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1:48 pm, 30 Gennaio 22 calendario

Mattarella dopo la rielezione, sopralluogo nella nuova casa

Di: Redazione Metronews
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Un sopralluogo nella nuova casa che stava allestendo, in compagnia della figlia e un pranzo domenicale in famiglia. Sergio Mattarella trascorre così il primo giorno dopo la sua rielezione facendo i conti con i programmi di una vita da riorganizzare.

La nuova casa e la scelta

L’appartamento era stato affittato da poche settimane, e i mobili arrivati dalla casa di sempre di Palermo. Ora per il nuovo presidente ci sarà una scelta da fare: mantenere la casa personale accanto a quella della figlia e andare al Quirinale tutte le mattine o restare altri sette anni nell’appartamento del palazzo presidenziale? Stamattina il Presidente è tornato nell’appartamento preso da poco in affitto nel quartiere Parioli e trascorrerà il pranzo domenicale con la famiglia, la figlia, gli amatissimi nipoti. Sotto alla casa nuova un piccolo gruppo di passanti lo ha applaudito ricevendo in cambio un cordiale saluto.

“Il trasloco? Non si aspettava la rielezione, però…”

“Secondo me Mattarella non se l’aspettava, era convinto di dover lasciare, però da uomo politico navigato probabilmente metteva in conto le difficoltà che ci sarebbero state tra i vari schieramenti per giungere ad un accordo”. Così dice Calogero Mannino ex Dc e più volte ministro della Repubblica. “Mattarella avrà certamente valutato lo stato di salute delle forze politiche in campo. Avrà valutato che nessuno degli schieramenti aveva da solo la maggioranza e che all’incrocio c’era soltanto il suo nome, la sua riconferma. La storia degli scatoloni, lui che torna a Palermo è perfettamente credibile, nel senso che per scelta personale non riteneva di poter infrangere una regola (non c’è una regola scritta) che nominalmente tutti invocano, ovvero che il mandato della presidenza della Repubblica sia unico, non si ripeta. Aveva la convinzione di dover lasciare e si era già organizzato, poi ha preso atto delle difficoltà, degli altri, che gli consentono di rimanere al suo posto”. “Però ecco, da uomo politico navigato, sapeva già benissimo che il centrosinistra non aveva né la forza né il nome, il centrodestra non aveva né la forza né il nome e, dovendosi incontrare, l’unico nome su cui ragionevolmente si poteva stabilire un accordo era quello del Presidente uscente”, conclude Mannino ridendo.

30 Gennaio 2022
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