Torino
4:45 pm, 12 Gennaio 22 calendario

Abbiamo un problema molto serio di peste suina in Piemonte e Liguria

Di: Redazione Metronews
condividi

E’ salito complessivamente a 114 il numero dei Comuni, 78 in Piemonte e 36 in Liguria, compresi dal ministero della Salute nella «zona infetta» da Peste Suina Africana, alla luce dei nuovi casi confermati (al momento sono quattro). I 78 Comuni piemontesi sono tutti in provincia di Alessandria. «In attesa dell’ordinanza del Ministero che definirà le misure straordinarie per limitare la diffusione della malattia – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – l’Asl di Alessandria sta chiedendo ai sindaci dei Comuni interessati di vietare sul loro territorio l’esercizio venatorio a tutte le specie, rafforzando il più possibile la sorveglianza nei confronti dei cinghiali e dei suini da allevamento».

Alzato il livello di allerta

«E’ stata innalzata al massimo livello di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico – aggiunge l’assessore Icardi – con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone». «Questa settimana incontreremo le Organizzazioni sindacali agricole – conclude – per fare il punto sugli sviluppi della situazione sanitaria. Serve la collaborazione di tutti gli operatori del settore per offrire la massima protezione alla filiera produttiva del comparto suinicolo».

Vietata la caccia al cinghiale

Il risvolto della medaglia è che la caccia, soprattutto quella al cinghiale, è stata vietata in diverse zone del Nord Italia, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna. Tutto è cominciato quando è stato trovato morto un cinghiale nei boschi di Ovada. Gli altri casi, 4 cinghiali morti,  finora confermati sono stati trovati sempre in provincia di Alessandria e di Genova. La peste suina africana è una patologia virale, causata da un Asfivirus, che colpisce suini domestici e selvatici, caratterizzata da alta contagiosità e alta mortalità, che può arrivare fino al 90-100% dei casi. Non colpisce l’uomo ma è deleteria per gli allevamenti. Anche perché non c’è cura, l’unica soluzione è l’abbattimento dei capi contaminati o venuti a contatto.

Peste suina in Sardegna, ma è un altro tipo

In Italia la malattia è presente dal 1978  in Sardegna , dove è rimasta confinata  e dove si è sempre registrato solo un tipo di peste suina, che non è quello isolato nel cinghiale di Ovada, che invece è del tipo riscontrato nei focolai euroasiatici.  Quindi l’attuale serie di contagi non è arrivata dall’Italia continentale dalla Sardegna. Nel 2014 è esplosa un’epidemia di PSA in alcuni Paesi dell’Est della UE. Da allora la malattia si è diffusa in altri Stati Membri, tra cui Belgio e Germania, mentre in ambito internazionale è presente in Cina, India, Filippine e in diverse aree del Sud-Est asiatico, raggiungendo anche l’Oceania (Papua Nuova Guinea).

Comprensibile la preoccupazione della regione Lombardia dove è allevato il 53% dei capi a livello nazionale. «Abbiamo deciso – ha detto l’assessore all’agricoltura Rolfi – di sospendere al momento le forme di attività venatoria vagante e collettiva al cinghiale in provincia di Pavia, il territorio più a rischio vista la vicinanza territoriale con i casi registrati in Piemonte e Liguria, per evitare spostamenti rapidi dei cinghiali. Promuoveremo, in collaborazione con Polizia provinciale e Carabinieri forestali, una intensa attività di sorveglianza passiva invitando anche agricoltori e cacciatori a segnalare eventuali carcasse presenti sul territorio. La peste suina rappresenta un disastro per l’export di un comparto strategico come quello dei suini».

Veicolo della peste i cinghiali

Il rischio epidemia mette in un luce per l’ennesima volta gli squilibri ambientale, con la pressione demografica della popolazione di cinghiali che ormai occupano aree antropizzate e passeggiano per le nostre città.

12 Gennaio 2022 ( modificato il 13 Gennaio 2022 | 16:58 )
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo