da ospite quando sono in gara e viceversa», dice dietro le quinte). E si presenta a torso nudo sul palco – tra i complimenti di Ama, per il “fisico bestiale” – sfoggiando i tatuaggi, stretto in pantaloni di pelle neri. E parte con la sua “Domenica” per uno show accompagnato dal Gospel Choir. Achille al naturale: benedice con “acqua santa” e se ne va, per lasciare il palco alla discesa di Ornella Muti in versione vedo-non vedo. Poi Noemi e un lacrimoso Gianni Morandi. Yuman e La rappresentante di Lista sono impalpabili, al primo ascolto. Michele Bravi va leggermente meglio.

Fiorello, medley e cattivo gusto

Tanto atteso dal direttore artistico, meno dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Aveva chiuso con una figuraccia l’anno scorso e ritorna sul luogo del delitto con una frase di cattivo gusto. «La prossima volta dovremo vederci al funerale. Chi prima dei due se ne va, va a trovare l’altro» dice Fiorello ad Amadeus, dimenticando che proprio qui Luigi Tenco si tolse la vita e, per non andare troppo lontano, passando sopra l’atmosfera funerea che da due anni il Paese vive. Il medley di canzoni tristi fa da corollario insieme alle battute su Mattarella e sul vaccino. Si poteva evitare? Forse sì.

I Måneskin infiammano l’Ariston

Amadeus aveva promesso una serata quasi interamente dedicata a loro, poi l’orario l’ha fatto rinsavire. Ma i Måneskin sono senza dubbio l’attrazione della serata. Ama si veste da autista, monta su una golf cart (come anticipato in prima pagina da Metro ieri mattina) e va a prendere Damiano e co. per portarli prima nel parcheggio poi sul palco. Victoria mezza nuda è quasi assiderata, le temperature il primo febbraio non sono dolci. Ma loro scaldano il pubblico, lo svegliano dal torpore (era ora!) che stava attanagliando la sala e il pubblico a casa. Parte “Zitti e buoni” e si ridesta mezza Italia.

Mahmood & Blanco, che pezzo!

La gara riparte con un Massimo Ranieri smagliante, in forma con un brano teatrale. La sua “Lettera di là dal mare” è molto sanremese. Se ne sentiva la mancanza. Ma chi fa alzare l’asticella, come previsto è il duo formato da Mahmood & Blanco. “Brividi” il titolo, una ballad che non ti aspetti da loro. L’affiatamento si vede e si sente: pezzo sanremese ma con qualcosa in più. Amadeus calpesta e stropiccia il mantello da cavaliere nero di Blanco. Tra un big e l’altro sale sul palco Matteo Berrettini, un po’ imbalsamato, ma d’altronde lui fa il tennista e fa emozionare con la racchetta in mano. Ornella Muti ritorna finalmente scosciata in versione Betty Boop, strizzata nel suo abito sbrilluccicante. Presenta Ana Mena che canta “Duecentomila ore”, un brano tra il gitano e il latino americano. Poi è la volta di Rkomi: la sua “Insuperabile” funzionerà in radio, eccome! Lui, vestito da motociclista, si prende la scena prima di restituirla ai Måneskin. Rock e melodica al tempo stesso “Coraline”, la loro favola (non) a lieto fine sull’adolescenza. Ricordano, Lucio ci perdonerà, il Battisti de “Il tempo di morire”. Finisce con una standing ovation. Negli ultimi anni non si nega a nessuno.

Fottitene e balla (per restare a galla…)

Potrebbe essere la sorpresa di questo Sanremo. Dargen D’Amico con “Dove si balla” e il ritornello che ti entra subito in testa. Fottitene e balla, per restare a galla, per l’appunto. Orecchiabile e molto simpatico il suo look (mise rosa su… rosa). Un successo fin dalle prime note. La nuova “Musica Leggerissima” o la nuova “Una vita in vacanza” de Lo Stato Sociale.

E, a proposito di “Musica Leggerissima”, eccoli i vincitori morali della scorsa edizione. Presentati da Orietta Berti e Fabio Rovazzi, Colapesce e DiMartino la ripropongono. Manca solo Paola Fraschini, la pattinatrice che li accompagnava lo scorso anno dando ancora più forza al brano. Forse sono stati chiamati per tirare su il livello musicale di questa prima serata.

Chiude la Ferreri

L’ultimo big a salire sul palco è Giusy Ferreri. Fiera delle sue forme, interpreta “Miele”. Bel sound. L’Ariston è pronto a ballare: subito dopo mezzanotte arrivano i Meduza, trio milanese composto da Mattia Vitale, Simone Giani, e Luca De Gregorio ma soprattutto gruppo house tra i più forti al mondo. E sono italianissimi. Un medley dei loro pezzi risveglia la platea. Altra standing ovation, come quella riservata a Franco Battiato omaggiato con un rvm troppo breve de “La Cura”. Poi i primi verdetti. Per la Sala Stampa primi Mahmood & Blanco, secondi La Rappresentante di Lista, terzo Dargen D’Amico. Ultima Ana Mena. Ma siamo solo all’inizio.

2 Febbraio 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo