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3:30 pm, 12 Dicembre 21 calendario

Su Telegram minacce a Draghi. Condiviso indirizzo di casa

Di: Redazione Metronews
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Minacce via Telegram nei confronti del presidente del Consiglio, Mario Draghi. A prendere di mira il premier sono gli organizzatori del gruppo Basta Dittatura – Proteste che hanno condiviso alcuni suoi dati sensibili, come l’indirizzo di casa, nell’account.

“Ogni sera, ore 21, tutti davanti all’appartamento del draghino malefico”, si legge in un post della chat. Il messaggio è accompagnato da un’immagine dell’abitazione del premier e da un fotomontaggio che ritrae lo stesso Draghi con baffetti alla Hitler.

Le minacce su Telegram

Presi di mira nello stesso gruppo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Oltre ai politici le minacce anche a diversi medici tra cui  Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.

Sotto tiro anche i ministri

«Cercate gli indirizzi e numeri di: tutti i ministri, tutti i capi partito che hanno sostenuto la Dittatura, tutti i presidenti di Regione, tutti i virologi da Tv, tutti i collaborazionisti manipolatori nelle Tv e canali di manipolazioni vari». Così si legge sul gruppo Telegram Basta Dittatura – Proteste nel quale poco fa è stato condiviso anche l’indirizzo del presidente del Consiglio. «Scrivete nei commenti tutto quello che trovate con le tecniche spiegate in precedenza», aggiungono gli organizzatori che citano «pagine bianche, curriculum, internet, agenzia entrate, proprietà immobili». «Scrivete anche la fonte e prova», scrivono ancora. Questo, «per verificare che i dati siano effettivamente» riconducibili al soggetto che si sta cercando.

Sulle minacce sono in corso indagini della Polizia Postale. Gli appartenenti al gruppo Basta Dittatura – Proteste, dove è stato condiviso l’indirizzo del premier, è attenzionato e monitorato costantemente dalle forze dell’ordine. Nei giorni scorsi, oltre all’indirizzo romano, era stato condiviso anche quello della casa dove il presidente del Consiglio si reca nel fine settimana. Sono diversi i fascicoli aperti in più procure italiane. Le informazioni apprese dai canali, costantemente monitorati, vengono poi condivise con la Digos e con gli altri organi competenti per garantire la sicurezza degli interessati.

Ancora minacce e insulti via Telegram hanno toccato l’infettivologo Massimo Galli. A prendere di mira il medico, accusato per la campagna a favore delle vaccinazioni, sono stati sempre gli organizzatori del gruppo Basta Dittatura – Proteste che hanno condiviso i suoi dati sensibili nell’account. Proprio Galli aveva subito minacce analoghe già due giorni fa. «Sapete cosa fare», è il messaggio dei gestori dell’account agli iscritti accompagnato a un invito a condividere altri contatti di persone pro vaccino.

Niente cortei a Milano

Ieri nessuna manifestazione di No Vax e No Green pass in piazza Duomo a Milano, dopo il giro di vite deciso dal Viminale. Nelle vie del centro del capoluogo lombardo si sono viste migliaia di persone, dedite però alla passeggiata e allo shopping pre-natalizio. In piazza Fontana, luogo tradizionale di ritrovo dei no green pass, e nella vicina piazza Duomo non si sono registrati raduni. Unico teatro della protesta è stato l’Arco della Pace, dove dalle 15 si sono riunite alcune centinaia di manifestanti per contestare il vaccino e le misure anti-Covid. Al termine del presidio, conclusosi verso le 18, non è però partito il corteo diretto verso piazza Duomo, come accaduto alcune settimane fa. Sebbene annunciato, non è pervenuto alla manifestazione organizzata dall’associazione La Genesi il sindacalista dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer.

12 Dicembre 2021
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