Tra Covid e 17, oggi è Blue Monday, il giorno più deprimente
Oggi, 17, è il terzo lunedì del mese di gennaio, e dunque cade la ricorrenza del cosiddetto Blue Monday, il giorno più deprimente dell’anno. L’idea è nata all’inizio degli anni Duemila da Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff, che ha voluto racchiudere in un giorno di inverno, utilizzando un’equazione, la giornata più nefasta dell’anno per l’umore degli esseri umani.
Il Blue Monday finisce sul calendario
Il lavoro di Arnall non ebbe grande successo dal punto di vista scientifico, la sua università prese le distanze spiegando che si trattava di pseudoscienza. L’idea però finì subito nella rete del marketing. Nel 2005 il canale Tv di viaggi Sky Travel ne approfittò per pubblicizzare mete da favola per vincere la malinconia e far tornare il buonumore. In pochi anni il Blue Monday diventò un appuntamento nel calendario, riconosciuto soprattutto nei paesi anglosassoni.
I 6 parametri dell’Happiest Day of the Year
Arnall comunque non si limitò a dare un colore e un giorno all’umore triste degli esseri umani, pensò anche, per compensare, a individuare il giorno più felice dell’anno: l’Happiest Day of the Year che cade nel solstizio d’estate, tra il 21 e il 24 giugno.
La formula include sei parametri: il trascorrere del tempo all’aria aperta, la natura, l’interazione sociale, i ricordi d’infanzia delle vacanze estive, la temperatura e il desiderio di andare in vacanza, arrivando un vero e proprio risultato metematico: O+(NxS)+Cpm/T+He. Forse per l’Happiest Day potrebbe essere il giallo, ‘Yellow’ il colore più adatto. Il ‘Bluè comunque ha una sua storia di tristezza ben collaudata: usato da poeti e pittori anche alcune lingue lo hanno preso in prestito per evocare stati d’animo negativi. E’ il caso in inglese di «feeling blue», sentirsi tristi. Per i francesi invece è «avoir le blues», l’espressione dell’inguaribile malinconia.
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