2021
8:44 am, 20 Dicembre 21 calendario

Addio 2021, così è cambiato il mondo quest’anno

Di: Osvaldo Baldacci
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Addio 2021. È un anno di saluti il 2021 che si sta concludendo. Saluti anche drammatici o comunque che hanno un peso sulla storia. Qualche addio e forse anche qualche arrivederci, sia in senso concreto in relazione ad alcune personalità della scena mondiale sia in senso metaforico rispetto ad alcune situazioni che si sono create, alcune delle quali drammatiche. Da Trump a Merkel, dall’Afghanistan alla Brexit, dai passi indietro della pace a quelli della democrazia, molte realtà hanno lasciato la scena. Chi invece non ha ancora dato l’addio al pianeta è il Covid-19, che certamente ha segnato anche quest’anno. Sullo sfondo una pandemia che una campagna vaccinale tutt’altro che equa, con l’Africa ancora al palo, non ha consentito di lasciarsi alle spalle. Mentre in Europa tornano le restrizioni, Washington e Londra giurano che non ci saranno nuovi lockdown. La nuova realtà dovrà essere la convivenza con il virus. E poi mai come quest’anno si è avvertito il cambio di passo nella sfida tra Usa e Cina, con l’avanzata arrembante di quest’ultima.

Addio 2021 e gli equilibri del mondo

«L’America è tornata». Così il 19 febbraio Joe Biden, alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, fa il suo debutto europeo da presidente degli Stati Uniti. L’accoglienza dei leader di Francia e Germania, Emmanuel Macron e Angela Merkel, è tiepida. Se il nuovo inquilino della Casa Bianca dipinge un mondo diviso in modo netto tra democrazie e autocrazie, Parigi e Berlino non vogliono rinunciare ai loro affari con Russia e Cina. Archiviata l’era Trump con le scene dell’assalto a Capitol Hill, il mondo non torna affatto al multilateralismo. Lo si vedrà al G20 di Roma, quando sia Xi Jinping che Vladimir Putin diserteranno l’appuntamento. A voler guardare il mondo attraverso la dicotomia proposta da Biden a Monaco, il fronte delle autocrazie appare piuttosto compatto. Russia e Cina fanno esercitazioni militari congiunte, la Bielorussia sfida l’Europa con le spalle coperte dal Cremlino, la fragile democrazia di Taiwan è sempre più a rischio e quella di Hong Kong è ormai un ricordo. Non altrettanto si può dire dell’Alleanza Atlantica. Il caotico ritiro dall’Afghanistan ha messo in ombra la leadership degli Usa. Londra è fuori dall’Ue ma la ‘Global Britain’ di Johnson è ancora un progetto nebuloso. E quel maestro di poker che è Erdogan continua a giocare su più tavoli. Quanto all’Europa, dovrà decidere cosa fare da grande senza più la guida sommessa ma sicura di Angela Merkel.

Fatti salienti che hanno segnato quest’anno nel mondo

1 GENNAIO: IL REGNO UNITO E’ FUORI DALLA UE

La Gran Bretagna è ufficialmente fuori dall’Unione Europea. Per il primo ministro, Boris Johnson, è un «momento fantastico». Si sentiranno tuttavia presto le conseguenze dei troppi punti lasciati in sospeso dall’accordo sulla Brexit e della fragilità dei compromessi raggiunti in materia come la pesca e il protocollo dell’Irlanda del Nord.

3 GENNAIO: SI INSEDIA IL NUOVO CONGRESSO DEGLI STATI UNITI

Si insedia il nuovo Congresso degli Stati Uniti. Il 5 gennaio i ballottaggi in Georgia assegneranno, dopo 7 anni, il controllo del Senato al partito dell’Asinello.

6 GENNAIO: ASSALTO A CAPITOL HILL

Assalto a Capitol Hill. Mentre il Congresso USA è riunito per certificare la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali, una folla di manifestanti pro Trump, che non intende accettare il risultato, invade le aule di Capitol Hill. Durante i disordini, quattro persone perdono la vita. Dopo alcune ore, le forze dell’ordine riprendono il controllo dei locali e la seduta riprende.

13 GENNAIO: LA CAMERA APPROVA L’IMPEACHMENT DI TRUMP

La Camera dei Rappresentanti approva, con il sostegno di dieci repubblicani, l’impeachment contro Donald Trump, primo presidente della storia degli Usa ad affrontare la procedura due volte. L’accusa è di «incitamento all’insurrezione» in relazione ai fatti di Capitol Hill. Il procedimento inizierà il 9 febbraio per concludersi quattro giorni dopo con un nulla di fatto.

14 GENNAIO: GLI ESPERTI DELL’OMS ARRIVANO A WUHAN

Nella città cinese di Wuhan, primo focolaio del nuovo coronavirus, giunge la squadra di esperti dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità incaricati di indagare sulle origini della pandemia di Covid-19. I risultati della missione saranno deludenti, a causa dell’ostruzionismo delle autorità di Pechino.

15 GENNAIO: IL GOVERNO OLANDESE CADE PER IL CASO DEGLI ASSEGNI FAMILIARI

Lo scandalo del rimborso degli assegni familiari chiesto ingiustamente a migliaia di cittadini olandesi, molti dei quali immigrati, porta alle dimissioni in blocco del governo di coalizione guidato da Mark Rutte, che ammette le responsabilità politiche dell’esecutivo.

16 GENNAIO: LASCHET E’ IL SUCCESSORE DI MERKEL ALLA GUIDA DELLA CDU

Armin Laschet viene eletto nuovo presidente dell’unione cristiano-democratica tedesca. Al governatore del Nord Reno-Vestfalia spetta il difficilissimo compito di succedere alla cancelliera Angela Merkel alla guida del partito conservatore.

17 GENNAIO: NAVALNY ARRESTATO AL SUO RITORNO IN RUSSIA

Alexei Navalny viene arrestato all’aeroporto di Mosca al ritorno dalla sua convalescenza in Germania per l’avvelenamento da agente nervino del quale il dissidente russo accusa il presidente Vladimir Putin. Il 2 febbraio sarà condannato a due anni e otto mesi per violazione della libertà vigilata.

20 GENNAIO: L’INAUGURATION DAY DI BIDEN

Il democratico Joe Biden giura da presidente degli Stati Uniti e chiede la fine di «questa guerra incivile che vede i rossi contro i blu, i conservatori contro i liberal». Il nuovo comandante in capo si impegna a rilanciare l’economia, contrastare il cambiamento climatico, assicurare giustizia razziale e sanare le divisioni. Trump diserta la cerimonia.

1 FEBBRAIO: I MILITARI TORNANO AL POTERE IN MYANMAR

L’esercito rovescia il governo civile di Aung San Suu Kyi, il cui partito viene accusato di aver truccato le elezioni. La leader viene incarcerata insieme a decine di politici a lei leali. Nelle settimane successive la popolazione scenderà in piazza per protestare contro il colpo di Stato militare. Le forze armate soffocheranno la rivolta nel sangue, uccidendo centinaia di manifestanti.

10 FEBBRAIO: IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA IL RECOVERY FUND

L’Eurocamera dà il via libera a larghissima maggioranza al piano da 672,5 di miliardi di euro per traghettare l’Ue fuori dalla pandemia.

14 FEBBRAIO: GLI INDIPENDENTISTI VINCONO IN CATALOGNA

A tre anni dal fallito tentativo di secessione, i partiti indipendentisti conquistano la maggioranza assoluta alle elezioni per il rinnovo del ‘Parlament’. A capo del governo regionale andrà una figura moderata e dialogante come Pere Aragones, che otterrà da Madrid la scarcerazione dei politici catalani incarcerati.

22 FEBBRAIO: UCCISO L’AMBASCIATORE ITALIANO A KINSHASA

Luca Attanasio è tra le tre vittime di un agguato a un convoglio delle Nazioni Unite a Goma, nella Repubblica democratica del Congo. Con lui il Carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci che ha tentato fino all’ultimo di salvare il diplomatico. A oggi non è ancora stata fatta piena luce sulle circostanze dell’assassinio.

26 FEBBRAIO: LA CIA RIVELA: ‘MBS APPOGGIO’ L’OMICIDIO KHASHOGGI’

Desecretato il rapporto dell’intelligence Usa secondo il quale il principe saudita Mohammed bin Salman approvò l’eliminazione del giornalista dissidente. Dopo aver tolto il sostegno all’operazione in Yemen contro gli Houthi, Biden continua ad allontanarsi da Riad, che era stata un alleato strettissimo di Trump.

28 FEBBRAIO: DOPO PFIZER E MODERNA, L’FDA APPROVA IL VACCINO J&J

L’agenzia per il farmaco Usa dà luce verde al siero monodose. L’11 marzo arriverà il via libero dell’Ema che, a differenza dell’equivalente Usa, ha approvato anche il vaccino di AstraZeneca.

1 MARZO: SARKOZY CONDANNATO A TRE ANNI DI CARCERE

L’ex presidente francese viene riconosciuto colpevole di aver ottenuto dal giudice di cassazione Azibert, nel 2014, informazioni sull’inchiesta sui presunti finanziamenti libici della campagna 2007 in cambio di un posto di rilievo a Montecarlo.

8 MARZO: L’INTERVISTA DI HARRY E MEGHAN A OPRAH WINFREY AGITA LA FAMIGLIA REALE

Raffica di accuse e rivelazioni da parte dei duchi del Sussex. «Al Palazzo erano preoccupati del colore della pelle di Archie», racconta Markle, «pensai al suicidio e nessuno mi aiutò». La Regina Elisabetta si dirà «addolorata».

16 MARZO: ABDUL HAMID DBEIBAH E’ IL NUOVO PREMIER LIBICO

Il capo del governo uscente di Accordo nazionale libico (Gna) Fayez al-Sarraj, consegna il potere al nuovo esecutivo ad interim che dovrà traghettare il Paese fino alle elezioni in programma il 24 dicembre. Dbeibah era stato scelto il 5 febbraio dai 75 delegati libici presenti al Forum di dialogo sponsorizzato dall’Onu.

17 MARZO: BIDEN DA’ A PUTIN DEL «KILLER». IRA DI MOSCA

Il presidente americano accusa la Russia di interferenze nella campagna elettorale. «Chi lo dice lo è», risponde ironico il capo del Cremlino.

18 MARZO: GELO AL SUMMIT IN ALASKA TRA USA E CINA

Scontro in mondovisione. I diplomatici di Pechino chiedono a Washington di non interferire nei loro affari interni. «Fanno i teatrali, vogliono mettersi in mostra», commenta il segretario di Stato Blinken. Biden lo elogia: «Sono orgoglioso di lui».

23 MARZO: LA EVER GIVEN BLOCCA IL CANALE DI SUEZ

Una portacontainer lunga 400 metri si incaglia e ostruisce una delle principali arterie del commercio marittimo mondiale. La colossale imbarcazione verrà disincagliata sei giorni dopo aver bloccato merci per decine di miliardi di dollari e causato perdite all’Egitto pari a circa 13 milioni di dollari al giorno.

25 MARZO: ISRAELE VOTA PER LA QUARTA VOLTA IN DUE ANNI

Neanche la nuova chiamata alle urne riesce a dare una maggioranza chiara al Paese. Nessun blocco ha i 61 seggi necessari per formare un governo. Il 6 aprile il presidente Rivlin affiderà un nuovo incarico a Netanyahu, che il 5 maggio getterà la spugna. Sarà il centrista Yair Lapid il compito di formare il governo, con una coalizione molto ampia che escluderà per la prima volta dopo 13 anni il Likud.

29 MARZO: AL VIA IL PROCESSO PER LA MORTE DI GEORGE FLOYD

Sul banco degli imputati l’ex poliziotto Derek Chauvin, accusato di aver ucciso il pregiudicato afroamericano tenendogli il ginocchio premuto sul collo nonostante avesse lamentato più volte di non riuscire a respirare. Chauvin sarà condannato a 22 anni e 6 mesi il 25 giugno per un omicidio che aveva fatto riesplodere con violenza le tensioni razziali in Usa.

4 APRILE: SVENTATO UN «COMPLOTTO» CONTRO IL RE DI GIORDANIA ABDALLAH

Il fratellastro del monarca viene posto ai domiciliari e 16 alti funzionari vengono arrestati. Secondo il governo di Amman, il principe Hamzah «era in contatto con un’agenzia di intelligence straniera e con oppositori interni».

7 APRILE: IL SOFAGATE FA LITIGARE UE E TURCHIA

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, sono in visita ad Ankara ed, entrati nella sala del ricevimento, trovano una sola poltrona a fianco del presidente Erdogan. Michel ci si fionda e Von der Leyen, dopo un’esitazione iniziale, si siede su un divano di fronte al ministro degli Esteri turco Cavusoglu. L’episodio suscita un’ondata di indignazione ed Erdogan viene accusato di uno sgarbo voluto e addirittura di sessismo. E’ però plausibile l’ipotesi di un malinteso protocollare.

8 APRILE: A BELFAST RIESPLODE LA VIOLENZA SETTARIA

La Brexit riapre le cicatrici dei ‘Troubles’. Il protocollo sull’Irlanda del Nord, che di fatto fissa una frontiera marittima con l’Inghilterra, scatena la rivolta nei quartieri protestanti e unionisti, tra auto incendiate, molotov, sassaiole contro la polizia e bus dirottati e dati alle fiamme.

9 APRILE: MUORE A 99 ANNI IL PRINCIPE FILIPPO

Il duca di Edimburgo scompare due mesi prima di compiere 100 anni, dopo averne passati oltre 70 al fianco di una delle donne più potenti e rispettate al mondo: Elisabetta II.

16 APRILE: CONDANNATO JIMMY LAI, IL MAGNATE DEI MEDIA DI HONG KONG

Il proprietario di Apple Day, tabloid critico contro Pechino, dovrà scontare 14 mesi di carcere. E’ una delle vittime di più alto profilo della stretta repressiva della Cina, che ha ormai soffocato ogni anelito di democrazia nell’ex colonia britannica.

30 APRILE: UE E RUSSIA AI FERRI CORTI

Le relazioni tra la Russia e l’Unione europea già «al livello più basso» dai tempi della Guerra fredda, peggiorano ancora. Al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, e alla vice presidente della Commissione europea, Vera Jourova, viene vietato l’ingresso in Russia in risposta alle sanzioni adottate da Bruxelles a marzo.

6 MAGGIO: TENSIONE SULLA PESCA TRA FRANCIA E GRAN BRETAGNA

Ottanta pescherecci francesi bloccano la circolazione nella Manica per protesta contro il nuovo sistema di licenze applicato da Jersey. Il Regno Unito risponde inviando due navi da pattugliamento della Marina. La calma tornerà in poche ore ma non sarà affatto l’ultimo scontro tra Londra e Parigi sugli accordi post-Brexit per i diritti di pesca nel Canale.

10 MAGGIO: E’ DI NUOVO GUERRA TRA ISRAELE E HAMAS

Dopo giorni di scontri a Gerusalemme Est tra la polizia e i palestinesi, irati per il rischio che decine di loro vengano sfrattati dal quartiere di Sheikh Jarrah per fare posto ai coloni ebrei, il movimento islamista che controlla Gaza inizia a lanciare decine di razzi sullo Stato ebraico, che risponde bombardando la striscia. Il 21 maggio verrà siglato il cessate il fuoco. Israele conterà 13 civili uccisi, Gaza quasi 250 morti tra militanti e civili.

23 MAGGIO: MINSK DIROTTA UN AEREO PER ARRESTARE UN OPPOSITORE

Un aereo Ryanair partito da Atene per Vilnius viene dirottato poco prima dell’arrivo da un jet dell’aviazione militare bielorussa, che lo costringe ad atterrare a Minsk per consentire l’arresto di Roman Protasevich, responsabile di un canale di informazioni dell’opposizione. La vicenda apre uno scontro precedenti tra Ue e Bielorussia che avrà pesanti strascichi.

16 GIUGNO: BIDEN E PUTIN SI INCONTRANO A GINEVRA

Dopo le schermaglie verbali dei mesi precedenti, i due leader si incontrano in Svizzera per un tentativo di disgelo. Il risultato immediato è una dichiarazione congiunta sulle armi nucleari e il ritorno alla normalità dei rispettivi contingenti diplomatici. Sia il presidente russo che quello statunitense stilano un bilancio positivo di un incontro che è stato un successo anche per il solo fatto di essersi verificato.

19 GIUGNO: RAISI NUOVO PRESIDENTE DELL’IRAN. E IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE ENTRA IN STALLO

In elezioni segnate da un astensionismo record, il giudice ultraconservatore sale alla guida della Repubblica Islamica in luogo del pragmatico Hassan Rohani, che era riuscito a portare avanti con discreti progressi il negoziato sul nucleare faticosamente ripreso grazie alla disponibilità di Biden, dopo l’uscita unilaterale decisa da Trump nel 2018.

24 GIUGNO: IL CROLLO DI UN CONDOMINIO A MIAMI UCCIDE QUASI 100 PERSONE

Nessuno verrà estratto vivo dalle macerie dell’edificio di 12 piani sulla Surfside. Dopo un mese il bilancio ufficiale sarà di 97 morti e una dispersa.

25 GIUGNO: IN GERMANIA TORNA IL TERRORE, STRAGE CON COLTELLO A WURZBURG

Tre persone muoiono e una decina rimangono ferite nella città bavarese da un 24enne di nazionalità somala armato di coltello. Il giovane, noto ai servizi psichiatrici della città, colpisce a caso i passanti prima di essere neutralizzato dalla polizia.

1 LUGLIO: XI FESTEGGIA I 100 ANNI DEL PARTITO COMUNISTA CINESE: «NESSUNO CI PREVARICHERA'”

“Non abbiamo mai prevaricato popoli di altri Paesi e non lo faremo mai, e non permetteremo a forze straniere di prevaricarci, opprimerci o soggiogarci», ha scandito il presidente cinese in un discorso di oltre un’ora a piazza Tiananmen, «chiunque osi farlo», andrà a sbattere contro la Grande Muraglia di acciaio forgiata da oltre 1,4 miliardi di persone».

13 LUGLIO: DECINE DI MORTI IN SUDAFRICA DOPO L’ARRESTO DI ZUMA

L’incarcerazione dell’ex presidente, condannato dalla Corte Suprema a 15 mesi per essersi rifiutato di testimoniare nei numerosi processi per corruzione che hanno riguardato il suo governo, scatena violenti disordini. Sono almeno 45 i morti nell’ondata di violenze e saccheggi.

15 LUGLIO: I NUBIFRAGI METTONO IN GINOCCHIO LA GERMANIA

Violente precipitazioni investono il Nord Europa. La Germania è la nazione più colpita, in particolare i lander della Renania-Palatinato e del Nord Reno-Vestfalia, il cui governatore, Armin Laschet, candidato della Cdu alla cancelleria, viene colto a ridere durante una cerimonia in memoria delle vittime, aggravando un danno d’immagine già pesante. Interi villaggi vengono spazzati via e decine di persone perdono la vita. Situazione grave anche in Belgio, dove decine di migliaia di persone rimangono senza elettricità e si conteranno 42 morti. In Germania il bilancio definitivo sarà di 196 morti.

9 AGOSTO: L’INCENDIARIO DELLA CATTEDRALE DI NANTES UCCIDE UN PRETE

Un sacerdote viene assassinato in Vandea da un cittadino ruandese che era stato già messo sotto sorveglianza per il suo coinvolgimento, nel luglio del 2020, nell’incendio della cattedrale di Nantes che, oltre a vari danni strutturali, distrusse un antico e prezioso organo.

10 AGOSTO:  IL #METOO TRAVOLGE IL GOVERNATORE DI NEW YORK

Andrew Cuomo si dimette una settimana dopo la pubblicazione del dossier della procura generale in cui erano elencati tutti gli episodi di molestie sessuali che Cuomo avrebbe commesso nei confronti di undici donne, molte delle quali avevano lavorato con lui. Cuomo, le cui quotazioni nel campo democratico erano cresciute grazie alla gestione della pandemia, aveva resistito per settimane, professandosi innocente.

15 AGOSTO:  KABUL CADE IN MANO AI TALEBANI

Gli islamisti conquistano la capitale afghana dopo un’avanzata rapidissima che, in coincidenza con il ritiro delle truppe statunitensi, li ha visti riprendere il controllo del Paese in meno di un mese a fronte di una resistenza debolissima da parte dell’esercito regolare. Il presidente Ashraf Ghani fugge. Il giorno dopo il presidente Usa, Joe Biden, affermerà di non essersi pentito della sua decisione.

15 SETTEMBRE: USA, AUSTRALIA E REGNO UNITO SIGLANO UN PATTO ANTI-CINA

L’alleanza strategica ‘Aukus‘ viene suggellata dalla cancellazione di una ricca commessa di sommergibili francesi che Canberra annulla a favore di un contratto per l’acquisto di sottomarini nucleari americani. Ira di Parigi, che richiama gli ambasciatori in Usa e Australia e accelera i piani per una difesa comune europea. La tradizionale architettura della Nato non è mai stata così in crisi.

19 SETTEMBRE: PUTIN VINCE LE ELEZIONI

Le elezioni per il rinnovo della Duma vedono Russia Unita, il partito del presidente, imporsi con una vittoria schiacciante. A mettere in dubbio la regolarità dello scrutinio è però il contrasto tra i dati parziali usciti in serata, che vedono i comunisti guadagnare abbastanza consensi da strappare a Putin la ‘super maggioranza’ che consente di cambiare la Costituzione in autonomia, e quelli successivi al conteggio del voto elettronico, che fanno impennare, con il passare delle ore, il vantaggio di Russia Unita.

26 SETTEMBRE: IL VOTO IN GERMANIA PUNISCE LA CDU DI MERKEL

I conservatori tedeschi incassano alle elezioni parlamentari il peggior risultato della loro storia. Il cancelliere in pectore è il ministro delle Finanze socialista Olaf Scholz, il cui partito si è reso protagonista di un’imprevedibile riscossa e formerà una coalizione con i Verdi e i liberali di Fdp.

25 OTTOBRE:  COLPO DI STATO MILITARE IN SUDAN

Il capo delle forze armate di Khartum, il generale Al-Burhan, fa arrestare il premier Abdallah Hamdok e altri leader civili della transizione avviata nel 2019 con le proteste che posero fine al regime trentennale di Omar Bashir. Un mese dopo, in seguito a forti proteste popolari represse con violenza, sarebbe stato trovato un accordo per consentire il ritorno di Hamdok al governo.

31 OTTOBRE: A ROMA SI CONCLUDE UN G20 IN CHIAROSCURO

Il summit, disertato da Putin e Xi, dà impulso alla campagna di immunizzazione mondiale contro il Covid-19, sigla un accordo storico sulla minimum tax per le multinazionali e suggella la pace commerciale tra Ue e Usa con la sospensione dei dazi su acciaio e alluminio. Non c’è però accordo sulla lotta al cambiamento climatico: la scadenza per arrivare alla neutralità carbonica viene fissata genericamente «attorno alla metà del secolo» e non emergono strategie precise per la riduzione del riscaldamento globale. La Cop26 di Glasgow, immediatamente successiva, non parte sotto buoni auspici.

8 NOVEMBRE: CRISI MIGRATORIA AL CONFINE TRA POLONIA E BIELORUSSIA

Migliaia di migranti, di origine per lo più mediorientale, si ammassano al confine tra Bielorussia e Polonia e cercano di oltrepassare la barriera di filo spinato che separa il territorio dell’Unione dall’ultima dittatura del vecchio continente. Per il governo di Varsavia è «un attacco organizzato ai nostri confini». E anche Bruxelles e la Nato condividono la tesi di una crisi migratoria artificiale creata dal regime di Lukashenko come rappresaglia per le sanzioni.

13 NOVEMBRE: LA COP 26 TERMINA CON UN COMPROMESSO AL RIBASSO

La conferenza Onu sui cambiamenti climatici di Glasgow approva un accordo che ribadisce l’impegno a limitare il riscaldamento globale di 1,5 gradi entro il 2100 rispetto ai livelli preindustriali. L’India ottiene però all’ultimo minuto una modifica per ammorbidire il fondamentale passaggio sulla fine del ricorso al carbone e fa sostituire il termine ‘phase out’ con phase down’.

26 NOVEMBRE: LA VARIANTE OMICRON SPAVENTA IL MONDO

In Sudafrica viene rilevata una nuova variante del nuovo coronavirus, caratterizzata da un elevatissimo numero di mutazioni. Numerosi Paesi impongono restrizioni agli arrivi dal Sudafrica e da altri Paesi limitrofi, suscitando l’ira di Pretoria. L’Oms definisce la variante «preoccupante» ma l’Onu invita i governi a non isolare i Paesi colpiti. Mercati a picco, con Wall Street che vive il peggior Black Friday da oltre 70 anni.

15 DICEMBRE: SUMMIT PUTIN-XI

Vertice in video-conferenza tra il presidente cinese, Xi Jinping, e il presidente russo, Vladimir Putin. Il summit è il terzo di quest’anno tra i leader di Russia e Cina, dopo quelli tenuti a maggio e a giugno, nei quali i due Paesi hanno rafforzato la partnership con l’estensione del Trattato di buon vicinato, amicizia e cooperazione, firmato nel 2001. Si tratta di un chiaro segnale di definizione delle alleanze in chiave anti-occidentale, in un momento in cui sono altissime le tensioni per l’Ucraina e per Taiwn.

20 Dicembre 2021
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