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4:37 pm, 6 Dicembre 21 calendario

Nuova missione italiana in Antartide per studiare i cambiamenti climatici

Di: Lorenzo Grassi
Nuova missione italiana in Antartide
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Nuova missione italiana in Antartide per trovare sotto i ghiacci quegli indizi che possano aiutare a comprendere meglio l’evoluzione dei cambiamenti climatici. Amors, Giava, Lasagne, Rosskrill, Collaps, Disgeli e Greta: sono i fantasiosi acronimi di alcuni degli importanti progetti scientifici che saranno portati a termine tra la fine di quest’anno e la primavera del 2022 nell’ambito della 37ma campagna del Programma nazionale di ricerche in Antartide, finanziato dal Miur e attuato da Enea e Cnr. Dopo aver raggiunto da Ravenna in 40 giorni di navigazione il porto di Lyttelton a Christchurch in Nuova Zelanda, la rompighiaccio “Laura Bassi” – unica nave italiana per la ricerca oceanografica in grado di navigare nei mari polari – ha appena ripreso il largo con l’obiettivo di raggiungere la Stazione “Mario Zucchelli” in Antartide intorno al 16 dicembre. A Lyttelton sono stati caricati 30 containers di materiali e imbarcati 25 ricercatori e 21 marinai dell’equipaggio. Per evitare che il Covid rischi di diffondersi anche nel continente ghiacciato, tutti hanno trascorso una rigida quarantena di 14 giorni in isolamento sul territorio neozelandese.

Nuova missione italiana in Antartide

Quella appena avviata è la prima di tre rotazioni previste, con ricambio di tecnici e ricercatori. Durante la prima tratta non sono previste tappe intermedie per lo svolgimento di attività scientifiche in mare. Solo nel viaggio di rientro in Nuova Zelanda previsto per il 2 gennaio 2022 saranno svolti rilevamenti batimetrici del fondale del Mare di Ross da parte dell’Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana. La partenza della seconda rotazione è prevista da Lyttelton il 6 gennaio 2022, in questo caso con lo svolgimento di un’articolata campagna di ricerche oceanografiche. Tra queste quelle legate all’osservatorio marino Morsea nel Mare di Ross che effettua misurazioni costanti dei principali parametri sensibili ai cambiamenti climatici, in particolare con lo studio della variabilità nel tempo delle masse d’acqua che si formano sulla piattaforma continentale del bacino costiero antartico e che poi, muovendosi verso nord e raggiungendo l’Oceano Meridionale, contribuiscono a formare le acque più dense del pianeta.

Tra virus e sedimenti

E ancora i progetti Amors (con il monitoraggio acustico del Mare di Ross), Giava (per lo studio della diversità e del ruolo ecologico dei virus giganti negli ecosistemi antartici e delle conseguenze dello scioglimento dei ghiacci sulla loro dinamica), Lasagne (sulla deposizione dei sedimenti laminati), Rosskrill (per il monitoraggio delle specie chiave del livello trofico intermedio dell’ecosistema pelagico del Mare di Ross) e Signature (con il tracciamento fisico e biogeochimico delle masse d’acqua “esportate” dal Mare di Ross per verificarne l’impatto sull’Oceano meridionale). Terminata questa campagna, la nave approderà presso la stazione “Mario Zucchelli” intorno al 4 febbraio, poi ripartirà alla volta di Lyttelton intorno a metà febbraio.

Droni sulla Baia di Terranova

La terza e ultima rotazione è prevista dal 20 febbraio al 25 marzo 2022. Questa volta la rompighiaccio “Laura Bassi” non passerà nei pressi della stazione “Zucchelli”, ma 21 persone, tra tecnici e ricercatori, svolgeranno nel Mare di Ross attività di studio in navigazione dedicata prevalentemente alla geofisica con i progetti Collaps (sul livello del mare e la stabilità antartica nel passato), Disgeli (con acquisizione e modellazione della costa della Baia di Terranova basata su droni) e Greta (che studia il Mare di Ross e la risposta al cambiamento climatico continentale negli ultimi due millenni). Al termine la nave farà rientro in Italia intorno alla prima decade di maggio 2022, carica si spera di nuovi importanti dati e spunti per comprendere meglio il futuro climatico che ci attende.

6 Dicembre 2021
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