Bologna
9:03 pm, 27 Gennaio 22 calendario
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Dal Kurdistan a Bologna, famiglia al sicuro

Di: Redazione Metronews
Kurdistan
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Un’intera famiglia è ora al sicuro a Bologna dopo un viaggio della speranza dal Kurdistan. Grazie ad un’opera di diplomazia del Presidente della Cri Nazionale Francesco Rocca con il supporto indispensabile della Farnesina, una famiglia di migranti rifugiati in un campo profughi in Bielorussia sono miracolosamente arrivati nel capoluogo emiliano.

Dal Kurdistan a Bologna, famiglia al sicuro

Padre, madre e tre figli, due dei quali gravemente menomati agli arti inferiori, sono partiti sei mesi fa da Sulaymaniyah ,città della regione del Kurdistan Iracheno, dal quale erano fuggiti pieni di fiducia. Uno dei tanti viaggi della speranza in cerca di aiuto e cure per i suoi due figli.

Ma come per tanti, il viaggio era finito in un campo profughi, nel gelo della Bielorussia. Forse, oggi, quella speranza in un futuro migliore, l’hanno trovata finalmente grazie alla Croce Rossa Italiana con un volo da Minsk a Fiumicino, e con un trasferimento a Bologna. La famiglia è ora è accolta e protetta presso il Centro di Accoglienza Astali.

Le cure per Taman e Tania all’ospedale Rizzoli

Qui, a Bologna, comincerà un lungo periodo terapeutico per i due bambini menomati, Taman e Tania, presso l’istituto ortopedico Rizzoli. Taman, 8 anni, affetto da una malattia congenita che ha causato l’amputazione degli arti inferiori, e la sorellina Tanya di 11 mesi potranno ricevere le cure mediche di cui hanno bisogno.

L’arrivo in Italia è la fine di un lungo e insidioso viaggio iniziato dall’Iraq con la speranza di raggiungere l’Europa che ha portato tutta la famiglia a soffrire il freddo e la fame in Bielorussia, al confine con la Polonia.

Il viaggio della speranza

Sangar, 32 anni, e la moglie Kanar, 30, hanno lasciato mesi fa la provincia Sulaymaniyah nel Kurdistan iracheno con i loro tre bambini Haryad di 12 anni, Taman e la piccola Tanya con la sola speranza di raggiungere l’Europa e permettere ai figli di essere curati. «Taman necessita di cure mediche e anche la più piccola è affetta da una malattia congenita, per questo abbiamo deciso di lasciare tutto e tentare disperatamente di arrivare in un Paese con strutture ospedaliere adeguate», spiega Sangar poche ore dopo l’arrivo in Italia. Ha venduto tutto quello che aveva per portare i suoi figli in un posto sicuro.

L’impegno del ministeo degli Esteri

Grazie alla collaborazione della Croce Rossa Italiana con il Ministro Luigi Di Maio e tutto il personale del Ministero degli Affari Esteri, la Regione Emilia Romagna, il Comitato della Croce Rossa di Bologna e l’Istituto Ortopedico Rizzoli, la famiglia ha trovato ospitalità nel capoluogo emiliano dove i bambini potranno ricevere i trattamenti sanitari che necessitano con urgenza.

«Sono stati giorni terribili – continua Sangar – eravamo con altre migliaia di persone nella foresta al confine con la Polonia con temperature che arrivavano a – 18 gradi. L’Europa tanto sognata era lì a pochi metri ma il confine era presidiato ed era impossibile raggiungerla». Il suo cellulare è pieno di foto e video di quei giorni al gelo in cui era difficile riuscire a trovare anche solo una tenda di fortuna per dormire e reperire acqua e cibo.

«Grazie di cuore a tutti voi della Croce Rossa», sono state le prime parole di Sangar una volta atterrato all’aeroporto di Fiumicino alle volontarie che lo hanno accompagnato e ai volontari del Comitato di Bologna che hanno accolto la famiglia. «Qui in Italia sono molto più felice», dice Taman dopo la prima notte in un letto caldo nell’appartamento di Bologna. E ai volontari CRI che gli chiedono cosa vuole fare da grande risponde senza esitazione: «Vorrei diventare un dottore».

27 Gennaio 2022
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