Danza Roma
4:30 pm, 23 Gennaio 22 calendario

L’elogio all’amore di Rudd a Les Étoiles

Di: Redazione Metronews
condividi

DANZA Si intitola Touché la nuova creazione del coreografo americano Christopher Rudd che sarà rappresentato, con il permesso dell’American Ballet Theatre, in prima europea durante il gala internazionale di danza Les Étoiles, a cura di Daniele Cipriani, il 30 e 31 gennaio all’Auditorium Parco della Musica, nella Sala Santa Cecilia (https://www.auditorium.com/evento/les_etoiles-23788.html). Sul palco ci sarà Calvin Royal III, principal dell’American Ballet Theatre nonché uno dei due interpreti originari del lavoro, insieme a Sergio Bernal, beniamino del pubblico di Les Étoiles che il ballerino madrileno (già stella del Ballet Nacional de España) è solito mandare in visibilio con le sue incandescenti danze di matrice flamenca.

Il sogno di Rudd

«Il mio sogno  – spiega il coreografo Rudd – è che Papa Francesco venga a Les Étoiles, magari insieme all’onorevole Alessandro Zan, e veda il mio balletto. Sarebbe testimone di un momento di toccante bellezza e del messaggio che il lavoro vuole impartire: ovvero, che siamo tutti esseri umani. Che emozione se, in seguito, fosse questo Papa a portare tale messaggio al mondo».

Touché, celebrazione dell’amore gay, anzi dell’universalità dell’amore, ha debuttato l’ottobre scorso nell’ambito del gala autunnale dell’American Ballet Theatre al Lincoln Centre, New York, con repliche durante le “Pride Nights”. Il successo è stato travolgente, ogni recita accolta da un tifo quasi da stadio.

La scelta di Cipriani

«Un passo a due al maschile di rara sensibilità, onesto e avvincente – spiega Daniele Cipriani che ha voluto includere questa coreografia nel nel programma di Les Étoiles – ma anche un passo deciso nel sensibilizzare l’opinione pubblica all’assoluta normalità dell’amore in tutte le sue declinazioni. Les Étoiles si inserisce in un dibattito che dovrebbe essere superato, ma che tanti recenti fatti di cronaca mostrano essere ancora tristemente irrisolto. Per questo motivo continua ad essere importante ed educativo parlarne qui in Italia».

«Non mi è parso vero quando Daniele Cipriani mi ha chiesto di portare Touché a Les Étoiles – racconta Christopher Rudd – perché Roma è il centro del mondo cattolico. L’impatto sociale di rappresentare Touché nella Città Eterna è enorme».

La coreografia di Rudd

La coreografia è stata creata in una ‘bolla’ durante il primo lockdown, per mostrare che l’amore omosessuale, spesso censurato nei film e nei media, merita piena dignità.

La creazione, nata originariamente come film, ha visto la presenza durante le prove (per la prima volta nella storia della danza) di una “intimacy director” (un professionista che, nel mondo della cinematografia, coordina con il regista – o in questo caso, il coreografo – e gli interpreti il contenuto intimo). Rudd rassicura, comunque, che Touché è un lavoro che può essere visto anche dagli spettatori più piccoli.

Il viaggio interiore alla scoperta dell’amore

Touché racconta una tenera storia di amore ma, soprattutto, un viaggio interiore: il trauma della scoperta della propria omosessualità, il superamento delle difficoltà, l’accettazione e,  in seguito, la gioia di potersi innamorare liberamente e vivere l’amore con gratitudine. Un lavoro catartico sia per il coreografo, sia per gli interpreti (lo è stato, inoltre, per molti spettatori); un balletto che vuole superare le divisioni che ancora attanagliano la società.

 

23 Gennaio 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo