Troppo caldo: mimose fiorite con due mesi di anticipo
Troppo caldo, assenza di venti e la mancanza di piogge significative, favoriscono lo smog. E fanno fiorire le mimose due mesi prima del previsto. A dirlo è una analisi Coldiretti sugli effetti dell’anticiclone delle Azzorre che manda in tilt la natura con fioriture anticipate e fa anche scattare i primi divieti alla circolazione nelle città per il superamento dei limiti della qualità dell’aria per il Pm10, a partire da Roma.
Mimose già sveglie
Nelle campagne le mimose sono fiorite quasi due mesi in anticipo. E il caldo ha provocato il risveglio anticipato della natura con i mandorli che sono già fioriti in Sicilia e le coltivazioni più vulnerabili ai danni provocati dall’annunciato ritorno del maltempo nei prossimi giorni con repentine ondate di gelo notturno.
Lo smog
A preoccupare è anche la qualità dell’aria nelle città in Italia dove ogni abitante dispone nei centri urbani di appena 31 metri quadrati di verde urbano con lo smog che viene proprio amplificato dall’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono in modo rilevante e a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi.
Una situazione preoccupante anche per i grandi centri urbani dove il verde per mitigare il clima e ammortizzare gli effetti negativi dell’inquinamento oscilla su valori che vanno dai 6,4 metri quadrati per abitante di Messina ai 16,7 a Roma, dai 18 di Milano ai 24,3 di Firenze, dai 43 di Venezia ai 9,3 di Bari.
Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 kg di polveri e smog in un anno. Ai primi posti nella speciale classifica delle piante mangia smog ci sono nell’ordine l’Acero Riccio, la Betulla, il Cerro, il Ginkgo Biloba, il Tiglio, il Bagolaro, l’Olmo campestre, il Frassino comune e l’Ontano nero. Per semplificare, 12 piante di acero riccio assorbono l’equivalente della CO2 emessa da un’auto di media cilindrata che percorre 10.000 km/anno. Una opportunità per le pubbliche amministrazioni con il verde urbano che viene ormai considerato a tutti gli effetti un elemento di benessere, salute, sostenibilità e strumento anti stress per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Una esigenza in linea con le strategie nazionali del Pnrr dove sono stati stanziati 330 milioni di euro per la forestazione urbana che consentono di piantare 6,6 milioni di alberi attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi. «Abbiamo elaborato insieme a Federforeste il progetto di piantare milioni di alberi nell’arco dei prossimi anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
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