Teatro Torino
6:00 pm, 14 Dicembre 21 calendario

Abbiati mette in scena Il Processo nella lettura di Claudio Morganti

Di: Redazione Metronews
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TEATRO Roberto Abbiati mette in scena Il Processo di Kafka nella lettura registica di Claudio Morganti alla Casa del Teatro Ragazzi (www.casateatroragazzi.it) da giovedì a domenica.

Lo spettacolo, intitolato Circo Kafka, è una versione senza parole del celebre romanzo dello scrittore praghese ambientato in un surrogato di circo. Il “grande irregolare” del teatro italiano questa volta decostruisce e ricompone un testo capitale della letteratura occidentale, sinistramente profetico delle pagine più buie del Novecento e diventato archetipo universale della nostra condizione umana: Il processo di Franz Kafka. Lo fa affidandosi ad uno dei maggiori artisti della scena italiana, un attore con una pratica artistica art brut fra i più interessanti di questo tempo. Roberto Abbiati è un creativo capace di esprimersi, oltre che con un incredibile potenziale mimico, anche attraverso il segno grafico, quello scultoreo, quello concettuale, arrivando ad assemblaggi di grande bellezza.

La restituzione scenica di Kafka

La restituzione scenica del testo di Kafka qui è senza parole. Una finissima partitura di piccole farse ed episodi fatta solo di gesti, suoni, rumori e oggetti attraverso una mimica semplice e poetica, sempre in bilico tra una trasognata levità e l’inquietante ineluttabilità dell’insensata storia raccontata.

Lo spazio scenico è un surrogato di circo, costruito artigianalmente da Abbiati e Morganti pezzo per pezzo, utilizzando oggetti e materiali di recupero. È pieno zeppo di studiatissime cianfrusaglie che assumono forme diverse e su cui domina un letto, sovrastato da una testata decorata con un gatto che urla, con accanto un abat-jour, la ruota di una bicicletta, un contrabbasso, una sedia, una stampella… Questa matassa giocosa sembra il residuato di una vecchia casa abbandonata da un secolo, oggetti inutili, brutti e inutilizzabili, eppure, la scenografia dialoga continuamente con lo spettatore, diventando tribunale, camera da letto e camera mortuaria con microscopici interventi di illuminotecnica e meccanica.

I mille volti di Abbiati

Abbiati di volta in volta è poliziotto, carceriere, giudice, accusato e accusatore, in un turbinio di facce, ammiccamenti, suoni registrati, strumenti suonati dal vivo – come il didgeridoo di Johannes Schlosser e la cornamusa suonata dallo stesso Abbiati – che arrivano come un vero e proprio discorso: un chiacchiericcio indistinto di segni che si fa teatro purissimo, dove i silenzi fanno parte integrante della partitura drammatica.

Circo Kafka è uno spettacolo di puro lirismo “artigiano”, per riflettere sulla giustizia e per ridere compassionevolmente sul senso di un processo ingiusto che riguarda tutti. In questa riflessione, presentata con sciente goffaggine, lo spettacolo dichiara il personale rapporto con l’opera di Franz Kafka: meccanismi inspiegabili, più grandi di chi li subisce, possono dar luogo a un’assurda persecuzione o a un’efficace macchina scenica.

Roberto Abbiati, protagonista dello spettacolo, afferma: «Leggendo il processo di Kafka ho visto che le grandi opere posso essere adoperate agilmente da tutti. Ho immaginato uno sperduto clown collocato in un circo, consapevole del fatto che il comico messo in relazione con il dramma può essere più esplosivo. Si tratta di una storia drammatica raccontata in modo leggero. […] Il pubblico vede l’inesorabile, una macchina che si mette in moto come ne il processo. Un meccanismo che lavora continuamente che scava e morde».

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14 Dicembre 2021
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