grillo indagato
2:35 pm, 19 Gennaio 22 calendario

Una dozzina le chat “rilevanti” tra Grillo e Onorato

Di: Redazione Metronews
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Sono una dozzina, forse 15, le chat ritenute «rilevanti» dagli inquirenti milanesi nell’ambito dell’inchiesta per traffico d’influenze illecite a carico di Beppe Grillo e Vincenzo Onorato, patron di Moby.

Le chat tra Grillo e Onorato

Dalle conversazioni scambiate da Onorato con il fondatore e garante M5S e altri soggetti emergerebbe un’illecita mediazione che Grillo avrebbe commesso veicolando le richieste di Onorato a parlamentari del M5S per ottenere benefici per la sua compagnia di navigazione. In cambio di questa attività l’armatore di Moby avrebbe sottoscritto due contratti di consulenza nel 2018 e 2019 del valore complessivo di 240 mila euro con la Beppe Grillo srl, società che gestisce il blog del comico ligure.

Analisi del materiale sequestrato

Inizierà “nei prossimi giorni” l’analisi del materiale informatico sequestrato nell’inchiesta della procura di Milano, come si apprende da fonti investigative. Ieri, su delega del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e del pm Cristiana Roveda, gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano hanno eseguito le perquisizioni in due società, Beppe Grillo srl e la Casaleggio Associati, e presso cinque persone (non indagate) che potrebbero avere materiale ritenuto interessante per ricostruire rapporti e contratti tra Grillo, la Casaleggio e il gruppo Onorato. L’ipotesi accusatoria è che dietro a contratti pubblicitari – 240 mila euro in due anni a favore dell’ex comico genovese e un contratto triennale di 600mila euro l’anno per la Casaleggio Associati – si nascondano richieste di pressioni politiche per favorire la compagnia di navigazione.
Ipotesi accusatoria che potrebbe essere dimostrata attraverso le chat conservate nei cellulari di Onorato e in quelli sequestrati ai cinque non indagati. Così come elementi utili alle indagini potrebbero emergere da documenti, contratti corrispondenza, appunti e hard disk finiti nelle mani della Guardia di finanza. La mole di carte sequestrate non sarebbe enorme, ma ci vorrà comunque tempo per analizzarla nel dettaglio e con le cautele del caso.

Cosa diceva il contratto

La procura di Milano sta analizzando nel dettaglio il contratto stipulato tra la società Moby di Vincenzo Onorato e Beppe Grillo, garante M5S e titolare del sito www.beppegrillo.it per pubblicizzare la compagnia di navigazione. Un contratto di partnership biennale che ha come oggetto un banner pubblicitario “che può essere modificato “non più di due volte al mese” e l’inserimento di “contenuti redazionali” – uno al mese – finalizzati “all’incremento del ‘brand awarness’ di Moby”.

La stesura del testo “dovrà essere effettuata a cura della redazione del blog, con scelte editoriali che dovrà essere concordata tra le parti”, si legge nel contratto. Articoli ampi o pillole da veicolare sui canali social. L’efficacia del contratto è dall’1 marzo 2018 al 28 febbraio 2019, con rinnovo tacito per lo stesso periodo, tanto che il rapporto tra le parti si interrompe nel febbraio 2020. Il corrispettivo è di 120mila euro l’anno, pagato in rate da 10mila euro al mese. Nulla in più viene specificato sui contenuti o sugli obiettivi da raggiungere per ritenere soddisfacente la collaborazione.

L’assenza di dettagli e anche la tempistica del contratto hanno sollevato i sospetti della procura di Milano che ha indagato Onorato e Grillo per traffico di influenze illecite. L’accusa ipotizza che l’imprenditore abbia tentato di influenzare le politiche del Governo in tema di interventi in favore di Moby, in cambio di contratti “generici e costosi” alla Casaleggio Associati e a Beppe Grillo srl. E la data del contratto rafforza la tesi della procura: il governo Conte I resta in piedi dal giugno 2018 al settembre 2019.
Grillo, secondo la tesi della procura, ha risposto alle presunte richieste di Onorato inoltrando all’armatore – in chat sequestrate e ora al vaglio del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano – le risposte ottenute dai parlamentari M5S che avrebbero potuto avere un peso sull’annosa questione del rinnovo di concessioni delle tratte, sugli sgravi fiscali per le compagnie marittime italiane e sull’assenza di gare capace di garantire 72 milioni di euro l’anno di contributi statali per i collegamenti con la Sardegna. Una boccata d’ossigeno per il gruppo Moby che, ancora oggi, non naviga in buone acque.

Grillo amareggiato

Grillo viene descritto molto amareggiato, con basso profilo e poca voglia di parlare. A chi lo ha raggiunto ieri, ha detto semplicemente di avere la “coscienza pulita”  dicendosi “dispiaciuto e amareggiato per i tempi” dell’indagine, raccontano fonti vicine al garante del M5S. Oltre alla chiamata del leader del Movimento Giuseppe Conte, nella serata di ieri, tanti i messaggi di solidarietà arrivati a Grillo dai 5 Stelle, non solo parlamentari ma anche membri del governo e del sottogoverno.

M5S, Conte: “I media enfatizzano…”

«Esprimo vicinanza a Beppe Grillo. Ho visto che molti giornali hanno enfatizzato la notizia di questa indagine. Sono assolutamente fiducioso che le verifiche in corso dimostreranno la legittimità del suo operato», ha detto il presidente M5S, Giuseppe Conte, al termine dell’incontro con Enrico Letta e Roberto Speranza.

Renzi: “Da Spazzacorrotti a Spazzagrillini”

«Proprio qui in Senato si è discusso dello stato della giustizia, la ministra Cartabia ha fatto la sua relazione. La prima novità è non c’è più Bonafede Dj Foffo: un bel passo avanti – dice Matteo Renzi in un video postato su Facebook – La seconda è che ormai tutti hanno capito che questo Csm è il più squalificato e il meno onorevole della storia del Csm. Mi dispiace perché il presidente è un nostro vecchio amico, David Ermini. Sono i membri del Csm meno credibili in assoluto. Terzo e ultimo punto: i grillini sono diventati garantisti. Grazie alle vicende di Beppe Grillo, grazie a quello che è successo, ormai è chiaro a tutti che, altro che spazza corrotti, quelle leggi spazzano via i grillini. Noi rimaniamo garantisti».

Grillo a processo anche il 13 giugno

Si terrà il prossimo 13 giugno il processo che vede Beppe Grillo nei panni di imputato con l’accusa di lesioni personali e violenza privata nei confronti del giornalista Francesco Selvi. In un primo momento la Procura di Livorno aveva chiesto l’archiviazione del caso per l’accusa di violenza privata (mentre il procedimento era andato avanti per il reato di lesioni). Ma il mese scorso il giudice per le indagini preliminari aveva ordinato l’imputazione coatta. L’episodio risale al settembre 2020 quando il giornalista televisivo della trasmissione «Diritto e Rovescio» (Rete 4) Francesco Selvi lo accusò di averlo aggredito a Marina di Bibbona mentre cercava di intervistarlo.

19 Gennaio 2022
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