sicilia
4:25 pm, 13 Dicembre 21 calendario

A Ravanusa si scava a mani nude per trovare gli ultimi dispersi

Di: Redazione Metronews
A Ravanusa si scava a mani nude
condividi

A Ravanusa si scava a mani nude per trovare gli ultimi dispersi. Le ricerche degli ultimi due che mancano all’appello nell’esplosione della palazzina di quattro piani avvenuta sabato sera si stanno concentrando in una zona distante alcune decine di metri rispetto a quella del ritrovamento delle precedenti vittime. I due dispersi abitavano infatti in un’unità immobiliare lontana rispetto agli altri e i soccorritori si stanno concentrando in quel tratto scavando delicatamente a mani nude nella speranza, ormai ridotta al minimo, di individuarli vivi. Questa mattina, poco dopo le 6.30, sono stati trovati 4 corpi che fanno salire a sette le vittime accertate. Tra queste Selene Pagliarello, l’infermiera trentenne al nono mese di gravidanza. «Abbiamo sperato fino all’ultimo momento per Selene, non perché gli altri non fossero importanti ma questa ragazza è diventata un po’ la figlia di tutti e purtroppo la cosa è andata male», ha detto la prefetta di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, giunta nell’area devastata dall’esplosione. Anche il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino, non si dà pace: «Il ritrovamento di Selene, assieme al marito e al suocero, ha generato molta tristezza. Aspettava un bambino che doveva nascere tra pochi giorni, era la persona che avremmo voluto trovare ancora viva. Purtroppo solamente il primo giorno, nelle prime ore, siamo riusciti a recuperare vive due donne». Dopo un sopralluogo la prefetta Cocciufa si è recata nella scuola elementare dove si trovano gli sfollati e alcuni familiari delle vittime. «È un momento di commozione generale, tutta l’Italia è ferita per l’assurdità dell’evento che appare inspiegabile per la sua portata distruttiva. Un plauso a tutta la macchina dei soccorsi e al Comune che hanno funzionato alla perfezione – ha aggiunto Maria Rita Cocciufa – dopo il recupero dei dispersi, bisogna pensare a ridare fiducia e prospettive a questa gente. Con la Regione dovremo pensare agli strumenti necessari. E sono qui per dire che le istituzioni, lo Stato, faranno fino in fondo la propria parte».

A Ravanusa si scava a mani nude

È stata Luna, Labrador in dotazione ai vigili del fuoco, a segnalare la presenza delle vittime trovate stamane. Il cane, una femmina di sei anni che fa parte dell’Unità cinofila dei vigili del fuoco di Palermo, ha individuato subito un primo corpo, portando sulle tracce degli altri. Luna è addestrato per cercare i vivi, viene spiegato, e quando li trova abbaia in modo continuo e cadenzato. Non deve cercare i morti: così questa volta, quando purtroppo ha segnalato i cadaveri, non ha abbaiato nè utilizzato il segnale “codificato”, ma si è soffermato sul posto e ha scodinzolato in modo agitato. Era l’indicazione che c’era qualcosa. Il primo corpo era a pochi centimetri sotto le macerie. Luna ha sei anni, è in servizio da tre e vi resterà fino a 11. Ma rimane il rapporto con il suo conduttore: quando si parla di unità cinofila, infatti, ci si riferisce a entrambi, a sottolineare lo stretto legame.

Un grande accumulo di gas

«L’ipotesi privilegiata è che l’esplosione sia stata causata da un accumulo di gas sotterraneo – ha detto il colonnello Vittorio Stingo, comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento – dobbiamo capire se questo accumulo è stato causato da una frana che ha prodotto una caverna sotterranea o da altro. Di certo l’esplosione è stata prodotta da una grande quantità di gas». L’impianto cittadino di distribuzione del metano a Ravanusa «era stato sottoposto a controllo recentemente, cinque giorni fa, e lo è frequentemente in quanto vetusto. Un controllo di manutenzione ordinaria e non straordinaria, da cui non erano emerse criticità. Dovremo valutare la modalità di questo controllo – ha precisato ancora Stingo – non ci risultano segnalazioni recenti relative a presunte perdite di gas, nè a noi, nè alla società che gestisce l’impianto». Intanto sono attesi nel pomeriggio a Ravanusa i periti nominati dalla procura di Agrigento. Dovranno aiutare a fare chiarezza sulle cause dell’esplosione. La procura indaga per disastro e omicidio colposi e ipotizza che l’esplosione sia stata causata da una fuga di gas metano della rete cittadina. È stata posta sotto sequestro una vasta area di 10 mila mq, ma non si esclude di ampliare la zona dopo un ulteriore sopralluogo.

13 Dicembre 2021
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo