Film Opera
6:26 am, 23 Dicembre 21 calendario
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Michieletto: «Il teatro dovrebbe essere disciplina scolastica»

Di: Orietta Cicchinelli
Michieletto
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Nel luglio 2020 è l’opera Rigoletto di Verdi il primo spettacolo live post Covid. La cornice del Circo Massimo ha accolto una nuova regia, imponente e spettacolare, firmata da Damiano Michieletto. Da qui il film Rigoletto al Circo Massimo, presentato alla Festa del Cinema di Roma, sarà su Rai 3, giovedì 30 dicembre (ore 21.20).

Michieletto, come ha affrontato la sfida del primo film opera?

«Col desiderio di creare un linguaggio coinvolgente che possa far emergere la storia di Rigoletto in modo imprevedibile e per questo ho mescolato linguaggi diversi. La musica è sempre stata una fortissima fonte di ispirazione per me, e la musica classica rivela delle sorprese emozionanti quando s’inizia a conoscerla un po’. Questo progetto è nato poi in circostanze delicate, è stato il 1° grande evento dal vivo durante la pandemia e avevo voglia di rispettare tutte le regole sanitarie senza che lo spettatore si accorgesse delle limitazioni».

Come si è avvicinato all’opera?

«Mi sono avvicinato 20 anni fa iniziando a fare spettacoli per bambini all’Auditorium di Milano. Da lì è poi iniziato tutto. L’opera lirica è un genere che devi un po’ conoscere per poterlo apprezzare, ma chi ha il compito di mettere in scena un’opera non deve nascondersi dietro un atteggiamento intellettuale: l’opera è popolare e molto coinvolgente».

Sì, ma è anche un’illustre sconosciuta per la maggior parte dei giovani di oggi (anche di ieri)… Cosa si può fare per interessare i ragazzi?
«Bisogna riuscire a raccontare questi classici in modo chiaro, preciso e non autoreferenziale. Essendo capolavori eterni, le opere liriche si prestano a varie letture e sta perciò a noi evitare gli stereotipi, riuscire a rappresentare sempre il lato umano in modo autentico. Credo che sia importante chiedersi: dove sta la vita dentro a questa storia? E cercare di tirarla fuori il più possibile e renderla vera, autentica. Anche quando è scomoda, perché in molte opere liriche i personaggi sono violenti, e le storie sono a tinte molto forti».

Michieletto, la scuola può avere un ruolo in tutto questo?

«Il mestiere dell’insegnante è stupendo, dovremmo avere tutti più rispetto per il ruolo che svolge. Il processo che permette a qualcuno d’insegnare dovrebbe essere molto più selettivo di com’è oggi. La scuola può fare certamente molto per far scoprire e appassionare i ragazzi, insegnando loro la potenza dell’immaginazione. L’immaginazione è una grande possibilità di salvezza di fronte ai drammi dell’esistenza. Vuole sapere una cosa? Se fossi il ministro dell’istruzione mi attiverei per fare del teatro una disciplina scolastica!».

Lei come passerà questo Natale ancora segnato dall’emergenza Covid?
«A casa, visto che adesso sono a Berlino e tornerò in Italia solo per pochi giorni. Quando sono a casa per me è vacanza e non ho bisogno di fare tanto altro: stare con i miei figli, con le perone a cui voglio bene. Questo è il più bel regalo che posso farmi. Quest’anno ho avuto esperienze pazzesche legate al Covid, come quando sono stato rinchiuso per due settimane in un Covid hotel a Sydney… e non avevo nemmeno la chiave della stanza perché era proibito uscire!».

Progetti prossimi e un sogno nel cassetto.
«Molti! Sia in teatro che al cinema! Però il prossimo, in realtà, è un’installazione multimediale intitolata “Archèus” che farò col mio team creativo Ophicina, e che si potrà vedere da metà febbraio a La Biennale di Venezia. In quella installazione abbiamo usato i linguaggi che conosciamo: il teatro, l’arte, la scenografia, l’illuminotecnica, la musica, e stiamo lavorando con altri artisti per creare un’esperienza immersiva per il pubblico. Venite a Venezia a vederla!».

23 Dicembre 2021
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