Ivan Graziani, 25 anni senza la chitarra del rock italiano
MUSICA Sono già passati 25 anni. Il primo gennaio del 1997 nella sua casa di Novafeltria, nel riminese – tra Emilia, Romagna, Marche e (non lontano dal suo) Abruzzo – moriva Ivan Graziani, il cantautore con la chitarra elettrica o, se si preferisce, la chitarra rock della musica d’autore italiana.
Graziani, un artista completo
Nato a Teramo (https://it.wikipedia.org/wiki/Ivan_Graziani), scomparse a soli 51 anni: fu un artista completo, capace di scrivere canzoni e romanzi, di dipingere e disegnare storie a fumetti, di cimentarsi insomma completamente nell’arte; un personaggio che ha lasciato l’idea di poter essere sempre fuori dagli schemi, oltre le righe, che ha fatto della sua poliedricità la tara artistica che lo distingueva da tutti gli altri.
I racconti italiani della sua chitarra rock
Dotato di sensibilità e ironia uniche, attento osservatore di micro storie che riusciva a rendere esaltanti e intriganti nelle sue canzoni, Ivan Graziani ha raccontato il Paese, la nostra Italia, quella meno evidente ma vitale della provincia – con le piazze e le stazioni dei treni, le vie di campagna, le donne dai nomi più o meno originali, con le colline e i campi a perdita d’occhio, le piccole città che vivono lente, con il Gran Sasso, San Gabriele e l’Abruzzo sullo sfondo, ispiratori spesso e protagonisti a volte, in una geografia ideale e sghemba tracciata dalle sue canzoni – da Lugano fino in Olanda, da Modena e Siracusa fino alla “Firenze triste” lungo Ponte Vecchio, raccontata in un piccolo grande capolavoro.
Il primo a salire sul palco del Tenco
Fu il primo cantautore in assoluto a salire sul palco del Tenco nella prima edizione del ’74. Il suo album Pigro è considerato fra i 100 più belli della musica italiana dalla rivista Rolling Stones, e la sua tecnica chitarristica ha fatto scuola.
Le collaborazioni di Graziani
Con un repertorio in bilico tra rock e ballate, Ivan Graziani ha incrociato tanti illustri colleghi: tra questi, Lucio Battisti con cui collaborò per molto tempo, suonando la chitarra in alcuni dei suoi album e in una ricercatissima versione inglese de “Il Nostro Caro Angelo”; con la PFM scrisse “From Under”, nell’album “Chocolate Kings”, rischiando, ad un certo punto, di diventare il cantante della band; per Francesco De Gregori ha suonato nell’album “Bufalo Bill”); Antonello Venditti collaborò alla realizzazione dei primi album di Ivan Graziani, che, a sua volta, aveva suonato in “Ullalla” del cantautore romano. Collaborò anche con Ron con cui fece un tour, compose “Canzone senza inganni” e realizzò un Q-disc (“a sei mani”) insieme anche a Goran Kuzminac oltre a lavorare con Loredana Bertè per “BandaBertè” e Renato Zero con il quale scrisse “La nutella di tua sorella”.
I materiali inediti
In questi anni, nel suo studio di registrazione, le Officine Pan Idler, sono stati finalmente “aperti” con nuove tecnologie alcuni nastri lasciati dall’artista: all’interno sono state trovate molte tracce inedite su cui si sta lavorando per poterle pubblicare proprio nel 2022, a venticinque dalla sua scomparsa. Questo è l’auspicio dei tanti fans club dedicati ad Ivan Graziani, che continuano assiduamente a ricordarlo andando alla “ricerca” di materiale di nicchia.
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