Draghi: “I miei destini personali non contano niente”
Conferenza di fine anno per il premier Mario Draghi, occasione per fare il punto in un momento cruciale e in vista di un passaggio chiave come quello dell’elezione del Presidente della Repubblica, benché il Governo sia in carica da meno di un anno, ma un anno intenso, fra Covid e Pnrr.
Non solo Covid in Italia, variante Omicron, contagi e misure ma anche il futuro del governo, la crescita economica, la manovra per il 2022 e il Pnrr. E poi ancora famiglia e denatalità, ma anche lo spazio e Tim. Sono diversi gli argomenti trattati dal premier Mario Draghi nel corso della conferenza di fine anno con i giornalisti. Un bilancio che Draghi giudica positivo: “Abbiamo conseguito tre grandi risultati. Abbiamo reso l’Italia uno dei paesi più vaccinati del mondo, abbiamo consegnato in tempo il Pnrr e raggiunto i 51 obiettivi. Abbiamo creato le condizioni perché il lavoro sul Pnrr continui. Il governo ha creato queste condizioni indipendentemente da chi ci sarà (alla guida, ndr): l’importante è che il governo sia sostenuto da una maggioranza come quella che ha sostenuto questo governo, ed è la più ampia possibile. E’ una maggioranza che voglio ringraziare molto”, dice Draghi.
Conferenza di fine anno, il punto sul Covid
Variante Omicron in Italia, cabina di regia per discutere anche di tamponi e green pass, eventuali restrizioni in vista del Natale. Il presidente del Consiglio, risponde così alle domande dei giornalisti: “L’arrivo della variante Omicron, che gli scienziati ci dicono essere molto più contagiosa delle precedenti, ha aperto una nuova fase nella pandemia. Domani si terrà una cabina di regia per decidere il da farsi sulla base del quadro epidemiologico”, dice Draghi nella sua introduzione. “I vaccini restano lo strumento di difesa migliore dal virus. Tra i decessi, tre quarti sono non vaccinati”.
“Dall’inizio della campagna vaccinale abbiamo somministrato oltre 106 milioni di dosi. Circa l’80% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Abbiamo somministrato 15,6 milioni di terze dosi, invito tutti i cittadini a fare la terza dose: è la priorità. L’evidenza scientifica ci dice che il vaccino funziona molto bene contro le nuove varianti”, afferma.
“Ho detto più volte che dobbiamo difendere la normalità raggiunta. Questo significa niente chiusure, scuola in presenza, socialità soddisfacente. Per farlo, dobbiamo prendere tutte le precauzioni possibili”, ribadisce Draghi rispondendo alle domande.
“E nella cabina di regia si parlerà di questo: di fronte all’alta contagiosità della variante, cosa si può fare per rallentarne la diffusione? Per esempio, l’utilizzo delle mascherine all’aperto, previste già in caso di grandi assembramenti. L’uso di mascherine Ffp2 in certi ambienti chiusi. Non è esclusa l’applicazione del tampone, c’è un periodo in cui la protezione delle prime 2 dosi decresce rapidamente e la terza dose non è ancora stata fatta: in quel periodo può essere utile un tampone per vedere se si è positivi. Sono tutti sistemi per cercare di rallentare la diffusione del virus: ogni decisione sarà guidata dai dati, non dalla politica“.
“La comunicazione sul green pass e sul super green pass” si è sviluppata in base a “quelle che erano le conoscenze a quel momento, non si è mai voluto dire che garantiva l’immunità dopo la sua scadenza o la scadenza della seconda dose. Si è scoperto che la seconda dose” del vaccino “declina più rapidamente di quanto si pensasse all’inizio, questo porterà domani a discutere se ridurre la durata del green pass. E diventato un po’ enfaticamente uno strumento di libertà”, afferma il premier.
Quirinale, maggioranza, futuro di Draghi
“I miei destini personali non contano assolutamente niente. Non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell’altro, sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle istituzioni“, dice Draghi rispondendo ad una domanda sul futuro dell’esecutivo. “La responsabilità della decisione -evidenzia- è interamente nelle mani delle forze politiche, non nelle mani di individui: sarebbe un fare offesa all’Italia, che è molto di più di persone individuali. La grandezza del Paese non è determinata da questo o quell’individuo ma da un complesso di forze, di persone e di sostegno politico che permettono di andare nella direzione giusta”.
Ripercussioni sul governo sul voto riguardo l’elezione del presidente della Repubblica? «Ci vuole una maggioranza ampia perché l’azione del governo continui. E’ immaginabile una maggioranza che si spacchi sull’elezione del presidente della Repubblica e si ricomponga dopo?», si chiede il premier Mario Draghi, rispondendo ad una domanda dei cronisti sul voto del Colle e sulla possibilità che la maggioranza si spacchi. «E’ uno scenario da temere», aggiunge.
“Il governo comincia con la chiamata del Presidente Mattarella, una chiamata di altissimo ordine, che si è tradotta in un sostegno e in una vicinanza costante all’azione di governo. Ma la responsabilità quotidiana dell’azione di governo sta nel Parlamento, la prosecuzione del governo sta nel Parlamento”, dice. “E’ il Parlamento che decide la vita del governo e la deciderà sempre. La Costituzione prevede un governo parlamentare, i risultati sono stati possibili perché c’è il Parlamento, che decide la vita dell’esecutivo”.
Pnrr ed economia
“Il governo resta pronto a sostenere l’economia in caso di rallentamento, la sfida principale resta quello di far aumentare il tasso di crescita di lungo periodo”. crescita è “oltre il 6%” e l’occupazione “è ripartita”, continua il premier, che rivendica: “Oggi posso dirvi che abbiano raggiunto tutti i 51 obiettivi” del Pnrr “che avevamo concordato con la Commissione” ed “è in discussione in Commissione l’accordo operativo”. Governo, Regioni ed Enti locali “si muovono con determinazione e con forza, il processo è lungo e complesso, ma nello stesso tempo non c’è ragione di temere che si possa fare bene anche in futuro”. “Il governo ha raggiunto i 51 obiettivi previsti per l’anno, l’azione dell’esecutivo continua con determinazione per creare condizioni per attuare il Pnrr, mettere in condizione di investire gli enti, le pubbliche amministrazioni, ci sono adempimenti che il governo ispira”. Il presidente del Consiglio nella conferenza di fine anno ha quindi avvertito che “occorre dimostrare che la fiducia degli altri Paesi nell’Italia è ben riposta” per quanto attiene alle misure previste dal Pnrr.
Quella sul debito pubblico, ora oltre il 150%, “è una riflessione che ha accompagnato tutta l’azione di governo, Spagna e Francia non hanno fatto cose diverse da noi, dal debito si esce con la crescita, equa e sostenibile, ma soprattutto forte, una crescita a cui il nostro Paese non era abituato, con una stabilità politica di fondo”, ha detto il premier. «Se si continua a crescere la preoccupazione dello spread è minore. La crescita è il barometro di credibilità del nostro Paese. Il tasso di crescita oltre il 6%, sono tassi che non si vedevano in Italia dagli anni Cinquanta. A questo bisogna puntare».
Il contrasto alla povertà “è un punto fondamentale dell’azione di governo, è uno dei miei impegni: non c’è crescita senza coesione sociale, se si lasciano indietro i poveri non è crescita civile”, ha detto Draghi.
La manovra, con affanno ma come sempre
Esautorato il Parlamento con la manovra? “Indubbiamente c’è stato affanno sull’approvazione della manovra, cosa successa tantissime volte negli anni passati”, dice, rispondendo a una domanda sui tempi di approvazione della manovra e sulla discussione parlamentare della legge di bilancio. “C’è stato un lunghissimo confronto politico – rivendica – il ministro Franco ha discusso per settimane la destinazione degli 8 miliardi, per avere subito accordo su questi fondi” con le forze politiche, “dopo questo confronto c’è stato un confronto in cabina di regia e poi in cdm” quindi direi che “il periodo di dialogo con le forze politiche non è stato compresso nelle fasi iniziali”. Dopo il cdm il governo ha ricevuto tutti i presidenti dei gruppi parlamentari, non sono mancate le occasioni per un confronto, che ha portato all’emendamento del governo, che ha recepito le istanze derivate dal confronto”.
Intanto, continua Draghi, il governo ha trovato i fondi per estendere il superbonus del 110%, superando l’iniziale riluttanza dovuta al fatto che queste misure “hanno creato distorsioni“, a cominciare da uno “straordinario aumento dei prezzi dei componenti legati alle ristrutturazioni” e le emissioni, sì, vanno giù, “ma non così tanto da assorbire l’aumento dei prezzi”, spiega, aggiungendo un altro motivo di iniziale contrarietà: il sistema “ha incentivato moltissime frodi”.
Tristezza per il crollo della natalità
“Il crollo della natalità è uno degli eventi più tristi, il primo impegno è riuscire ad avere una abitazione di proprietà” per i giovani “molto ha fatto il governo per permettere loro di avere una casa, a partire dai mutui e da significativi finanziamenti”, le parole sul tema della crisi demografica. “Poi abbiamo aiutato la donna – dice – . Abbiamo invertito un percorso, abbiamo avuto un impegno ampio a costruire asili nido”. “Terzo punto l’assegno unico familiare, che è un passo straordinario”, aggiunge il premier. “Si sono fatti progressi notevoli in direzione della famiglia, resta però una insoddisfazione di fondo“.
“La precarietà del lavoro è certamente uno dei motivi per cui è difficile mettere su famiglia, affronteremo il problema della precarietà del lavoro, ogni volta che c’è una crisi i primi essere espulsi dal lavoro sono i precari e le donne. Ora ci muoveremo sul fronte della precarietà”, ricorda Draghi nella conferenza di fine anno.
Il tavolo sulle pensioni
«L’apertura dei tavolo coi sindacati sulle pensioni era un’intenzione manifestata da me già un mese e mezzo, due mesi fa. I provvedimenti in tema di pensioni che il governo ha preso ora nella legge di Bilancio e altro erano provvedimenti di tipo transitorio per affrontare il prossimo anno, e quindi che ci fosse bisogno di una riforma più ampia a me pareva normale. I sindacati hanno accolto questa proposta ed è per questo che il tavolo è cominciato». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa di fine anno.
Il premier ha spiegato i punti della riforma: «Le istanze che dovrebbe affrontare sono: primo, maggiore flessibilità in uscita; secondo, qualcosa su come si fa ad organizzare un sistema che garantisca un certo livello di pensioni per i giovani e soprattutto per coloro che hanno attività precarie; terzo, cosa si può fare per riprendere la strada sulla previdenza complementare; quarto, oggi chi va in pensione e vuole cominciare a lavorare in un altro posto è punito in una varietà di modi, quindi come si fa ad evitare che sia punito». «Quindi, questi sono ii temi fondamentali in cui l’azione del Governo e certamente il mio impegno personale c’è completo, ma bisogna anche dire che il mio impegno è quello a mantenere un sistema che sia sostenibile», ha osservato Draghi.
Il tema dei migranti: cambiare il sistema di accoglienza
Se sul dossier migranti Draghi è ottimista per il nuovo anno? “Sì, sono ottimista. Quel che ho detto sin dall’inizio è che l’approccio alla migrazione deve essere equilibrato, umano ed efficace. E questo è stato capito in Europa. Nell’ultimo Consiglio europeo la presidente Von der Leyen ma anche io ci siamo opposti alla proposta di finanziare la costruzione di muri per alcuni Paesi dell’Est”.
“A parte la redistribuzione di migranti, che secondo me è un problema che può essere superato, bisogna cambiare completamente l’accoglienza: è un momento in cui l’industria europea ha un grandissimo bisogno di manodopera, su questo c’è molta apertura da parte di alcuni Paesi. Non è tanto con meccanismi di redistribuzione obbligatoria che questo si risolve”, ha detto il premier Mario Draghi, in conclusione della conferenza di fine anno.
“L’altro motivo per cui sono più ottimista che in passato è che la Commissione europea, sempre nelle risoluzioni dell’ultimo Consiglio europeo, ha accettato di intraprendere una azione veramente efficace per negoziare con i Paesi di prima provenienza un accordo sui rimpatri volontari assistiti. E infine, il fatto che sembra essere accettato anche da altri Paesi che non sia solo l’Italia a fare i corridoi umanitari ma che siano fatti anche da altri Paesi”, ha rimarcato il presidente del Consiglio.
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