Milano
6:13 pm, 18 Gennaio 22 calendario

Aria, migliorano le polveri sottili ma ci soffocano gli allevamenti intensivi

Di: Redazione Metronews
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Meglio il Pm10 e il Pm2,5, così così l’ozono, soprattutto, chissà perché a Moggio, minuscolo paese a 1200 metri nel lecchese. Male l’ammoniaca che deriva dalle deiezioni degli allevamenti intensivi soprattutto nelle province di Cremona, Mantova e Lodi. E’ un quadro abbastanza positivo, compatibilmente con i dati di partenza che fanno della Lombardia una delle aree d’Europa più inquinate, quello delineato dall’assessore all’Ambiente e Clima della Regione, Raffaele Cattaneo, presentando il rapporto sulla qualità dell’aria con il presidente dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) Stefano Cecchini. «Se guardiamo il trend di miglioramento tutti i dati confermano che l’obiettivo politico che ci eravamo dati per la qualità dell’aria nel 2018, cioè rientrare sotto tutti i limiti entro il 2025, è nel mirino. Le politiche che abbiamo messo in atto ci permetteranno di avere il rispetto di tutti i limiti entro il 2025″, ha spiegato l’assessore.

In calo Pm10 e Pm2,5

Nel 2021 (per il sesto anno dal 2014, con le eccezioni del 2015 e del 2017) in tutte le stazioni del territorio regionale è stato rispettato il valore limite di PM10 sulla media annua di 40 µg/m³ . Si conferma un trend in generale diminuzione per il PM10, con valori che in diverse città risultano migliori o uguali al dato più basso mai registrato (Monza, Brescia, Cremona, Pavia, Lecco, Varese). Anche il numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero di PM10 (50 g/m), anche se in buona parte della regione ancora sopra al limite che la normativa europea fissa in 35 giorni, ha confermato il trend complessivamente in diminuzione registrato per la media annua, con un  miglioramento rispetto al 2020. Se si restringe l’analisi ai capoluoghi, nel 2021 – anno ancora in parte interessato da provvedimenti di limitazione delle attività causa pandemia – si sono registrati superamenti del valore limite sulla media annua (40 µg/m³) solo a Brescia e Milano, mentre nel 2020 ciò era accaduto anche a Monza. Resta più o meno stazionario l‘ozono  e come ormai da anni, benzene, monossido di carbonio e biossido di zolfo si attestano ampiamente sotto i limiti.

 

La ripresa post lockdown ha influito poco sulla qualità dell’aria

Il parziale riavvio delle attività rispetto ai provvedimenti di lockdown che hanno caratterizzato il 2020 non ha influito sul trend di costante miglioramento della qualità dell’aria, nonostante nel 2021 anche le condizioni meteoclimatiche non siano state, in generale, particolarmente favorevoli alla dispersione degli inquinanti. Infatti, se nei mesi più freddi, sia all’inizio che alla fine dell’anno, la precipitazione cumulata è stata prossima alla media degli stessi mesi del periodo 2006-2020, dicembre è invece risultato piuttosto secco e a marzo le precipitazioni sono state tra le più basse mai registrate.

L’emergenza ammoniaca e allevamenti

Un capitolo riguarda l’ammoniaca, l’unico inquinante che non migliora, legato al 90% alle emissioni agricole e che viene ritenuto reponsabile, in seguito a reazioni chimiche, della produzione di particolato che aumenta il carico del Pm10. Da sola la Lombardia contribuirebbe alla maggior parte delle emissioni di ammoniaca. Cattaneo ha infatti annunciato che dopo aver investito molto negli ultimi anni su incentivi sul fronte dei trasporti e della mobilità green, uno dei capitoli dei prossimi investimenti è proprio l’agricoltura  con 108 milioni di euro per interventi per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera e per la sostenibilità delle aziende agricole (95 milioni di euro) e per la piantumazione di aree urbane (13 milioni di euro).

A marzo bando per sostituzione caldaie

Il capitolo principale sarà quello della sostituzione degli impianti di riscaldamento a biomassa che sono quelle che incidono di più di ogni forma di riscaldamento sulle polveri sottili. «Il bando verrà pubblicato a marzo e prevederà tra l’85 per cento e il 95 per cento di contributi sulla sostituzione delle caldaie più inquinanti», ha chiosato Cattaneo.

Non trovata relazione tra smog e Covid

«Non è provato che il pm10 trasporti il virus e non è provato che ci sia correlazione diretta tra le polveri e la diffusione del virus – ha affermato Cattaneo a proposito delle correlazioni tra Covid e smog emerse in alcune ricerche – Attenzione alle letture sbagliate che dicono che se la qualità dell’area è cattiva ci sia maggiore diffusione di covid. Vogliamo valutare su solide basi scientifiche».

 

 

18 Gennaio 2022
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