scala di milano
5:00 pm, 11 Gennaio 22 calendario
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Capuleti e Montecchi alla Scala: dirige la Scappucci

Di: Redazione Metronews
Capuleti Montecchi
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L’opera I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini torna alla Scala dopo più di trent’anni con una nuova produzione diretta da Speranza Scappucci. La regia di Adrian Noble, per tredici anni direttore della Royal Shakespeare Company.

I Capuleti e i Montecchi alla Scala

Opera in due atti, è rappresentata in prima assoluta l’11 marzo 1830 al Teatro La Fenice di Venezia. Il libretto di Felice Romani era in realtà un adattamento, con una drastica riduzione dei recitativi, di un suo precedente melodramma. Un lavoro già messo in musica da Nicola Vaccaj.  In questo aveva ampio spazio la lotta tra le famiglie dei Montecchi e dei Capuleti. Mentre in quello per Bellini i rapporti familiari politici sono sullo sfondo. Lo sviluppo della vicenda drammatica si concentra sulla coppia dei due infelici amanti e sul loro tragico destino.

Al lavoro per l’opera il musicista e librettista in stretta collaborazione, in uno stesso appartamento veneziano. E ci volle poco più di un mese per la composizione tra la fine di gennaio e i primi di marzo. Tanto che Bellini per limitatezza di tempo e per rispettare l’impegno assunto con l’impresario Alessandro Lanari attinse a piene mani alle musiche della sfortunata Zaira, l’opera da lui composta. Adattò, poi, le parti di soprano e contralto di Zaira e Norestano ai registri vocali alle 2 “prime” cantanti. Ovvero le cantanti destinate a sostenere i ruoli rispettivamente di Giulietta e Romeo.

Bellini e la maturità artistica

Con la composizione de I Capuleti e i Montecchi Bellini raggiunse la piena maturità artistica. In seguito al debutto, che ebbe grande successo, tutti i recensori dell’epoca riconobbero che nell’opera “si era prodotta una svolta stilistica, avvertita al tempo stesso come una restaurazione dell’antica Scuola italiana e come uno slancio verso il futuro” come scrive la musicologa Graziella Seminara. Ma la novità del linguaggio belliniano non fu unanimemente accettata. Ne è la riprova la prassi di sostituire le scene ultime dei Capuleti con quelle ultime di Giulietta e Romeo di Vaccaj, divenuta ben presto consuetudine diffusa nei teatri italiani ed europei. Fino a quando la cantante Giuseppina Renzi de Begnis richiedendo attenzione al pubblico, nella primavera del 1834 al Teatro della Pergola di Firenze, trovò il coraggio di riproporre il finale belliniano: “Dove non vi son cose che grattino l’orecchio e per gustarne la bellezza sia della musica che della declamazione bisogna fare un silenzio religioso. Questo l’ottenni… Insomma, a farla corta fece gran piacere, e dopo fummo chiamati fuori.

 

Nell’incontro “Una drammaturgia senza il vilain”, con ascolti e video, parla di I Capuleti e i Montecchi Graziella Seminara, Professoressa di Musicologia e Storia della Musica all’Università di Catania.

11 Gennaio 2022
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