climate change
3:19 pm, 10 Gennaio 22 calendario

Dal 2015 al 2021 gli anni più caldi di sempre

Di: Redazione Metronews
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I 7 anni dal 2015 al 2021 sono stati «chiaramente» i più caldi mai registrati, confermando l’avanzamento del riscaldamento globale con concentrazioni record di gas serra. E’ quanto risulta da un rapporto del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici.

Lo faremo perché è difficile
L’editoriale di Stefano Pacifici

Gli anni caldi del record

Se il 2021 è stato «solo» il quinto più caldo mai registrato, ha subito gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici: ondate di calore eccezionali e mortali in Nord America e Sud Europa, incendi devastanti in Canada o in Siberia, ondate di freddo spettacolare negli Stati Uniti centrali o precipitazioni estreme in Cina ed Europa occidentale. Nonostante un livello abbattuto dal fenomeno meteorologico La Nina, il 2021 ha comunque registrato secondo Copernicus una temperatura media superiore di 1,1 C a 1,2 C rispetto all’era preindustriale (1850-1900), l’elemento di riferimento per misurare il riscaldamento causati dalle emissioni di gas serra dell’attività umana. In media annua, il 2021 è leggermente superiore al 2015 e al 2018, con il 2016 che rimane il più caldo. E gli ultimi 7 anni «sono stati i più caldi mai registrati, con un netto margine», osserva l’organismo europeo.

Il record europeo in Sicilia

Il record europeo di temperatura più elevata è stato superato in Sicilia, dove sono stati registrati 48.8°C, di 0.8°C superiore rispetto al precedente, sebbene questo nuovo dato debba ancora essere confermato ufficialmente dalla World Meteorological Organization (WMO). Condizioni di caldo e siccità hanno preceduto eventi di incendi intensi e prolungati, in particolare nel Mediterraneo orientale e centrale, con la Turchia tra i paesi più colpiti, oltre a Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, Albania, Macedonia del Nord, Algeria e Tunisia.

Anni caldi e livelli di gas serra

Le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera hanno continuato ad aumentare nel corso del 2021, con i livelli di anidride carbonica (CO2) che raggiungono un record globale annuale medio di colonna di circa 414 ppm, e il metano (CH4) raggiunge un record annuale di circa 1.876 ppb. Le emissioni di carbonio provocate dagli incendi in tutto il mondo ammontano complessivamente a 1.850 megatonnellate, in particolare alimentate dagli incendi in Siberia. Questo dato è leggermente superiore a quello dell’anno scorso (1.750 megatonnellate di emissioni di carbonio), sebbene la tendenza sia in calo dal 2003. Il mese con la più elevata concentrazione di CO2 è stato aprile 2021, durante il quale la media mensile globale ha raggiunto 416.1 ppm. Il tasso di crescita medio annuo globale stimato per il 2021 era di 2.4 ± 0.4 ppm/anno, simile al tasso di crescita del 2020, che era di 2.2 ± 0.3 ppm/anno. È ugualmente prossimo al tasso di crescita medio di circa 2.4 ppm/anno osservato dal 2010, seppur inferiore agli elevati tassi di crescita di 3.0 ppm/anno del 2015 e di 2.9 ppm/anno del 2016, attribuibili all’intenso fenomeno climatico di El Niño.

L’analisi iniziale dei dati satellitari indica inoltre che le concentrazioni atmosferiche di metano hanno continuato a crescere anche nel 2021, raggiungendo così un valore massimo globale medio a colonna senza precedenti (XCH4) pari a circa 1876 ppb. Il tasso di crescita medio annuo stimato di XCH4 per il 2021 è stato di 16.3 ± 3.3 ppb/anno. Si tratta di un tasso di crescita leggermente superiore a quello del 2020, che era di 14.6 ± 3.1 ppb/anno. Entrambi i tassi sono molto elevati rispetto ai tassi dei precedenti due decenni della raccolta dati satellitare. Tuttavia, al momento non si comprende pienamente perché questo avvenga. L’identificazione dell’origine di questo aumento, fa sapere Copernicus, è complessa in quanto il metano conta molteplici fonti, tra cui alcune antropogeniche (ad esempio, lo sfruttamento di giacimenti di petrolio e gas) ma anche di naturali o seminaturali (ad esempio, le zone umide). “Le concentrazioni di anidride carbonica e metano continuano ad aumentare di anno in anno e non accennano a rallentare. Tali gas a effetto serra sono i principali responsabili del cambiamento climatico – spiega Vincent-Henri Peuch, direttore di Copernicus Atmosphere Monitoring Service – Questo è il motivo per cui l’introduzione del nuovo servizio di emissioni basato sull’osservazione e guidato da Cams finalizzato al sostegno del monitoraggio e della verifica delle stime delle emissioni antropogeniche di CO2 e CH4, sarà uno strumento fondamentale nella valutazione dell’efficacia delle misure di mitigazione delle emissioni. Solo con sforzi decisi e sostenuti da dati di osservazione faremo la differenza nella nostra lotta contro la catastrofe climatica”.

10 Gennaio 2022
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