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4:18 pm, 9 Dicembre 21 calendario

Poche nascite e troppi morti: l’Italia demografica torna al 1918

Di: Redazione Metronews
Poche nascite e troppi morti
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Poche nascite e troppi morti. Il nuovo record minimo delle nascite in Italia (405 mila) e l’elevato numero di decessi (740 mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese. I dati sono relativi al 2020, e sono stati resi noti dall’Istat nella nota sull’andamento demografico. Il deficit di nascite rispetto ai decessi è tutto dovuto alla popolazione di cittadinanza italiana (-386 mila), mentre per la popolazione straniera il saldo naturale resta ampiamente positivo (+50.584). Il deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge in Italia -335 mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno. Al 31 dicembre 2020, data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente, la popolazione in Italia conta 59.236.213 residenti, in calo dello 0,7% rispetto al 2019 (-405.275 individui). «Questo calo – evidenzia l’Istat – è attribuibile prevalentemente alla dinamica demografica tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2020».

Poche nascite e troppi morti

La popolazione in Italia diminuisce in tutte le regioni, soprattutto al Sud e nelle Isole. Nel censimento 2020 l’Istat sottolinea come la distribuzione territoriale della popolazione sia pressochè immutata rispetto al censimento del 2019: il 46,3% risiede nell’Italia settentrionale, il 19,8% in quella centrale, il restante 33,8% nel Sud e nelle Isole. Più del 50% dei residenti è concentrato in 5 regioni, una per ogni ripartizione geografica (Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia). L’ammontare di popolazione al 31 dicembre 2020 è inferiore a quello del 2019 in tutte le ripartizioni, in particolare nel Mezzogiorno (-1,2% nell’Italia Meridionale e -1% nelle Isole); quasi ovunque, a eccezione delle province autonome di Bolzano e di Trento, a determinare la diminuzione è soprattutto la dinamica demografica recessiva del 2020. Tutte le regioni registrano una contrazione di popolazione residente ad eccezione della Toscana, che ha una variazione pressochè nulla rispetto al 2019 per effetto del recupero censuario che ha annullato il contributo negativo della dinamica demografica. I cali maggiori si osservano in Molise (-2,1%), Calabria (-1,8%), Campania (-1,5%) e Sardegna (-1,3%).

Più donne e più anziani

Gli stranieri censiti sono 5.171.894; l’incidenza sulla popolazione totale si attesta a 8,7 stranieri ogni 100 censiti. A fronte di una maggiore presenza della componente straniera rispetto al 2019, la popolazione italiana risulta inferiore di 537.532 unità. Complessivamente invece la prevalenza delle donne, dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione e alla maggiore speranza di vita, si conferma anche nel 2020: le donne sono il 51,3% del totale, superando gli uomini di 1.503.761 unità. Il rapporto di mascolinità è pari a 95 uomini ogni 100 donne, più equilibrato rispetto al 2011 quando si contavano 93,5 uomini ogni 100 donne. Come nel 2019, il rapporto di mascolinità più alto si registra in Trentino-Alto Adige (97,7) mentre si abbassa ulteriormente in Sardegna (95,8 da 96,6) e in Calabria (95,3 da 96). Ma ci sono 2.575 comuni dove il rapporto di mascolinità risulta sbilanciato a favore degli uomini (il 32,6% del totale contro il 23,5% del 2011). Si tratta in gran parte di comuni piccoli in cui l’elevato rapporto di mascolinità è dovuto alla prevalenza della componente maschile tra la popolazione straniera. Come nel 2019, il rapporto di mascolinità più alto si registra a Briga Alta in provincia di Cuneo (215,4), quello più basso a Montebello sul Sangro in provincia di Chieti (con appena 63 uomini ogni 100 donne).

La Campania più giovane

E anche nel 2020 si conferma la struttura per età fortemente squilibrata a favore della componente anziana della popolazione. Rispetto all’anno precedente per entrambi i generi scende leggermente il peso percentuale delle classi 25-29, 35-39, 40-44 e 75-79 anni mentre aumenta (sempre di poco) quello delle classi 55-59, 60-64 e 70-74 anni. Di conseguenza anche l’età media si innalza, da 45 a 45,4 anni, pur con una certa variabilità nella geografia dell’invecchiamento. La Campania, con un’età media di 42,8 anni (42 del 2019), continua a essere la regione più giovane, la Liguria quella più anziana (48,7 come nel 2019). Il comune più giovane è, come nel 2019, Orta di Atella, in provincia di Caserta (età media 35,7 anni), mentre il più vecchio è Ribordone, in provincia di Torino (età media 66,1 anni). Lo squilibrio della piramide per età della popolazione è ben evidenziato anche dal confronto tra la numerosità degli anziani (65 anni e più) e quella dei bambini sotto i 6 anni di età. Nel 2020 per ogni bambino si contano 5,1 anziani a livello nazionale, valore che scende a 3,8 in Trentino-Alto Adige e Campania, e arriva a 7,6 in Liguria.

Roma è la più popolata

Quasi tre comuni su quattro perdono popolazione rispetto al 2019. E come due anni fa, anche nel 2020 Roma è il comune più grande con 2.770.226 residenti, e Morterone (in provincia di Lecco) quello più piccolo che ne conta appena 29. Lo evidenzia l’Istat. Sono solo 1.964 i comuni che hanno registrato un aumento di popolazione rispetto al 2019 (il 24,9% del totale); vi risiedono poco più di 17 milioni di persone, il 28,7% della popolazione nel 2020. Se tra il censimento del 2011 e il censimento del 2019 i comuni di maggiori dimensioni avevano guadagnato popolazione, la quota di comuni che perdono popolazione tra il 2019 e il 2020 è maggioritaria in tutte le classi di ampiezza demografica, passando dal 62,8% dei comuni tra 20 e 50 mila abitanti (il 4,7% dei comuni italiani) agli oltre tre quarti di quelli fino a 5 mila (70% dei comuni italiani). Tra i 44 comuni con oltre 100 mila abitanti, uno su quattro guadagna popolazione (tre su quattro tra il 2011 e il 2019), per i restanti 33 il saldo è negativo rispetto al censimento 2019, per un totale di -157.003 residenti.

9 Dicembre 2021
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